Perché tanto odio, da parte dei popoli più poveri verso i più ricchi? dei paesi arabi o islamici nei confronti degli occidentali? perché l’odio e la violenza sono oggi così prevalenti rispetto alla pace alla quale ogni essere umano dentro di se, aspira? ci si è chiesti dopo gli eventi del settembre 2001. Da quei momenti e da quegli interrogativi è nata questa breve, intensa riflessione di Jean Vanier sulle radici della pace e della guerra.

La prima causa di tensione sono i conflitti di ogni genere. J.V. li analizza passando da quelli a più largo raggio di influenza (culturali, politici, sociali) fino ai più intimi: quelli all’interno della famiglia e quelli dentro ciascuno di noi. Ecco il primo nodo da sciogliere per ritrovare libertà e pace.

Ma questo richiede un grande cambiamento personale. Dobbiamo conquistare la capacità di vedere e affrontare i conflitti e per primi quelli nati dentro di noi, rielaborandoli con sincera coscienza.

Bisogna dunque”superare le barriere” che abbiamo eretto tra noi e gli altri uomini, popoli e nazioni, cercando con tutti il confronto e la collaborazione senza timore che questo significhi rinnegare la nostra fede e la nostra cultura ma piuttosto pensando che questo confronto le completi e le arricchisca.

Nei rapporti con gli altri non basta una cortese accettazione, ci vogliono veri legami di amicizia. Non basta dire”ciao” dobbiamo rivelarci all’altro e accettare di conoscerlo. Non basta costruire una famiglia, un gruppo anche allargato e starci bene dentro: la comunione vera nel gruppo esiste solo quando ci si impegna insieme a lavorare per la pace e la giustizia, aprendoci sempre di più a chiunque si incontri.

In quanto esseri umani, abbiamo bisogni fondamentali (cibo, vestiti, alloggio) che ci permettono di vivere e bisogni che ci fanno crescere (rispetto, attenzione a come siamo, tenerezza): i primi sono regolati per legge, i secondi solo dall’amore.

Dovremo garantirli a tutti quelli che ancora ne sono privi.
Soli così, per naturale germinazione, può nascere la pace nel mondo.

Crescere in questa direzione costa fatica, c’è il rischio di perdersi e di rinunciare; possono nascere incomprensioni e privazioni anche rispetto ai parenti e agli amici di sempre che potrebbero non capirci.

Per questo dobbiamo attrezzarci: avremo bisogno di purificarci, di liberarci dalle scorie, dai falsi bisogni”non accumuliamo oggetti materiali, accumuliamo relazioni” ci suggerisce J.V. Avremo bisogno di capire i nostri sbagli, quelli del passato e quelli che continueremo a compiere, di perdonarceli e di saper chiedere perdono.

Solo quando avremo raggiunta questa libertà interiore sapremo essere costruttori di pace. E quale sarà la ricompensa?

Ancora la pace, quella del nostro cuore, che ci renderà capaci di accettare ogni cosa, compresa”sorella morte” che vivremo come la méta naturale all’avventura della vita. Garantisce Jean Vanier.

Tea Cabras, 2004

Trovare la pace – Recensione ultima modifica: 2004-12-14T15:57:02+00:00 da Maria Teresa Mazzarotto

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.