Settembre, ottobre, novembre… mesi importanti, che segnano l’inizio di un nuovo anno lavorativo o scolastico. Anche per tante famiglie dei nostri amici disabili è il momento di scegliere. I ragazzi che hanno concluso nel giugno scorso il ciclo della scuola dell’obbligo ed hanno 15, 16, o più anni, devono compiere un altro grande passo verso la vita da adulto, la vita di tutti….

Questa scelta non è facile, è accompagnata spesso da dubbi, dalla paura di sbagliare, di non sapere abbastanza… Le possibilità che si presentano per il futuro dei nostri ragazzi non sono poche ma ci sembrano sempre insufficienti, non proprio adatte a lui, non molto garantite…

Eppure bisogna decidere. Come fare?
Qui di seguito abbiamo cercato di illustrare tutte le soluzioni, che fino ad oggi, sono presenti, per lo meno nei grandi centri urbani.
Bisogna orientarsi tra la continuazione di un ciclo di studi superiore, una preparazione professionale aperta a tutti, un corso professionale per disabili, la frequenza di un centro diurno, un lavoro integrato, il lavoro in un centro protetto.

Chi aiuta i genitori a scegliere.

Alla fine del triennio della scuola media, il consiglio di classe indica nella scheda dell alunno un «consiglio di orientamento». Si limita cioè ad indicare per ciascuno alunno, sulla base dell’andamento scolastico, dei risultati raggiunti e delle capacità dimostrate, quale scuola superiore è più idonea allo studente. Non dobbiamo illuderci. Per il 99% nel caso dei nostri ragazzi comparirà la scritta: «si consiglia la frequenza di un corso professionale o di avviamento al lavoro». Parlando con i professori direttamente o con l’insegnante di sostegno forse otterremo qualche indicazione più precisa.

L’assistente sociale che nella Asl di zona si occupa dei disabili adulti (se il ragazzo ha più di 18 anm) o dei ragazzi (se il ragazzo ha meno di 18 anni) dovrà indicare ai genitori quali sono le strutture che si aprono per il futuro del loro figliolo, dove sono, quali caratteristiche hanno e, con l’aiuto del medico e dello psicologo, quali appaiono le più adatte per la sua crescita complessiva.

Se la Asl di zona non è ancora organizzata per questo, i genitori potranno rivolgersi alle Associazioni specifiche per i vari handicap, ad esempio l’Associazione genitori ragazzi Down.
Consultati assistenti, insegnanti e psicologi, l’ultima decisione spetta a noi genitori. E, forse, sapremo meglio decidere se vivremo anche questo momento come un momento di verità.

Dovremo provare ad essere sinceri con noi stessi, con le persone che si prenderanno cura di lui, con il nostro ragazzo. Se lo amiamo nel modo giusto sapremo riconoscere le sue capacità e il suoi limiti e non sceglieremo studi troppo difficili, non gli proporremo confronti con altri che lo umilierebbero o obiettivi al di sopra della sua portata che fatalmente lo condurrebbero a sconfitte e a scoraggiamenti.

Mettiamoci dalla sua parte, tenendo conto delle sue vere possibilità, delle abilità che ha già manifestato, delle attività che lo gratificano e gli consentono buoni risultati. Diamogli fiducia e nutriamo fiducia nel probabile sviluppo futuro di altre sue potenzialità se adeguatamente stimolate, nella sua capacità di correlarsi all’ambiente, ai compagni, agli insegnanti e educatori. Non temiamo di favorire, se c’è, la sua predisposizione alle attività pratiche e manuali che con maggiori probabilità, gli consentiranno progressi che lo rassicurino.

Non trasmettiamogli le nostre paure ma piuttosto la convinzione che sta per intraprendere una nuova fase di vita che può essere piena di cose belle, che noi saremo al suo fianco e che si può anche sbagliare a scegliere ma che si può cambiare e ricominciare, senza drammi.

E con gli insegnanti, gli educatori, come comportarsi?

Tentiamo di stabilire anche con con loro un rapporto autentico, rivelando i nostri timori e anche, se ci sono, le cose che non capiamo bene, i problemi che il nostro ragazzo incontra, i suoi e i nostri disagi…Se sapremo dimostrarci fiduciosi e disponibili nei loro confronti, io penso, renderemo più facile anche il loro rapporto con i nostri figli. Se avvertiranno la fiducia che abbiamo in loro saranno più disposti a loro volta ad ascoltarci, a fare tesoro di ciò che solo noi conosciamo dei nostri figli e si sentiranno più coinvolti nel cammino di crescita che i nostri ragazzi proprio con la loro guida dovranno iniziare.

Non sarà sempre facile, (né noi né loro siamo dei santi e i problemi sono tanti) ma per amore dei nostri ragazzi non sapremmo spostare le montagne? E quindi affrontiamo con coraggio questa nuova sfida e se volete, cari amici, raccontateci le vostre scoperte, le vostre esperienze: saranno preziose per altri genitori!

Dove vanno dopo la scuola dell’obbligo?

Dove vanno dopo la scuola dell’obbligo?

Centri diurni

  • C.S.E. Centri Socio Educativi convenzionati con il comune
  • Centri di Riabilitazione convenzionati con la sanità

Scuole Superiori

con il diploma di III 0 Media

  • Istituti di Istruizione Superiore
    • liceo artistico
    • liceo magistrale
  • Isituti Professionali Pubblici
    • istituti tecnici
    • istituti professionali e artistici

Formazione Professionale

con l’attestato di frequenza della III a media

  • Corsi regionali di formazione professionale
  • Corsi professionali polivalenti per handicappati
  • In alcuni centri diurni privati si fa formazione professionale.

Lavoro

  • Lavoro integrato nel libero mercato
  • Cooperativa sociale integrata
  • «Lavoro protetto» in laboratori privati

A Casa

  • Con frequenza saltuaria di gruppi privati
  • Con o sensa assistenza domiciliare
Dopo la scuola dell’obbligo, una scelta difficile ultima modifica: 2000-09-28T08:47:28+00:00 da Nicole Schulthes

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