Chi usa la parola “asino” per insultare il suo prossimo dovrebbe venire qui, al centro di riabilitazione II Testardo, e vedere come si comporta Socrate. Una volta, racconta Claire Holme, direttrice del centro, una bambina gli stava ripulendo uno zoccolo. Fece però una mossa sbagliata e cadde a terra. Socrate, un po’ sbilanciato, accennò il gesto di posare a sua volta lo zoccolo a terra, ma si accorse che così avrebbe fatto male alla bambina e subito lo sollevò. Un esempio di sensibilità di cui difficilmente sarebbe capace un cavallo.

Socrate è il senatore del gruppo. Ha 17 o 18 anni, che sono molti rispetto agli altri asini del centro, ma non troppi per un quadrupede che può raggiungere e superare i 40. Gira fra uomini e animali, affratellati in questo “strano” luogo al centro di Verona, come se fosse lui il padrone di casa. Si ferma per vedere le pulizie che la signora pratica a una cavalla, gradisce allo stesso modo mele e carezze, si inserisce fra gli umani per partecipare alla conversazione. E sì che ne avrebbe, di ragioni, per diffidare della specie uomo. Viene dalla Romania, dove trasportava bombole di gas e altri carichi pesanti che avevano reso la sua schiena, come si dice in gergo, penosamente “insellata”. Invece è un esempio di equilibrio per i consimili del centro: la dolce Grisette, lo stallone Filippo della preziosa razza d’Amiata, l’Angeletta di 5 mesi che tanto incuriosisce il mastino napoletano Tequila.

C’è poi un altro ospite che è asino a metà, perché l’altra metà è zebra. Si chiama Tarik e viene da Paesi africani dove l’asino è ancora davvero utile e per questo viene “rinforzato” con incroci con la zebra, immune da certe malattie. La zebra, quanto a pazienza, è l’esatto contrario dell’asino. Ma Tarik ha solo 7 mesi, e ancora deve rivelare da che lato della bilancia pende il suo carattere.

Il “mestiere” degli asini

Che mestiere fanno, gli asini, nel centro? Ce lo spiega Claire Holme.
“Portano”, nel senso più largo del termine. Qui giungono a chiedere aiuto bambini e adulti che hanno handicap psicofisici, che hanno subito violenze di varia natura, che hanno in diverso modo difficoltà a stabilire rapporti con gli altri. E il primo rapporto è con l’asino, che nell arte di portare può rivelarsi anche meglio del cavallo. Perché va col suo passo tranquillo e reagisce bene qualunque cosa accada. Reagisce in maniera equilibrata anche allo schizofrenico che gli urla nelle orecchie. Al più, si pianta sulle zampe con quella sua simpatica testardagine che un tempo gli procurava le legnate dei contadini impazienti e oggi gli procura solo carezze e carote.
Il cavallo, per i diversi impieghi di cui è ormai famosa la disciplina chiamata ippoterapia, può rivelarsi indispensabile nella seconda fase. Per il primo approccio, spesso è meglio l’asino.
E cerchiamo di capire con i nostri occhi che cosa può significare, quel primo approccio, per un ragazzo di 15 anni e una ragazzina di 12. Il ragazzo non è gradevole a vedersi, reca i segni di una diversità che nell’impatto con il mondo esterno gli crea problemi. La ragazzina è stata abbandonata dai genitori, e rivela il suo dramma in un chiudersi in se stessa che non è propriamente autismo ma è comunque disagio profondo.

Gli asini sono in gradi di prodigare tolleranza a esseri umani che nel mondo degli uomini, di tolleranza, ne hanno trovata ben poca

È una lezione per tutti vedere come gli asini accettino, a differenza di tanti uomini, queste diversità. Come accettino di portarli in groppa, ma anche di farsi palpeggiare, di prendere delicatamente il cibo dalle mani. Claire Holme, metà italiana e metà inglese, dirige questo centro da un anno ma ci pensava da cinque.
Ha sempre amato molto gli animali e ricorda con emozione una cavallina che l’aiutò a uscire dalla depressione in cui era caduta dopo la morte del padre. Ma un giorno decise di chiedersi perché li amava, e si diede la risposta dicendosi che essi sono, per taluni aspetti, una insostituibile comunicazione di vita. Perciò volle fare di questa verità un lavoro al servizio degli uomini. Il Testardo, nato da una sanissima testardaggine perché fra mille difficoltà, che tutti possiamo immaginare, è aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Tutti lì dentro, da coloro che accudiscono gli animali a medici e psicologi, operano a titolo gratuito. Chi chiede aiuto non è soggetto a tariffe. Uomini e animali, è una corrente di relazioni che rivela spesso momenti di sana allegria. Come è accaduto qualche giorno fa, quando una cavalla ha dato fondo a una

Un messaggio di speranza

Il Testardo è, nel suo piccolo, un messaggio di speranza per una specie che speranze ne ha poche. L’asino, che tante botte ha preso in passato, deve oggi rimpiangere anche quelle perché almeno, allora, era tenuto in gran conto dall’uomo come animale utile. Oggi sul mercato ha scarsa richiesta. Ne ha, magari, come animale da carne, come dimostrano quegli indecenti camion provenienti dall’Est in cui viaggiano stipati anche più di 100 esemplari per volta. In questa sede, l’asino si ripropone nel 2000 con un ruolo bello e insolito. Quello di prodigare tolleranza a esseri umani che nel mondo degli uomini, di tolleranza, ne hanno trovata ben poca.

Ruggero Leonardi, 2000 –

(articolo tratto da il “Visto” di Verona)

Centro di riabilitazione “Il Testardo” – Pet Therapy ultima modifica: 2000-06-20T14:10:47+00:00 da Ruggero Leonardi

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