Sei ancora vivo?

Questa è la domanda che mi fanno amici e conoscenti davanti al mio “silenzio stampa” prolungato! Le ragioni del mio silenzio non sono il segno di un “affievolirsi” del mio cuore di amico che è sempre felice di essere amato e di poter amare, sia le persone che incontra ogni giorno, sia gli amici che porta nel cuore. È solo la vita sovraccarica di impegni e di lavoro che, in questi ultimi mesi, provoca un disordine continuo sulla scrivania e ruba tempo per scrivere e fare visite.
Ho vissuto un anno bello e “pesante”. Bello perché mi sento utile davanti a tutte le persone con cui lavoro e che posso aiutare e accompagnare come sacerdote. Non sono le attività nei tre piccoli villaggi, con 900 abitanti, che pesano, ma tutto il resto che si aggiunge. Nella nostra Casa Ospitaliera “Chateau-Verdun”, sempre più gruppi e incontri imprevisti e interessanti con ospiti o passanti “rubano” ore di presenza.

L’impegno nella comunità di Fede e Luce, il servizio come “Segretario per la Vita consacrata nella diocesi”, gruppi di preghiera fino ad Aosta e sempre più persone che cercano una guida spirituale, occupano il resto del tempo.

Dal 17 agosto 2009 abito alla canonica di Orsières, con tre confratelli. I nuovi parrocchiani mi hanno accolto con molta simpatia. Il cuore è un po’ triste perché ho lasciato i miei amici valdostani e italiani. Ma è con il cuore pieno di fiducia che ho risposto di “sì” senza esitare al Prevosto dopo aver capito le ragioni del cambiamento.

Capite, vero, che non sono disoccupato? Ora spero che il “nonno” (in età) dal cuore sempre intraprendente possa diventare (finalmente) un po’ più saggio…con l’aiuto della preghiere e dell’amicizia di tante persone che riempiono il suo cuore e ne fanno un uomo e un sacerdote felice, malgrado tutto quello che va male nel mondo.

Ho bisogno di “angeli custodi” — come voi — che mi accompagnino ogni giorno nel pensiero del loro cuore e nella preghiera della loro anima. Ve ne sono molto grato perché senza l’aiuto “d’altrove” le nostre attività pastorali rimangono senza frutto.

Vi lascio con le parole di una vecchia perpetua che mi diceva la sua gioia di sapere che arrivavo nel suo paese. Le parlo delle mie preoccupazioni perché vi conosco pochi abitanti. Lei mi risponde senza esitare: “È semplice: devi amarli ed essi ti ameranno!” Parola profetica che non vale solo per i nuovi parroci.

P. Klaus Sarbach


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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.108

Sommario

Editoriali

Pensando alla nascita di Gesù di M. Bertolini
Riflessi di luce nell’ombra di R.A.

Dossier: l’intimità del corpo

Maria non ha il senso del pudore di J. e C. Santagostini
Condividere l’intimità del proprio figlio di A. Jarry
Di fronte alla nudità non è facile di Myriam

Altri articoli

Vita tra fratelli di Federico Girelli
Come il ferro con la calamita Laura Nardini
La disabilità dell’informazione E. De Rino
Ricordo di Alda Merini Pennablù

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Niente giochi nell’acquario, C. Lord
In cerca del padre, G. Galeotti
La musica segreta della terra, M. Stracham
Contro l'eutanasia, L. Israèl
Ma io che c’entro?, G. Albanese

Dialogo Aperto n.108 ultima modifica: 2009-12-10T13:27:11+00:00 da Redazione

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