Ai primi di novembre 1998, la casa famiglia dell’Associazione “OIKOS” (casa) ha aperto le sue porte a cinque giovani adulti con disabilità gravissima, di tipo psicotico-autistico.
Non è nostra abitudine presentare servizi al loro sorgere. Di regola, preferiamo aspettare che progetti così essenziali diano le prove della loro solidità nel tempo.
Le ragioni che ci spingono a parlare della casa OIKOS sono le seguenti:

  • Il fatto che la convenzione con il Comune di Roma sia già firmata vuol dire non solo idoneità del progetto ma anche sicurezza finanziaria
  • La natura dell’iniziativa: una mamma ancora giovane l’ha ideata, si è unita ad altri genitori, ha combattuto con forza superando i numerosi ostacoli
  • Questa mamma non ha aspettato, per l’urgenza del suo bisogno, per dar vita a questa casa: sua figlia di 14 anni vive ancora a casa con lei
  • Il funzionamento della casa è frutto di una stretta collaborazione tra presidente dell’Associazione, gruppo di genitori e operatori
  • La casa funziona con un progetto pedagogico preciso (1) ideato e sperimentato per questo tipo di disabilità, portato avanti da personale specializzato in questo metodo, appoggiato da esperti.

La casa, ceduta con affitto ragionevole da un ordine di suore, presentava caratteristiche ottime per questo progetto: molte stanze con bagni quasi individuali, una cucina non piccola, una sala comune sufficiente, gli spazi per “servizio biancheria”. Inoltre per la vita all’aperto, ci sono un terrazzo simpatico e comodo a piano terra e un giardino con diverse piante e un bel tavolo di pietra. 1 lavori sono consistiti nella pulizia dei locali, nella sistemazione dei mobili, e nell’arredo.
Le persone accolte, a parte una, frequentano centri diversi durante la giornata. La casa è veramente casa, dove si dorme, si mangia, si vive nei tempi liberi, inclusi week-end e vacanze. La casa è sempre aperta, condizione indispensabile per l’accoglienza di disabili cosi difficili che, a volte, non hanno famiglia.

Durante la settimana alle 8, il pulmino della casa trasporta ai loro centri i ragazzi che rientrano alle 15,30 e. dopo la merenda, vengono occupati in diverse semplici attività o in varie passeggiate nel quartiere.

La cena si fa alle 19,15. I ragazzi sono incoraggiati ad apparecchiare e a sparecchiare la tavola, a lavare i piatti.

Il personale varia di numero secondo i momenti della giornata. Durante la notte sono presenti due assistenti, uno per piano. Alle sette di mattina sono in tre per aiutare i ragazzi a svegliarsi, a fare toilette e colazione. Durante la mattinata ci sono due assistenti che, insieme a Marco — rimasto in casa — si occupano del riordino delle stanze e del giardino. Viene anche un ragazzo indiano a fare la pulizie mentre una mamma, volontaria, fa la spesa e cucina. A mezzogiorno mangiano tutti e cinque insieme. Di pomeriggio, quando rientrano gli altri, gli assistenti sono, naturalmente, più numerosi, perché il rapporto uno a uno è quasi indispensabile per il tipo di disabilità dei ragazzi. Uno psicologo è coordinatore del personale e direttore della casa. Un’assistente sociale è presente due ore alla settimana, mentre mamme, papà e fratelli arrivano, con più o meno frequenza, per una visita o per “dare una mano” con attrezzi per piccole o grandi riparazioni.

(1) Gli educatori seguono il metodo Schoppler.

Nicole Schulthes, 1999

Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.

Una nuova Casa Famiglia: OIKOS ultima modifica: 1999-06-16T12:54:07+00:00 da Nicole Schulthes

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