Alla fine dell’estate scorsa mi chiama sul cellulare Rita, la madre di Pablo. È molto tempo che non la sento e trovo strano che mi chiami, addirittura, sul cellulare. In effetti chiama per comunicarmi una cosa importante, ovvero, che sono invitata alla festa dei 40 anni di Pablo.

Mi dico che non è possibile che abbia già compiuto 40 anni! Se non fosse per i suoi capelli (quasi) tutti bianchi, proprio come suo padre, non riusciresti a dargli un’età definita. Pablo ha la capacità di scherzare e canticchiare come un bimbetto e, subito dopo, con viso serio e fare sapiente, farti domande di un certo calibro, del genere che ne pensi della felicità. A tratti spiazzante, per noi che, più “pesanti” e accorti, ci imbarazziamo di ragionare, magari con persone appena conosciute, di certi argomenti.

Sta di fatto che personalità come la sua, pur fisicamente statiche su una carrozzina, riescono a muovere una cerchia di amici più o meno vicini, nel tempo e nello spazio, che al richiamo della sua mamma Rita, rispondono anche dopo 30 anni all’invito per il suo compleanno.

I commenti di Rita e Gerardo dopo l’evento, ben curato dalla casa famiglia in cui Pablo vive, sono stati di meraviglia per la pronta risposta di tutti i “convocati”.

È stato, oltretutto, un magico incontro tra persone che, per le vicissitudini più varie, non si rincontravano da molti anni; l’occasione di fare due risate con gli amici, conosciuti ai mitici primi campi Fede e Luce ad Alfedena, con cui strimpellare insieme proprio quelle stesse canzoni, con lo stesso gruppo di chitarristi di 25 anni prima, solo con qualche capello bianco in più.

La famiglia di Pablo accoglie tutti come se il tempo non fosse passato, come se quelle nottate a parlare (che lei mi confessa essere stati momenti “plasmanti”) fossero state del mese scorso. Proprio come fa Pablo che se non ti vede da 5 minuti ti risaluta come se non t’avesse mai visto e se non ti vede da 30 anni, ti parla come se non fossi mai stato lontano.

L’anno che sta volgendo al termine è stato testimone di altri simili eventi, nei quali i nostri ragazzi(come ci ostiniamo a chiamarli noi di Fede e Luce nonostante l’avanzare dell’età) hanno dato di nuovo prova di come siano capaci di attirare a sé le persone, di far circolare l’amicizia, di far vedere come la fiducia e la comprensione siano ancora valori del nostro mondo.

Naturalmente posso parlare solo di chi conosco direttamente, ma sono certa che ognuno possa tirar fuori un esempio se si sofferma a riflettere.

Emblematico è l’impegno di un’amica di vecchia data di Paola, che per i suoi 50 anni, organizza una festa a sorpresa in un bel ristorante. Amici recenti e datati tutti allo stesso tavolo, coppie cresciute e sposate dentro Fede e Luce, con i figlioletti di pochi mesi. La simpatia di Paola, con la sua maniera, a volte un po’ soffocante, di manifestare il suo affetto (decine di messaggi lasciati nella segreteria di casa ne sono la prova) genera relazioni profonde che non temono l’effetto del tempo e delle distanze.

Anche Mimmo ha festeggiato 50 anni quest’anno. Lui che ama definirsi “capostipite” del Carro, che ospita anche Pablo, vive sempre con molto coinvolgimento le ricorrenze, prendendo come pretesto ogni cosa per poterne parlare.

Di questa piccola carrellata Maurizio è il più giovane con i suoi appena 18 anni. Maurizietto, da tutti ribattezzato, ha festeggiato più volte, prima nell’istituto dove vive, poi con il gruppo degli amici del campo che ha fatto l’estate scorsa e con una festa serale a casa di un’amica, dove ha sorseggiato per la prima volta lo spumante. Quando può, passa tutto il tempo in braccio all’amico di turno, che gli sussurra, come a lui piace, parole e canzoni nell’orecchio. Si diverte un mondo, sorride e manda baci. Guardo le foto della serata e credo che siano per tutti momenti per ritrovarsi, per ricordare quelle intese che hanno reso indimenticabile una gita fuori porta o una vacanza estiva trascorsa in una casa “in mezzo al nulla”, per farci riassaporare ancora quel gusto dello stare insieme reso possibile dalla loro presenza; sono i nostri maestri che hanno cambiato il nostro modo di vivere.

Gli amici da più parti ritornano come ferro attirato da una calamita, verso il polo giusto, un’attrazione inevitabile.

Laura Nardini, 2009

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.108

Sommario

Editoriali

Pensando alla nascita di Gesù di M. Bertolini
Riflessi di luce nell’ombra di R.A.

Dossier: l’intimità del corpo

Maria non ha il senso del pudore di J. e C. Santagostini
Condividere l’intimità del proprio figlio di A. Jarry
Di fronte alla nudità non è facile di Myriam

Altri articoli

Vita tra fratelli di Federico Girelli
Come il ferro con la calamita Laura Nardini
La disabilità dell’informazione E. De Rino
Ricordo di Alda Merini Pennablù

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Niente giochi nell’acquario, C. Lord
In cerca del padre, G. Galeotti
La musica segreta della terra, M. Stracham
Contro l'eutanasia, L. Israèl
Ma io che c’entro?, G. Albanese

Come il ferro con la calamita ultima modifica: 2009-12-10T13:06:53+00:00 da Laura Nardini

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