Piovono mucche

“Piovono mucche”, ha osservato un giorno divertito Massimo, uno dei ragazzi che vivono nella Comunità Capodarco di Roma.
“Piovono mucche”, gli ha risposto dopo quasi dieci anni con un film comico, commovente, vero, uno dei suoi obiettori di coscienza, il regista Luca Vendruscolo. Realizzando un progetto e un sogno, Luca è tornato a Capodarco, ha coinvolto attori professionisti e persone della comunità e ha raccontato gli interminabili “turni” con Renato, paralizzato a causa di un incidente, dedito a traffici più o meno leciti e tutt’altro che affabile; gli sforzi fatti per imparare ad ascoltare Lela, una ragazzina quindicenne, vivacissima, tetraspastica, che non parla ma vuole e riesce a dire tutto; la delicata intimità che si crea con Alex, quando si è costretti per la prima volta a lavarlo e cambiarlo; l’amore per Beatrice, bella e attraente sulla sua carrozzina. “Piovono mucche” è la storia, raccontata a tratti con un tono volutamente paradossale, di un mistero e di un innamoramento. È la storia dei fortissimi legami che una comunità difficile è riuscita a creare con tanti ospiti intimoriti, spesso riluttanti. I protagonisti, Matteo e gli altri ragazzi del servizio civile, si lasciano coinvolgere da una quotidianità surreale e lentamente vi riconoscono le stesse regole del mondo di fuori. Per un anno partecipano della vita di persone che non avevano mai visto e che non hanno scelto e da esse ricevono un insegnamento che porteranno sempre dentro: il valore del rispetto per ogni essere umano e per la sua autonomia.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” è un libro di Mark Haddon, un inglese quarantenne. Quasi un giallo che è anche una storia di crescita personale, di battaglie affrontate e vinte contro i propri terrori e contro le ostilità che lo circondano, da un ragazzo autistico — sindrome di Asperger — di 15 anni. Sua madre non c’è, forse è morta, suo padre lo ama ma a volte perde le staffe o mente. I suoi vicini di casa sono poveri, aggressivi, o deboli e anziani. Ma Siobhan, la giovane educatrice, gli è amica, crede nelle sue capacità, gli dà pochi, chiari e utilissimi consigli che lo aiutano ad orientarsi nella giungla della vita e dei suoi pensieri… e Christopher, con forza d’animo e capacità di intuizione che scopre di avere, porterà a termine la sua indagine, compirà il primo viaggio da solo, supererà gli esami di matematica che gli consentiranno una vita, almeno in parte, diversa. Un’avventura ed un viaggio che significano, secondo una metafora classica, anche il passaggio dalla condizione di ragazzo protetto e condizionato dagli adulti, all’inizio di una giovinezza difficile ma più consapevole.

Achille Piè veloce

“Achille Piè veloce” è il romanzo “epico-moderno” di Stefano Benni, autore satirico di molti libri di successo. Diciamo subito che si tratta di un libro destinato a lettori adulti: scritto con linguaggio realistico presenta situazioni ed esprime convinzioni che potrebbero infastidire e dispiacere, ce ne rendiamo conto, a molti dei nostri lettori. Eppure a noi sembra un libro sincero, autentico perché nato da un incontro straordinario di quelli che la vita a volte ci riserva. Vi è narrata la storia di un’amicizia breve, difficile e appassionata tra Ulisse scrittore in crisi di ispirazione, angosciato dal lavoro, sdegnoso e critico, innamorato e infedele, e Achille un ragazzo malato e deforme, intelligente e coltissimo, che vive inchiodato davanti a un computer, perseguitato da ossessioni invincibili, che si autosequestra nella casa paterna per il terrore del ricovero coatto in una casa di cura. Ulisse e Achille, due malesseri contrapposti ma anche l’immediata rivelazione di quanto siano difformi: da una parte la scelta di come essere, dall’altra l’impossibilità totale e assoluta di scegliere.

Noi che per una ragione o l’altra abbiamo visto e letto tanto sull’handicap, come dobbiamo interpretare l’attenzione di questi nuovi scrittori e registi per il mondo dell’handicap?

Achille contatta via mail Ulisse, gli si rivela, stabilisce con lui un patto iniziale e non gli lascia più tregua invadendo le sue giornate con la sua sofferenza, i suoi messaggi le sue vicende famigliari. Ulisse lo osserva, lo ascolta e lo teme, lo ammira e lo asseconda. E chi legge avverte chiaramente che l’esperienza lo sta segnando. “Non sono più come prima” dice semplicemente dopo la morte di Achille.

Noi che per interesse e per lavoro abbiamo letto e visto già tanto sull’handicap, come dobbiamo interpretare l’attenzione di questi nuovi scrittori, di soggettisti e registi, per il mondo dell’handicap?

Forse sono anche le nuove fragilità che ogni giorno di più si intravedono negli esseri umani, la paura che si avverte per il futuro del mondo, che li spingono più che per il passato ad indagare il segreto di ogni vita, senza pietismi e sublimazioni ma con rispetto e autenticità.

E forse non è un caso che la spinta a stabilire rapporti umani così nuovi ed autentici si registri dopo il fallimento di grandi ideali, di interi sistemi di valori.

“Loro” con la testimonianza delle loro vite difficili, con il coraggio della loro resistenza ci costringono a metterci in gioco, a riconoscere le nostre viltà, i nostri privilegi e spesso il cattivo uso che ne facciamo.

Una volta che ci si incontra, per noi e per loro si tratta di una questione di amicizia e di onestà…

Achille è l’eroe incolpevole che resiste quanto più può, con ogni mezzo e fino alla morte, alla sventura che lo sovrasta. Ulisse, amaro osservatore di una società che condanna ma da cui è anche coinvolto e compromesso, è scelto come testimone e compagno nell’ultima fase di questo viaggio esistenziale che lo lascerà per breve tempo come tramortito ma destinato ad essere in seguito ancora e soltanto un “quasi…” come tutti noi.

Tea Cabras, 2003

Maria Teresa Mazzarotto

Insegnante e madre di 5 figli. Ha collaborato con Ombre e Luci dal 1990 al 1997.

Tutti gli articoli di quest'autore

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.

Sommario

Editoriale

Convivenza, non coesistenza di M. Bertolini

La chiesa è per tutti?

Una mamma scrive ai vescovi di T. Turrini
Una messa poco dignitosa di Silvia Gusmano
“Per voi e per tutti” di Cristina Tersigni

Articoli

Come accompagnare piccole e grandi crisi di Anna Aluffi Pentini
Giulio racconta: pensavo sempre a lui
“Filippide” Correre insieme dal Tibet al Polo Nord di Huberta Pott
La Shiatsu dei volontari dell’APIS a Roma di Giulia Galeotti
Felice di vivere di Myriam

Rubriche

Dialogo aperto

Libri

Piovono mucche e nuovi libri di Tea Cabras

Piovono mucche e altri nuovi libri ultima modifica: 2004-03-09T16:55:38+00:00 da Maria Teresa Mazzarotto

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.