Durante la sua vita pubblica Gesù mostra il suo affetto particolare per le persone più “colpite”. Il malato, il cieco, il ferito vanno da lui perché c’è in lui una forza risanatrice che li cura.
Duemila anni dopo, la Chiesa che Egli ha creato segue le orme del suo Maestro. Così è nata Fede e Luce e si è diffusa nel mondo.

Il continente africano ne è un buon esempio. Le prime comunità sono create da missionari che hanno conosciuto questo movimento in Europa. Si è sparsa la voce e l’esempio: le comunità si sono moltiplicate.

È bellissimo sapere che Dio ama noi e le persone con handicap in un modo così speciale. Egli ama i più poveri e ci dice che ogni persona possiede il suo personale valore. Ma è necessario scoprirlo quel valore. Così con il passare del tempo, sebbene vi siano molte difficoltà ad arrivare in Africa, “Fede e Luce” è una realtà con oltre duecento comunità in venti paesi africani.

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Abbiamo sostenuto “Fede e Luce” in Africa per circa nove anni. Con i nostri fratelli africani abbiamo incontrato solitudine, guerre, fame ma anche molta felicità. L’Africa è tra le parti più povere e piene di problemi del mondo. Eppure queste comunità sono un esempio di speranza e gioia, nonostante la difficoltà. Questa è la testimonianza di padre Lelo, assistente della comunità di Luena, in Angola. Questa comunità esiste da sette anni, ma non è stato ancora possibile visitarla. Questa comunità ha vissuto tempi di guerra, fame e malattie. Alcuni dei suoi membri sono stati uccisi ma la comunità segue la sua via di fedeltà all’amore del Padre per i suoi figli più deboli.

Crediamo che sia importante dirvi qualcosa riguardo a quello che è stata la nostra esperienza in questo continente grande e pieno di problemi.

Ricordiamo il Rwanda, per esempio, dove durante il genocidio la maggior parte delle famiglie sono state sterminate o sono dovute scappare via. Quando la guerra, finì i membri di queste comunità si trovarono di fronte una realtà tragica. Moltissimi disabili vivevano per la strada, perché avevano perduto la famiglia. Questo è il motivo per cui attualmente in Emilia e la sua mamma fanno parte di una comunità in Burkina Paso. queste comunità si trova un numero altissimo di disabili (da 40 a 50), la maggior parte orfani.

Chiamano “Diopadre” quelli che li accolgono come membri della loro famiglia.

Questo accade non solo in Rwanda, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, nella Regione Kiwu. Di recente abbiamo visitato il Burundi, e in questo Paese abbiamo trovato dei genitori che avevano dovuto percorrere a piedi lunghissimi tratti trasportando i loro figli per partecipare a un incontro con la loro comunità. Non si aspettavano di ricevere niente dal punto di vista materiale, anche se avevano bisogno praticamente di tutto. Ma per la loro pace, per la loro tranquillità è importantissimo prendere parte all’incontro. Questo ci è stato detto da “Papà Mumbo”, un membro della comunità di Lubumbashi (D.R.C.) quando gli abbiamo domandato che cosa avesse ricevuto da “Fede e Luce”.

Non possiamo dimenticare la testimonianza della mamma della piccola Emilia (Burkina Faso) ad una sessione di formazione che tenemmo lì.

Questa mamma bella e giovanissima era sola. Suo marito era partito per la Costa d’Avorio in cerca di lavoro. Era stata ripudiata sia dalla famiglia di lui che dalla propria. Non solo in Burkina Paso, ma anche in molti altri paesi africani una persona disabile è considerata una maledizione che bisogna eliminare. Questa fu la condizione che la famiglia impose alla giovane madre: senz’altro le dettero anche il veleno per uccidere la bambina. La madre di Emilia ci disse che Dio le aveva dato quella figlia come una prova di fede e cosi era pronta a lottare per lei. Aggiunse che in quella comunità aveva trovato la forza necessaria per farlo.

