“Sono stato per diversi anni viceparroco. Il parroco mio superiore non sopportava i bambini e aveva un grandissimo amore per i cani. Da allora io nutro una grande avversione per i cani e un grandissimo amore per i bambini”. Lo dice ridendo Don Romano — parroco di S. Maria di Coromoto. In realtà, a parte i cani, l’attenzione e l’amore per i bambini e per “più piccoli” in generale, caratterizzano davvero la sua azione pastorale.

Da 11 anni il Gruppo “Amici S. Giovanni di Dio”, formato da circa 40 ragazzi disabili e 60/70 volontari, si riunisce regolarmente per svolgere attività di laboratorio tre volte alla settimana nelle due grandi sale dell’oratorio. Don Romano lo ha voluto e protetto fin dall’inizio: ha sollecitato e continua a richiedere l’aiuto dei volontari, ha invitato esperti per la loro formazione e per l’organizzazione del lavoro e delle attività, ha seguito personalmente con lezioni di catechesi fondamentale il gruppo al completo — ragazzi, genitori e volontari. Sono all’ordine del giorno i suoi incontri con genitori in difficoltà o volontari in crisi. Le grandi mostre / vendita dei lavori sono eventi di tutto rispetto nella vita della comunità parrocchiale. Quando gli chiediamo, riferendoci alla lettera della mamma ai Vescovi come e quanto la vita del Gruppo interferisce con le attività liturgiche vere e proprie, gli episodi e gli esempi si affollano evocati dal suo vocione, in ordine sparso. Ma innanzitutto fa una premessa. Bisogna accettare le cose come accadono. È inutile “andare a cercare il sale nella minestra”, cioè inseguire situazioni particolari per dimostrare qualcosa, ma aspettare, rispettare le richieste che ci vengono rivolte, non avere paura di tentare soluzioni nuove e avere fiducia. “Quando una mamma ci ha chiesto se il suo figliolo disabile adulto poteva fare la Cresima, non solo lui ma sei ragazzi con qualche problema sono stati ammessi al gruppo di preparazione alla Cresima dei giovani, che si riuniva alle otto di sera: “Accompagnati da uno o più amici volontari, restavano quanto potevano e volevano, qualcuno seguiva quasi tutto, qualcuno si stancava presto o disturbava un po’.. Quando era necessario uno o l’altro veniva accompagnato fuori ma qualcuno di loro ha detto delle cose che hanno fatto calare un silenzio perfetto e hanno fatto venire i brividi ai nostri giovanottacci” conclude don Romano da buon toscano.

Nella parrocchia ci sono diversi bambini disabili che hanno fatto la prima Comunione con gli altri. Un bambino che in questi mesi si sta preparando alla cresima con gli altri è anche “ministrante”, un altro, più grave, domenica scorsa durante la messa delle 10 ha letto un’intenzione insieme ad un amico. “Certo a volte si agitano, disturbano, ma questo non mi preoccupa e non si scandalizza nessuno se durante la Consacrazione devo dire: “Questo è il mio Corpo …. e — rivolto ai bambini che sono inginocchiati intorno all’altare — ssssss, fate silenzio!”.

Don Romano ci dice ancora che è essenziale, non prendere iniziative avventate. Bisogna riflettere e organizzarsi bene prima di decidere in questo campo. Infatti se si inizia un percorso con un ragazzo disabile e poi lo si abbandona perché sorgono difficoltà non previste che non si sanno superare, si feriscono il ragazzo e i suoi genitori e sarà molto difficile riprendere i rapporti, far nascere di nuovo fra noi e loro la fiducia necessaria.

Chiediamo a don Romano quali sono le assi portanti della sua attività pastorale. Sono due, ci dice: il Gruppo Amici e quello dei bambini che si preparano alla Prima Comunione, da qui si irradiano le altre, tantissime attività. Prima i più piccoli, non può essere che così perché “non hai diritto di annunciare il Vangelo della fede se non annunci prima il Vangelo della carità” tuona don Romano mentre già
ci congeda perché un altro ha fretta di essere ricevuto.

Tea Cabras, 2004

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.86

Sommario

Editoriale

Un'Italia nascosta di M. Bertolini

Concorso

La chiesa è per tutti?

Non cercare il sale nella minestra di Tea Cabras
L’umana resistenza di Silvia Gusmano
La domenica con i disabili di V. Rossani

Articoli

Perché esiste la disabilità? di J. Vanier
Lo sguardo sulle persone diverse da noi di Redazione
Amministratore di Sostegno di S. Artero
Parla il Giudice Tutelare Intervista di Cristina Tersigni
Lavorare? Sì, grazie! di L. Nardini
Un orribile meraviglioso campeggio di O. Gurevich
Il dente del giudizio e il servizio civile di S. Gusmano
Nuovo istituto di riabilitazione nel Sud di V. Giannulo

Rubriche

Dialogo aperto

Libri

Il ragazzo che amava Shakespeare, B. Smith
In autobus con mia sorella, R. Simon
Storia dell’aborto, G. Galeotti

“Non cercare il sale nella minestra” ultima modifica: 2004-06-11T17:19:49+00:00 da Maria Teresa Mazzarotto

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