Si parla sempre di “loro”, di quanto tempo ci portano via, di quante cure hanno bisogno, di quanto amore gli diamo. Ma mentre passiamo gli anni ad accompagnare i nostri figli a terapia, a gestire le situazioni più impegnative, rincorrendo i vari specialisti alla ricerca di soluzione al problema che si presenta volta per volta; man mano che “loro” crescono, mentre noi genitori siamo impegnati accanto a loro, dove sono i fratelli e le sorelle?

Sono in un angolo che ascoltano e sopportano? cosa pensano e provano?

Siano essi fratelli maggiori o minori, per forza di cose vengono trascurati e a volte dimenticati dalla nonna, a casa dell’amico o dagli zii.

Quante volte, mi sono ritrovata a pensare quale fosse la priorità del momento; e la scelta obbligata era, tutte le volte, occuparmi di Stefano. Per anni, tutto è ruotato attorno a lui, le giornate piene per lui e quando si decideva di fare qualcosa che andasse bene anche all’altro, ugualmente bisognava fare i conti con i tempi di Stefano, con il suo nervosismo e la sua “maldestrezza”.

Certo non hanno vita facile

I fratelli dei ragazzi con problemi non hanno di certo vita facile. Non vivono serenamento la loro infanzia e così tutte le fasi della loro vita. Spesso diventano sin da piccoli responsabili e capaci di accudire al proprio fratello. A volte, per reazione, si chiudono in se stessi e cercano altrove quello che pensano di non ricevere dalla famiglia. Mi vien da dire che anche loro sono dei “diversi”. Forse noi tutti ci sentiamo “diversi” quando tocchiamo con mano ogni giorno la disperazione, il dolore pungente della solitudine, la paura della gente e del mondo che guarda con occhi pietosi i nostri figli.

Tante volte ci è capitato di imbatterci, per strada, con gente incuriosita e divertita dalle parole poco usuali e inadeguate dei nostri figli. Altrettante volte la rabbia ci ha assalito e per difenderci abbiamo tirato fuori tutto il nostro disprezzo. Spesso queste scene si ripetono dinnanzi ai fratelli e a questo punto sono loro che reagiscono con impeto, rispondendo agli sguardi e alle domande indiscrete.

Quanta rabbia covano dentro? Forse in loro è concentrata tutta la rabbia che abbiamo provato, noi genitori, nella fase iniziale della nostra vita, quando “il mondo ci è crollato addosso”. Hanno ascoltato in silenzio il nostro dolore e sono cresciuti con quest’ombra sulla testa che li ha schiacciati e li ha fatti sentire impotenti, in colpa per non essere di aiuto, ma spesso per essere di troppo. Hanno assorbito tutte le nostre sensazioni e sono diventati un concentrato, una esplosione di contrasti derivati dalla loro posizione anomala nella scala genealogica.

Probabilmente diventeranno persone straordinarie

Probabilmente sono la nostra parte peggiore e migliore messe insieme che, crescendo, daranno vita a persone straordinarie. Non sempre avranno la forza di aiutare noi genitori, ma sicuramente avranno la capacità e la destrezza di stare vicino ad altre persone che incontreranno nel corso della loro vita. Tutto quello che hanno appreso, sia in positivo che in negativo, li ha segnati profondamente. A fatica diventano grandi e a fatica trovano un modello di “grande” uomo da imitare, soprattutto quando in famiglia manca un riferimento maschile visto che magari il fratello maggiore, l’altro uomo della famiglia ristretta, ha dei problemi. Impiegano anni per assestarsi e trovarsi un modo di essere adeguato alle loro esigenze. Si scontreranno mille volte con ragazzi della loro età che ridono delle diversità altrui.

Di sicuro avranno la capacità di stare vicino ad ‘e persone che inconranno

A volte mi chiedo che colpa abbiano loro, che si sono ritrovati involontariamente in una dimensione diversa, solo perché noi abbiamo deciso di metterli al mondo. Allora vorrei gridargli tutto il mio amore che è grande, immenso, però è li soffocato, non riesco a comunicarglielo perché é scontato, è “normale”.

