«Può addirittura capitare che ti piova in testa una vita nuova che tu proprio non ti aspettavi per nessun motivo al mondo». È impaziente di raccontare la sua storia Akin, uno dei protagonisti di Vi stupiremo con difetti speciali (Giunti 2020), il libro di Patrizia Rinaldi e Francesca Assirelli che racconta ai piccoli le storie di tre bimbi – Alba, Huang e, appunto, Akin. Come in una fiaba, le voci narranti presentano un vissuto capace di ribaltare la non accettazione in amore e accoglienza. Il percorso è a ostacoli, e non solo all’inizio quando i genitori rifiutano i nati perché non sono come li avrebbero voluti, ma la certezza sottostante ogni parola e ogni illustrazione è che l’amore «va dove gli pare». E un’altra storia è possibile.
Ad aprire il libro è Alba, che ha 18 mesi, un gatto, un papà e la sindrome di Down. La sua storia i lettori adulti l’hanno conosciuta qualche anno fa attraverso i giornali e, soprattutto, attraverso Nata per te (Einaudi 2018) il libro in cui, con Luca Mercadante, Luca Trapanese ha raccontato la storia di sua figlia.

Quando l’uomo riceve la telefonata del tribunale nel luglio 2017, Alba non ha ancora un mese; a causa del suo cromosoma in più, oltre trenta famiglie la rifiutano. Sarà Trapanese, che è single, ad adottarla. Sui giornali è la notizia del benefattore napoletano che ha portato a casa la bimba Down rifiutata da tutti, ma dietro lo stucchevole buonismo c’è una storia preziosa fatta di amore, intelligenza, conoscenza e comunità.

La scelta di Trapanese è il risultato della fusione tra desiderio di paternità e conoscenza dell’handicap. Quando Alba entra a casa sua, infatti, da anni l’uomo ha fondato e gestisce a Napoli un’associazione che si occupa ogni giorno di adulti con disabilità; una casa di accoglienza per madri fragili; un doposcuola per minori a rischio; una comunità tra le colline dell’alto casertano dove ragazzi con disabilità fanno esperienza di vita lontano dalle famiglie; un centro residenziale per bimbi malati terminali o con gravi malformazioni. È questo vissuto quotidiano che porta Trapanese a non giudicare i tanti no che hanno respinto Alba: sa bene che sono espressione della paura e dell’ignoranza di una società impreparata, mentre la sua scelta scaturisce dalla certezza che la disabilità non sia una sconfitta ma un modo di essere. «Alba non è vittima della sua disabilità ma del nostro apartheid. Qualcuno pensa, in maniera colpevolmente semplicistica, di trattare la disabilità come una malattia e quindi di risolverla cercando una cura. Ma la trisomia è un modo di essere».

Nata per te è scritto a quattro mani da due uomini diversi in tutto, tranne che per nome, sesso e paternità. Trapanese è cattolico praticante, gay, vive la disabilità da anni e ha una famiglia molto allargata; Mercadante è ateo, etero, favorevole all’aborto, ha una famiglia ristretta, è molto scettico sul fatto che un bimbo con disabilità possa rendere un uomo padre (e ha un grande problema con la celiachia di suo figlio). Sono due mondi completamente diversi. Confesso di aver trovato Mercadante a tratti fastidioso («Cosa crede di ricavarne? – scrive a un certo punto – Pur ammettendo l’esistenza dell’istinto di paternità, pensa davvero di soddisfarlo in questo modo? Se è così, bè, non credo sarà possibile»). Ma Trapanese è paziente, ribatte («La vera differenza tra Andrea e Alba non sarà il diverso quoziente intellettivo, ma che la maggioranza delle strade sono fatte per la bicicletta di tuo figlio») e soprattutto dimostra con i fatti la verità di ciò che sostiene.

Quella di Alba e di suo padre è una storia che incarna alla perfezione l’esigenza di tenere sempre al centro il bambino (che Antonio Mazzarotto illustra nel suo articolo), sottolineando come il fulcro dell’adozione sia il bisogno del minore, e non il diritto dell’adulto a essere genitore. Precisazione che cambia completamente le carte in tavola, ed è riassunta in una scena dell’adozione di Alba: Trapanese è felice che il giudice sia dalla parte sua e della piccola, e glielo dice, ma questi lo blocca subito: «Non dalla vostra parte, solo dalla sua. Quella della bambina».

Mi resta però un dubbio: metto nella lista delle cose da fare una visita alla Biblioteca nazionale, voglio andare a spulciare il dibattito parlamentare che ha portato all’approvazione della legge 184/1983, nella parte in cui si prevede che i single possano adottare minori con disabilità. Previsione che ho sempre letto con orrore perché, a mio avviso, implicitamente afferma che esistono bambini di serie A (perfetti e talmente preziosi per lo Stato da meritare una famiglia completa) e bambini di serie B (imperfetti e così poco preziosi da doversi accontentare di una famiglia “azzoppata”). Sono favorevole all’adozione per i single, quello che rifiuto è l’ennesima frattura tra noi e loro, tra chi è normodotato e chi ha fragilità conclamate (anche perché in questo caso servirebbero venti genitori, altro che due, ma questa è un’altra storia). Resta però che vicende come quella di Alba potrebbero un giorno (si spera non troppo lontano) suggerire anche al legislatore un nuovo sguardo.

«Sarà un’utopia – scrive Trapanese – ma sogno un mondo in cui la signora di prima non percepisca come una malattia da commiserare il fatto che Alba è Down, ma solo come un suo tratto, uno tra i cento e più che fanno di lei un individuo, e basta».

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 152, 2020

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SOMMARIO

Editoriale
Biglietti e disegni di Cristina Tersigni

Focus: Adozione
Già nostro figlio di Paolo Catapano
Un gatto, la comunità e il nostro apartheid di Giulia Galeotti
Vangelo, immaginazione, intelligenza di Dorota Swat
Il diritto di chi? di Antonio Mazzarotto

Intervista
Quel che la Convenzione dice (e non dice) di Lars Porsenna

Testimonianze
Cosa si potrebbe imparare dai banchi monoposto? di Laura Coccia

Dall'archivio
Paolo e Chiara di Irma Fornari

Associazioni
Cosa c'è oltre la scuola? di Monica Leggeri

Fede e Luce
Guida per le comunità di Lucia Casella

Spettacoli
Riappropriarsi della propria firma di Claudio Cinus

Dialogo Aperto
In ricordo di Aldo di Maria Goffi e Flora Atlante
Periodo pesante, su spalle e cuore di Elisa Sturlese
Un dialogo aperto molto speciale!

Vita Fede e Luce n.152

Libri
Mia sorella mi rompe le balle di Damiano e Margherita Tercon
I disegni segreti di Véronique Massenot e Bruno Pilorget
Viaggio Italia around the world di Danilo Ragona, Luca Paiardi e Marcello Restaldi
Grazie, papà Don Carlo a cura di Sergio Didonè

Diari
Ho votato di Benedetta Mattei
Io non lo so cosa mi aspetto dal futuro di Giovanni Grossi

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Un gatto, la comunità e il nostro apartheid ultima modifica: 2021-02-26T00:31:14+00:00 da Giulia Galeotti

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