Lettera dall’Honduras

Ho ricevuto la vostra rivista che leggo sempre con piacere. Ogni tanto riconosco un volto o due di voialtri a Roma di Fede e Luce. Questo mi fa ricordare le belle esperienze durante il mio soggiorno fra voi. Quell’anno a Roma è stato una grazia per me e un incontro con tanti amici di Fede e Luce. Ho poi partecipato alla riunione di Quebec dove ho conosciuto tanti nuovi amici di tutto il mondo, dieci giorni nella felicità, nella semplicità.
Forse in settembre farò una scappata in Italia: siamo gemellati con una parrocchia della Sardegna, a Villacidro e ci vado ogni volta che sono in Europa per animarli nei progetti e rivedere amici cari.
Fede e Luce va bene in Honduras e cresce a poco a poco. Mi hanno mandato ad un’altra parrocchia nella stessa mia vallata e sono qui da un mese. C’è un gruppo di “cursillistas”, giovani che sono interessati a Fede e Luce. Ho dato loro informazioni sulla nostra spiritualità e modo di procedere. Spero che fra un mese o due si potrà formare un gruppo di Fede e Luce qui in parrocchia. Porto Fede e Luce nel cuore, grazie a tutti voi.
La mia parrocchia contiene la metà della città, o zona urbana, più una zona in campagna che visito come sempre in bicicletta. La strada statale è pavimentata e ci vado con piacere. Ma c’è da lottare contro l’indifferenza religiosa e il materialismo.
Che Dio vi benedica con la creatività nella rivista e ispirazione negli articoli!

Roberto Grimaldi

S.O.S. nella notte

Sono Nicoletta, mamma di Mario Dominici. Vi voglio raccontare cosa è successo la sera del 14 febbraio scorso. Mario è tornato dal Centro alle 15,30. Era molto nervoso e beveva tanta acqua. Quando è arrivato l’operatore della cooperativa ha continuato a bere e a essere nervoso. Ha tentato di aggredire l’operatore, non si è fatto prendere e si è arrabbiato tanto. Questo per quattro ore. Alle ore 20, l’operatore va via. Rimaniamo io e lui da soli e si tranquillizza un po’. Ceniamo poi mi chiede di andare a letto. Io sono lì in casa con lui e sono le ore 20,30. Lancia un urlo e con le mani e i piedi contorti in un modo spaventoso. Ad un certo momento ha fatto un colpo di tosse e vomito, e c’era sangue: mi sono spaventata da morire, non sapevo cosa fare in quel momento, non mi ricordavo nemmeno il numero di mia figlia Donatella, di nessuno, proprio di nessuno. Allora sono uscita fuori e ho suonato il citofono di tutti i condomini che (Signore, ti ringrazio) sono venuti tutti, hanno pensato loro a chiamare l’autoambulanza. Poi è arrivata la Dr.ssa Enza Curti che l’ha visto e mi ha un po’ tranquillizzata. Per quanto riguarda il sangue mi ha detto che si era morso la lingua. Arrivati all’ospedale Gemelli, Mario ha avuto un’altra crisi più forte. C’era anche Donatella con Riccardo. Vi posso dire che mi sono spaventata tanto tanto che ancora non mi passa. Ce la sto mettendo tutta.

Nicoletta e Mario

Dialogo Aperto n. 70 ultima modifica: 2000-06-20T10:40:09+00:00 da Redazione

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