Il primo novembre 2009 è morta nella sua casa di Milano la poetessa Alda Merini. Non possiamo non ricordarla e non volerle bene per quello che è stata, per quello che ci ha lasciato… Era nata in una famiglia borghese nel 1931 e a quindici anni aveva già scritto i suoi primi versi. A sedici frequentava poeti e critici della sua città, amava ricambiata, uno di loro, quando fu colpita dai primi sintomi di quella malattia mentale che la perseguitò per tanta parte della sua vita.

Dal ’65 al ‘72 fu ricoverata al Paolo | Pini di Milano e delle sofferenze di quegli anni ci ha lasciato ampia traccia trasfigurata dalla poesia. E non fu | quello il solo periodo di ricovero in | una casa di cura per malattie mentali. Ma il suo genio e la sua forza vitale non l’hanno mai abbandonata. Ha pubblicato numerose raccolte di versi e libri in prosa, è considerata una delle voci più forti della poesia italiana. Ha ricevuto premi prestigiosi ed è sta| ta candidata anche al Premio Nobel per la Letteratura. Tantissime cose sono state scritte di lei e della sua poesia mentre era in vita e al momento della sua scomparsa. Ora anche nel | nostro piccolo giornale, vogliamo ri| cordare quello che la rendeva speciale, e che ce la rende particolarmente | cara: il suo anticonformismo, l’indifferenza al perbenismo, la fiducia nell’amicizia, la povertà materiale e la ricchezza inesauribile della sua passione d’amore, amore che donava, amore che cercava . Amore per gli uomini della sua vita e Amore che l’ha spinta ad una ricerca appassionata di Dio, di Cristo suo Figlio, di Maria, esaltata e invocata appassionatamente come madre donna che di tutte le donne e le madri conosce il dolore.

In un piccolo libro che ha intitolato Corpo d’amore Un incontro con Gesù la Merini evoca con forza visionaria eccezionale la figura di Gesù di Nazareth. Invoca con espressioni d’amore quasi terrene e insieme mistiche, questo uomo figlio dell’uomo, fragile e potente, scomodo e buono, ostinato e pietoso “torcia d’amore” e “fiamma che sciolse tutti i ghiacciai dell’universo”.

Nella prefazione il teologo Gianfranco Ravasi scrive: “…in questi canti è deposta l’anima della Poetessa che abbraccia il Cristo crocifisso come la Maddalena di certe raffigurazioni del Calvario…” e ancora A.M. nella sua storia interiore si sente simile alla Veronica: “…..io ti percorro ad ogni ora/e sono lì in un angolo di strada/ e aspetto che tu passi./ E ho un fazzoletto, amore,/ che nessuno ha mai toccato,/ per tergerti la faccia”.

C’è una sua poesia preghiera scelta tra tante bellissime che troverete nel retro di copertina.

Pennablu , 2009

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.108

Sommario

Editoriali

Pensando alla nascita di Gesù di M. Bertolini
Riflessi di luce nell’ombra di R.A.

Dossier: l’intimità del corpo

Maria non ha il senso del pudore di J. e C. Santagostini
Condividere l’intimità del proprio figlio di A. Jarry
Di fronte alla nudità non è facile di Myriam

Altri articoli

Vita tra fratelli di Federico Girelli
Come il ferro con la calamita Laura Nardini
La disabilità dell’informazione E. De Rino
Ricordo di Alda Merini Pennablù

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Niente giochi nell’acquario, C. Lord
In cerca del padre, G. Galeotti
La musica segreta della terra, M. Stracham
Contro l'eutanasia, L. Israèl
Ma io che c’entro?, G. Albanese

Ricordo di Alda Merini ultima modifica: 2009-12-10T13:02:47+00:00 da Pennablù

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