“Sereni ed eleganti»: così, durante un soggiorno presso Il Chicco, la comunità de L’Arca di Ciampino, Jean Vanier descrisse i ragazzi incontrati. Ne percepiva sicuramente una naturale grazia e semplicità, ma affiancando quei due aggettivi (da uno come Vanier che non badava certo alle apparenze), suggeriva anche che la cura dell’aspetto esteriore, per sé stessi o per chi non può prendersi cura di sé, non è affatto questione secondaria perché è uno dei modi in cui raccontiamo il nostro essere al mondo, e il come ci stiamo. Insegnare e promuovere la cura della propria unicità e bellezza è il primo passo per combattere i tanti pregiudizi con cui viene comunemente pensata e rappresentata la persona con disabilità: è malata, non può progredire con lo studio, non ha bisogno di lavorare, di spostarsi liberamente, di pregare, di innamorarsi, non è in grado di rendersi autonoma, di piacere e non importa come si veste… perché la sua sarà comunque una vita infelice. Pensieri generici, elementari e profondamente sbagliati che non riconoscono la complessità e le possibilità della persona con disabilità. Pregiudizi che la escludono quando invece, esattamente come tutti, «per costruirsi, ha bisogno non solo di esistere ma anche di appartenere ad una comunità», come ha scritto papa Francesco nel messaggio inviato in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità. Ora finalmente alcune convinzioni che temevamo granitiche si stanno sbriciolando. Ce ne accorgiamo anche dagli stimoli che un mondo effimero ed esclusivo come quello della moda – a cui è dedicato il focus di questo numero – accoglie e rilancia proprio sulla disabilità. Stimoli con un indiscutibile valore simbolico che aiuteranno, speriamo sempre più, a superare rigidi e dannosi canoni di bellezza, scoprendo – come diceva Coco Chanel – che «per essere unici bisogna essere diversi». Una via per uscire finalmente dal cono d’eclisse dello stigma legato alla disabilità, alla conquista del proprio posto nel mondo.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 149, 2020

Ombre e Luci 149 copertina

SOMMARIO

Editoriale
Se lo diceva Coco Chanel... di Cristina Tersigni

Focus: Moda e disabilità
La rivoluzione copernicana di Lucas di Giulia Galeotti
Quel che l'abito fa di Nicla Bettazzi
Vedersi in vetrina di Cristina Tersigni
Jillian, la divina di Giulia Galeotti

Intervista
Tranquilla e soddisfatta di me stessa di Francesca Cabrini

Testimonianze
Quaranta occhi puntati su di te di Silvia Gusmano

Dall'archivio
Grazie per avermelo fatto fare da sola di Una mamma

Associazioni
Sfilate da sogno di Cristina Tersigni

Fede e Luce
Chi risponde alle domande di Daniela Guglietta

Spettacoli
Il corpo dell'amore di Cristina Tersigni

Rubriche
Dialogo Aperto n. 149
Vita Fede e Luce n. 149

Libri
La nostra casa è in fiamme di Greta Thunberg
Imperfetta di Andrea Dorfman
Che cos'è una sindrome? di Giuseppe Colaneri
La bambina morbida di Maria Cristina Toccafondi

Diari
Negozi e pantaloni di Benedetta Mattei
Per le strade di Roma di Giovanni Grossi

Se lo diceva Coco Chanel… ultima modifica: 2020-02-24T05:27:35+00:00 da Cristina Tersigni

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