“Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo Mistero è il tempo. Esistono calendari e orologi per misurarlo, misure di ben poco significato perché tutti sappiamo che talvolta un’unica ora ci può sembrare un’eternità e un’altra passa in un attimo…dipende da quel che viviamo in quest’ora. Perché il tempo è vita.
E la vita dimora nel cuore…”

da Momo di M. Ende

Il tempo trascorso a Fede e Luce è stato proprio un tempo di vita, di volti, di entusiasmi…che il cuore conserva con cura e dove spesso la mente si rifugia a «salutare» persone amiche.
È stato un tempo che ha visto me ragazzina percorrere la sua adolescenza e la sua prima giovinezza negli incontri, nelle feste, nei pellegrinaggi di Fede e Luce. Cuneo, Assisi, il Sempione, Napoli, Budapest…treni, corriere, macchine, aerei, per giungere agli incontri, per condividere giornate, per assaporare amicizie. Si spalancava una realtà di sofferenze, di mancanze, di rinunce, di silenzi…una realtà che cominciavo a toccare con mano e che sempre più mi chiamava nel conoscerla perché sprigionava una umanità mai incontrata e un profumo nuovo di spiritualità …

Il mondo non vedeva, non si accorgeva di passi, di presenze di ragazzi, di famiglie, di mogli, mariti «diversi» dove la vita scorreva ma con note altre…

I libri di Jean Vanier letti e riletti, il giornalino «Ombre e Luci» atteso con ansia nella buca della posta, serate trascorse in incontri di preparazione, di formazione, di condivisione, giornate di feste grandi con amici di varie città, ore trascorse in casa di famiglie a «prendere il caffè», a festeggiare un compleanno, a mangiare insieme. Il famoso 4° momentoDurante gli incontri di Fede e Luce si vivono 3 momenti comunitari: quello dell’Accoglienza e dello scambio, quello della Festa e quello della Preghiera. Il 4° momento comprende tutte le attività, personali o di gruppo, che si svolgono al di fuori dell’incontro: telefonate, visite alle famiglie, risposta agli S.O.S., pizze, passeggiate, campeggi…, insieme ad alcune amiche ci sembrava il più importante, il più vero, il più libero da bei discorsi, dalle belle teorie, dagli entusiasmi facili perché era solo li, nel quotidiano, che toccavi con mano la diversità e ne rimanevi toccato.

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Queste ore sono quelle che mi hanno «segnato» in modo particolare, sento che nell’incontro costante con alcune famiglie una parte di me è stata quasi «benedetta». Forse è un termine un po’ eccessivo però esprime bene la mia riconoscenza, la mia gratitudine verso nomi, volti, situazioni…. Poi il mio lasciare Marzocca, venire a Bologna, lavorare ieri al Telefono Azzurro, oggi nella scuola, nella formazione professionale e nell’impegno in una associazione per i diritti umani…il tutto però sempre vissuto con quel desiderio di incontro, di accoglienza, di ricerca di giustizia di cui Fede e Luce mi ha fatto Dono. «Tutto quello che fai al più piccolo dei miei lo fai a me» (Mt. 25, 40). Questa frase del Vangelo diventa sempre più chiara. Rimane fondamentale oggi nella mia vita il tener presente (con umiltà) il valore del «piccolo» in ogni situazione, in ogni contesto, in ogni luogo e in particolare nel riconoscere e curare la mia parte piccola, più fragile, più spaventata.

In questo modo io non mi sento mai separata da questa cosa che chiamiamo «Fede e Luce» perché Fede e Luce mi «abita» anche se in modi nuovi e su percorsi diversi.

Scrivere queste brevi righe mi ha emozionata…, grazie di questa possibilità e un caro saluto a tutti gli amici, vicini e lontani con cui ho camminato insieme….

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Case-famiglia, centri di accoglienza, scuole e iniziative varie — a favore delle persone disabili — che vi hanno colpito in modo favorevole.

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Quelle ore mi hanno segnata ultima modifica: 2001-03-09T15:20:06+00:00 da Anna Rita Cedroni

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