Quando mi è stato chiesto di parlare del rapporto tra mia sorella Flaminia (detta Minni) e mio figlio Vittorio, ho pensato di chiedere direttamente a Vittorio cos’è per lui zia Minni. La risposta è stata: «è un amore e mi piace quando mangia perché gusta». Ecco, se devo descrivere il loro rapporto, penso ad un amore silenzioso fatto di sguardi.
In tutti i passaggi della mia vita ho avuto sempre paura che Minni (oggi splendida quarantenne, cerebrolesa con enormi occhi blu) si sentisse abbandonata da me. Quindi con l’arrivo di Vittorio avevo paura del suo giudizio, avevo paura che pensasse che il mio amore nei suoi confronti si sarebbe attenuato per fare spazio a questa nuova vita.
La prima volta che Flaminia ha visto Vittorio lo ha studiato, lo guardava di traverso. Naturalmente ne rimasi un po’ male e, non contenta, tornai all’attacco andando con Vittorio a trovarla a casa. Lei era sdraiata a pancia in sù sul letto e io, senza avvertirla, le adagiai Vittorio sul torace. Accadde qualcosa in lei per cui cominciò a sorridere e ad accarezzarlo.
Da subito ho cercato di far entrare in contatto Minni e Vittorio, la fortuna è stata che Vittorio – che oggi ha sei anni – è un bambino molto curioso e molto affettuoso. Quando andavamo a casa dei miei genitori lui si buttava addosso a Minni tormentandola! La cosa che mi stupì è che lei non lo scansava, lo lasciava fare. Quindi io, ancora di più, istigavo Vittorio a darle il tormento.
Mano mano che mio figlio cresceva sono cominciate le domande. Tipo: “Perché non parla?” “Come fa a farsi capire?”; “Come capisco se le piace una cosa?”. All’inizio mi sono fatta aiutare da mia madre, perché Vittorio quando si mette in testa che deve sapere una cosa ti riempie di domande, alcune anche molto complicate!
Alla domanda “Cosa le piace?”, risposi che la passione di Minni era il cibo. A Vittorio piacque questa cosa tanto che ad Assisi nel 2015 – aveva allora due anni – la volle imboccare. Ancora ricordo la sensazione di gioia mista a commozione che provai vedendo questa scena.
In questi sei anni lui ha trovato un suo modo di stare con Minni. La saluta, la sgrida se non vuole le medicine, le tiene la mano quando camminiamo, riposa vicino a lei, capita che guardano la televisione insieme «mamma a me piace quando zia Minni guarda la televisione vicino a me». È un rapporto fatto di sguardi.
È bello vedere come ora Vittorio aiuti il fratello più piccolo a rapportarsi con Flaminia senza di me. Io mi faccio da parte, serena di aver trasmesso ai miei figli il grande amore che provo per questa sorella e zia speciale.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 148, 2019

Ombre e Luci n. 148

SOMMARIO

Editoriale
Sconvolti e trasformati di Cristina Tersigni

Focus: L'incontro con la disabilità
La mia caduta da cavallo di Annick Donelli
Quegli anni tra Boston e Chicago di Luca Badetti
Tenera e magnetica di Serena Sillitto
Vittorio e la zia Minni di Maria Novella Pulieri

Intervista
Unica nel suo genere di Cristina Tersigni

Testimonianze
Lo sguardo sulla persona con disabilità di Nicla Bettazzi

Dall'archivio
Per la prima volta lontano da me di Rita Ozzimo

Associazioni
Una breccia nel muro di Cristina Tersigni

Fede e Luce
Chiamare per nome la paura della Comunità Edelweiss

Spettacoli
Non tutto è buio di Claudio Cinus

Rubriche
Dialogo Aperto n. 148
Vita Fede e Luce n. 148

Libri
La straniera di Claudia Durastanti
Who Is My Neighbor? di Amy-Jill Levine e Sandy Eisenberg Sasso
Vite straordinarie 2 di Superabile INAIL
Con occhi di padre di Igor Salamone

Diari
In curva sud di Benedetta Mattei
Mio cugino Paolo di Giovanni Grossi

Vittorio e la zia Minni ultima modifica: 2020-02-09T14:59:30+00:00 da Maria Novella Pulieri

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