Questo articolo avrebbe dovuto scriverlo Amelia Mazzitelli per raccontare il
suo approccio con il mondo della disabilità dal suo osservatorio privilegiato di sorella dell’Unitalsi, che ha servito per trent’anni, fino a diventarne Vice Presidente nazionale, contribuendo a dare nuova linfa all’associazione nata nel 1903 per il trasporto degli “ammalati” a Lourdes, e che oggi fa della preghiera e del servizio verso e con le persone ammalate, con disabilità e in difficoltà, il suo pilastro.
Questo articolo lo scrivo io, sorella unitalsiana e amica di Fede e Luce, perché Amelia è volata in cielo all’alba del 17 marzo, la domenica della Trasfigurazione: una coincidenza, una “Dio-incidenza” che dice tanto di lei e del suo rapporto con il mondo della sofferenza e di quanto il servizio a quelli che amava definire «i nostri amici» più piccoli avesse trasfigurato lei, i nostri amici e tutto quello che stava loro intorno.
«Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire» dice Gesù. Amelia questa Parola l’ha vissuta a pieno, senza esitare nel testimoniarla: è così che ha avvicinato, con tenerezza materna ed eleganza magnetica, tante persone all’Unitalsi. Persone di ogni tipo, con qualunque genere di malattia o handicap o peso sul cuore, accogliendole e accompagnandole con quel sorriso sincero di chi sa nel profondo di essere, nonostante tutto, un figlio amato e uno strumento nelle sue mani.
Arrivi convinto di poter dare qualcosa ma poi capisci che quello che ricevi è molto di più di quello che dai: Amelia lo diceva sempre. Decentrarsi, accogliere e camminare insieme: che tu sia sano, malato, che tu abbia un handicap, che tu sia un ragazzino o un anziano, puoi sempre amare. Il servizio questo è, l’amore, e l’amore puoi coniugarlo e declinarlo nei modi più vari.

Servire non significa sottrarre tempo agli affetti. Significa dilatarli creare ponti tra le persone abbattere quei muri inutili che spesso costruiamo

Servire e custodire sia chi servi sia chi serve come te e con te è una marcia in più. Quante volte ho sentito Amelia ricordarci di prestare attenzione ai nostri compagni di servizio perché – diceva – tanto è facile coccolare e giustificare chi ha limiti oggettivi perché non cammina o non parla o non sente o non vede o non capisce, tanto è difficile farlo con chi ci sembra come noi: lì possiamo essere veramente spietati! Quando riesci a vedere l’invisibile nascosto nelle persone che incrociano il tuo cammino e cominci ad ascoltare con il cuore, è lì che il servizio-amore ti trasfigura. Come si è lasciata trasfigurare Amelia, quando nell’amore profuso ha trovato un senso anche al dolore più grande che possa toccare a una madre. Quando si è ritrovata mamma di un figlio in cielo e di un figlio sulla terra, anche in quel momento Amelia non ha smesso di servire, abbracciare e immedesimarsi nelle storie degli altri.
E quando in cielo è volata anche lei, suo figlio Sergio – in una chiesa gremita d’amore e lacrime – ha trovato le parole più belle: «Grazie per l’esempio di amore, dedicando il tempo agli altri. In particolare a tutti gli amici dell’Unitalsi, che per te è sempre stata una seconda famiglia: crescendo ho imparato a capire che non toglievi tempo a me, ma mi stavi insegnando ad amare».
Sergio ha ragione: servire non significa sottrarre tempo agli affetti, significa dilatarli, creare ponti tra le persone, abbattere quei muri inutili che spesso costruiamo senza nemmeno accorgercene per difenderci, per poi capire che proteggersi non serve a niente, se non a marcire. Amelia non ha permesso al dolore di distruggerla e di far marcire il suo senso innato per la bellezza: è rimasta forte, dolce e bella come Maria sotto la croce, come fanno le nostre mamme di Fede e Luce, quelle di cui le ho parlato a lungo. Nel suo darsi agli altri, Amelia ha vissuto in pienezza, nella fede e nel servizio, anche la sua femminilità, la sua innata eleganza, il suo senso estetico e la sua risata fragorosa, insieme alle sue mille sigarette!
Questo era il servizio per Amelia. A Fede e Luce non si usa la parola servizio, si preferisce parlare di amicizia perché si pensa che servire i ragazzi e le loro famiglie svilisca l’amicizia sincera a distratta elemosina: dalla testimonianza di Amelia deduco esattamente il contrario. La vita, l’amicizia, gli affetti, il lavoro, le relazioni sono servizio quando per viverli in pienezza usiamo gli occhi del cuore. È tutto lì il punto, da quale prospettiva scegli di guardare la vita: è questo che fa la differenza tra chi vive e chi sopravvive.
Ho avuto la fortuna di vivere con Amelia pellegrinaggi e campi estivi, ho avuto il dono della sua amicizia: per me è stata un servizio che la sua anima ha reso alla mia, come ha fatto con tantissime altre che le sono debitrici d’amore e ascolto. Ho avuto il privilegio di condividere meravigliosi scorci di questi ultimi mesi: tanto è forte la sua mancanza quanto è indubbio il desiderio di non vanificare il suo essere per tutti e per ciascuno. Chiudo con le parole di san Paolo che ripeteva spesso e che descrivono il suo cammino: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza».

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 148, 2019

Ombre e Luci n. 148

SOMMARIO

Editoriale
Sconvolti e trasformati di Cristina Tersigni

Focus: L'incontro con la disabilità
La mia caduta da cavallo di Annick Donelli
Quegli anni tra Boston e Chicago di Luca Badetti
Tenera e magnetica di Serena Sillitto
Vittorio e la zia Minni di Maria Novella Pulieri

Intervista
Unica nel suo genere di Cristina Tersigni

Testimonianze
Lo sguardo sulla persona con disabilità di Nicla Bettazzi

Dall'archivio
Per la prima volta lontano da me di Rita Ozzimo

Associazioni
Una breccia nel muro di Cristina Tersigni

Fede e Luce
Chiamare per nome la paura della Comunità Edelweiss

Spettacoli
Non tutto è buio di Claudio Cinus

Rubriche
Dialogo Aperto n. 148
Vita Fede e Luce n. 148

Libri
La straniera di Claudia Durastanti
Who Is My Neighbor? di Amy-Jill Levine e Sandy Eisenberg Sasso
Vite straordinarie 2 di Superabile INAIL
Con occhi di padre di Igor Salamone

Diari
In curva sud di Benedetta Mattei
Mio cugino Paolo di Giovanni Grossi

Tenera e magnetica ultima modifica: 2020-02-08T06:48:42+00:00 da Serena Sillitto

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