Invito un mio amico ad un incontro della mia comunità: per lui è la seconda volta anche se il suo primo incontro è stato fugace. Non riesco a capirne il motivo, ma avverto in lui un disagio a cui non so dare un nome. Ho imparato a non insistere quando si tratta di Fede e Luce, ma in questo caso mi sembra di capire che il suo incontro con le persone è stato positivo e pur non volendo insistere non mi do pace. Finalmente un indizio arriva da un comune amico: “Forse verrà dopo la Messa…”, questo gruppo è e viene percepito come parte di un movimento che vive in seno alla Chiesa e in quanto tale genera disagio in chi non sente di appartenere alla comunità ecclesiale.

Eppure io stessa vivo questa stessa situazione da dieci anni senza che questo mi abbia mai impedito di vivere appieno il mio rapporto con la comunità. Vorrei trovare un modo delicato per raccontargli che Fede e Luce è un luogo dove la “diversità” viene accolta, quando non passa inosservata, soprattutto vorrei dirgli che secondo me Gesù Cristo ha lasciato un messaggio agli uomini che può essere condiviso anche da chi non crede nella sua divinità. La possibilità e la grandezza dell’amore reciproco non appartiene solo ai cristiani ed è qualcosa di grande che a Fede e Luce è possibile incontrare, ne è il fondamento. Che questo amore venga o meno da Dio non è cosa trascurabile ma non impedisce certo di viverlo.

Forse questo discorso sarebbe troppo impegnativo per il mio amico, anche perché, salvo poche e fondamentali cose, non è possibile parlare di Fede e Luce, si può solo raccontare la propria Fede e Luce, e lasciar fare il resto all’esperienza: “Vieni e vedi”.

Quello che penso appartiene alla mia esperienza, non so quale sia l’esperienza degli altri non credenti (che brutta questa definizione per negazione, non è clemente con noi il mondo, come se poi la rassicurante classificazione riservata ai credenti li descrivesse tutti…). So che non sono poche le persone avvicinatesi alla vita del movimento senza avere la Fede, ma godendo della Luce (e delle Ombre) con cui la comunità ci mette a contatto. Mi sembra che poco sia stato fatto per comprendere il motivo della nostra presenza e per armonizzare la nostra presenza con le radici e la missione del movimento. Sono convinta che a noi sia richiesto il rispetto per ciò che non condividiamo e che è giusto sia presente nella vita della comunità, sono anche convinta che quello che possiamo dare e soprattutto prendere da queste persone sia moltissimo e che non ci sia un buon motivo per tirarsi indietro o andare altrove.

Fede e Luce, le persone che vi ho incontrato, hanno influenzato la mia formazione, sono stata fonte di riflessioni e di amicizia, porto sicuro dove essere accettati per quello che si è, anzi spesso nonostante. Non è la Fede l’unica cosa che vi si può trovare, anche se una volta mi sono anche sentita dire che la mia presenza non aveva senso se non riuscivo a vivere in Fede e Luce anche questa dimensione.

Ma questi pensieri si sono formati in dieci anni: non possono essere raccontati senza conoscere il contesto in cui si sono formati… Ho deciso: scrivo una e-mail al mio amico invitandolo a pranzo, dopo la Messa: il resto lo scoprirà da solo!

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.81

Sommario

Editoriale

Che cosa è Fede e Luce di M. Bertolini

Genitori di ragazzi con disabilità

Festeggiamo la nascita di un bambino - Genitori di ragazzi con disabilità di Tommaso
Fede e Luce apre le nostre braccia di genitori di T. M
Non siamo stati soli - di B. Sturiese
Una triste esperienza. Quando tutti si allontanano di C. Brundisinì
Il suo valore - di R. Staforte
Come un tesoro, preghiera di una mamma - di Eufemia

Fratelli e sorelle di ragazzi con disabilità

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità - Che pensano? Che provano? di Maria Teresa Rendina

"Ragazzi" e "Amici"

Un autobus chiamato Santa Silvia di Filippo Ascenzi
Cercare di starci su questa barca - di Giulia Galeotti
Come risponderti, Alberto? - di G.
Alla fine medaglie per tutti - di V. C.
Mi trovo bene con tutti - di Giovanni Grossi
Abbiamo raccolto le olive - di Cristina Ventura
Vengo dopo la Messa - di Valentina
Fino all'ultimo respiro - di Vanna
Fede e Luce: un cammino verso la persona - di Antonella B.

I Bambini a Fede e Luce

I bambini a Fede e Luce - Un'esperienza che fa crescere - di Francesca R. Poleggi
Porto i miei figli a Fede e Luce perché... - di Alessandra Zezza
Dario, sei anni, ci parla di Fede e Luce - di V. e M. Giannulo
Rimango incantata - di Cristina Tersigni
Una scuola di vita, non sempre facile - di Huberta

I sacerdoti

La mia esperienza di prete a Fede e Luce - di P. E. Cattaneo
La strada che ci sta davanti - di don M. Bove
La missione del sacerdtote nella comunità Fede e Luce di fra C. Vecchiato

Come si fa Fede e Luce

Come si fa Fede e Luce - Il lavoro in équipe - da J. Vanier
Come far nascere una nuova comunità - di P. Klaus Sarbach
Nuove famiglie: istruzioni - di T. R.
“Responsabilità: Sì o No?

L'ecumenismo a fede e Luce

L'ecumenismo in Fede e Luce - Un dono - di Tony Hulten
Insieme verso una terra di unità - di J. Vanier

Segni di Fede e Luce nel Mondo

Segni di fede e Luce nel mondo - 1454 comunità di 77 paesi - di Lucia Casella
Le comunità Fede e Luce nell’Est Europeo - di Olga Gurevitch
Esperienze di Fede e Luce in Africa - di Maria J. Souto Neves

I deboli e la pace di J. Vanier
Incontri

Vengo dopo la Messa… ultima modifica: 2003-03-13T16:10:52+00:00 da Redazione

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