Gesù è presente realmente in queste comunità. Il suo amore è una realtà e possiamo persino “toccarlo”.

C’è in Africa attualmente una zona unica formata da Sud Africa, Zambia e Zimbabwe. A questa è collegata una sotto zona formata da Kenia e Uganda (anche Paesi di lingua inglese). Non è stato possibile creare delle comunità negli altri paesi, non solo per la grande distanza che ci separa, ma anche per ragioni politiche, linguistiche ed etniche che causano problemi tra paesi confinanti.

L’instabilità politica nella grande maggioranza di questi paesi rende impossibile non solo la comunicazione tra loro ma anche con l’estero. A volte passano dei mesi senza che la gente sappia se la posta arriva o no. A volte bisogna aspettare molto prima di poter fare una visita a qualcuno. Cinque giorni dopo la nostra ultima visita a Burundi (settembre 2000), allo scopo di visitare due delle comunità più vecchie e preparare la ricognizione del paese oltre 200 persone furono uccise.

L’Africa è un polveriera. Nei suoi paesi oggi c’è pace, domani può scoppiare una guerra.

È necessaria un’attenzione costante per capire anche un poco di questa realtà.

Maria J. Souto Neves, 2003

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.81

Sommario

Editoriale

Che cosa è Fede e Luce di M. Bertolini

Genitori di ragazzi con disabilità

Festeggiamo la nascita di un bambino - Genitori di ragazzi con disabilità di Tommaso
Fede e Luce apre le nostre braccia di genitori di T. M
Non siamo stati soli - di B. Sturiese
Una triste esperienza. Quando tutti si allontanano di C. Brundisinì
Il suo valore - di R. Staforte
Come un tesoro, preghiera di una mamma - di Eufemia

Fratelli e sorelle di ragazzi con disabilità

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità - Che pensano? Che provano? di Maria Teresa Rendina

"Ragazzi" e "Amici"

Un autobus chiamato Santa Silvia di Filippo Ascenzi
Cercare di starci su questa barca - di Giulia Galeotti
Come risponderti, Alberto? - di G.
Alla fine medaglie per tutti - di V. C.
Mi trovo bene con tutti - di Giovanni Grossi
Abbiamo raccolto le olive - di Cristina Ventura
Vengo dopo la Messa - di Valentina
Fino all'ultimo respiro - di Vanna
Fede e Luce: un cammino verso la persona - di Antonella B.

I Bambini a Fede e Luce

I bambini a Fede e Luce - Un'esperienza che fa crescere - di Francesca R. Poleggi
Porto i miei figli a Fede e Luce perché... - di Alessandra Zezza
Dario, sei anni, ci parla di Fede e Luce - di V. e M. Giannulo
Rimango incantata - di Cristina Tersigni
Una scuola di vita, non sempre facile - di Huberta

I sacerdoti

La mia esperienza di prete a Fede e Luce - di P. E. Cattaneo
La strada che ci sta davanti - di don M. Bove
La missione del sacerdtote nella comunità Fede e Luce di fra C. Vecchiato

Come si fa Fede e Luce

Come si fa Fede e Luce - Il lavoro in équipe - da J. Vanier
Come far nascere una nuova comunità - di P. Klaus Sarbach
Nuove famiglie: istruzioni - di T. R.
“Responsabilità: Sì o No?

L'ecumenismo a fede e Luce

L'ecumenismo in Fede e Luce - Un dono - di Tony Hulten
Insieme verso una terra di unità - di J. Vanier

Segni di Fede e Luce nel Mondo

Segni di fede e Luce nel mondo - 1454 comunità di 77 paesi - di Lucia Casella
Le comunità Fede e Luce nell’Est Europeo - di Olga Gurevitch
Esperienze di Fede e Luce in Africa - di Maria J. Souto Neves

I deboli e la pace di J. Vanier
Incontri

Esperienze Fede e Luce in Africa ultima modifica: 2003-03-13T13:07:06+00:00 da Redazione

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