Noi genitori di figli difficili, non sempre riusciamo ad avvicinarci ai “fratelli” allo stesso modo; siamo appagati dal fatto che loro stanno bene, sono sani e ringraziamo il Signore per averci dato almeno un figlio senza problemi. Non riusciamo a dargli le stesse attenzioni perché sappiamo che sanno cavarsela anche da soli e che non sempre hanno bisogno di noi. Così ci dimentichiamo di quanto sono fragili e sensibili e di quanto sono importanti per noi.

Rappresentano la nostra scala verso il mondo esterno, sono lo specchio riflesso dei nostri sogni non realizzati, sono il nostro sguardo al futuro. Ci accorgiamo che sono importantissimi quando sono di stimolo per il fratello in difficoltà. Tutti ci aspettiamo molto da loro, contiamo su di loro per il semplice fatto che “possono tutto”. Ma poi arriverà il momento in cui li guarderemo ammirati perché sono diventati grandi senza il nostro aiuto costante. Sono loro con tutte le loro fragilità che si aprono al mondo in modo diverso dal nostro e con tutta la disponibilità che hanno appreso nel corso difficile della loro vita.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.81

Sommario

Editoriale

Che cosa è Fede e Luce di M. Bertolini

Genitori di ragazzi con disabilità

Festeggiamo la nascita di un bambino - Genitori di ragazzi con disabilità di Tommaso
Fede e Luce apre le nostre braccia di genitori di T. M
Non siamo stati soli - di B. Sturiese
Una triste esperienza. Quando tutti si allontanano di C. Brundisinì
Il suo valore - di R. Staforte
Come un tesoro, preghiera di una mamma - di Eufemia

Fratelli e sorelle di ragazzi con disabilità

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità - Che pensano? Che provano? di Maria Teresa Rendina

"Ragazzi" e "Amici"

Un autobus chiamato Santa Silvia di Filippo Ascenzi
Cercare di starci su questa barca - di Giulia Galeotti
Come risponderti, Alberto? - di G.
Alla fine medaglie per tutti - di V. C.
Mi trovo bene con tutti - di Giovanni Grossi
Abbiamo raccolto le olive - di Cristina Ventura
Vengo dopo la Messa - di Valentina
Fino all'ultimo respiro - di Vanna
Fede e Luce: un cammino verso la persona - di Antonella B.

I Bambini a Fede e Luce

I bambini a Fede e Luce - Un'esperienza che fa crescere - di Francesca R. Poleggi
Porto i miei figli a Fede e Luce perché... - di Alessandra Zezza
Dario, sei anni, ci parla di Fede e Luce - di V. e M. Giannulo
Rimango incantata - di Cristina Tersigni
Una scuola di vita, non sempre facile - di Huberta

I sacerdoti

La mia esperienza di prete a Fede e Luce - di P. E. Cattaneo
La strada che ci sta davanti - di don M. Bove
La missione del sacerdtote nella comunità Fede e Luce di fra C. Vecchiato

Come si fa Fede e Luce

Come si fa Fede e Luce - Il lavoro in équipe - da J. Vanier
Come far nascere una nuova comunità - di P. Klaus Sarbach
Nuove famiglie: istruzioni - di T. R.
“Responsabilità: Sì o No?

L'ecumenismo a fede e Luce

L'ecumenismo in Fede e Luce - Un dono - di Tony Hulten
Insieme verso una terra di unità - di J. Vanier

Segni di Fede e Luce nel Mondo

Segni di fede e Luce nel mondo - 1454 comunità di 77 paesi - di Lucia Casella
Le comunità Fede e Luce nell’Est Europeo - di Olga Gurevitch
Esperienze di Fede e Luce in Africa - di Maria J. Souto Neves

I deboli e la pace di J. Vanier
Incontri

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità – Che pensano? Che provano? ultima modifica: 2003-03-13T16:33:20+00:00 da Maria Teresa Rendina

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