Per chi come me qualche anno fa, non lo conosce, Special Olimpycs è un programma internazionale di allenamento sportivo e competitività atletica per ragazzi ed adulti con disabilità intellettiva, con l’intento di facilitare l’inserimento di questi ragazzi, nella società attraverso lo sport.

Il nostro primo incontro con i ragazzi di Special Olympics risale al 2004, quando in occasione dell’inaugurazione del nostro villaggio turistico in Calabria, grazie al suggerimento del presidente dell’associazione, Dott. Federico Vicentini, abbiamo invitato una delegazione di atleti con le loro famiglie, per un momento di aggregazione e per poter praticare il gioco del golf.

All’inizio avevamo un po’ ditimore nei vostri confronti. Il primo impatto è stato un po’ difficile. Siete persone fantastiche ed ora non sappiamo bene chi di noi sia spesso più fragile.

L’esperienza vissuta con questi ragazzi provenienti da varie parti d’Italia, è stata entusiasmante.

Io che personalmente non avevo mai avuto modo di frequentare, per un lungo periodo, persone “mentalmente diversamente abili” (ma “diverso” da chi?), insieme a mio marito siamo rimasti profondamente colpiti dai ragazzi, dalla loro spontaneità, dal loro affetto, dalla gioia di vivere e dalla loro ricchezza d’animo, unito all’impegno e alla passione per lo sport.

La vita è un percorso pieno di ostacoli, ma anche di esperienze che fanno maturare e crescere. Grazie per la lezione che ci avete dato: ci servirà per tutta la vita

Il motto che viene giurato da tutti i ragazzi di Special Olympics è: “Che io possa vincere, ma se io non riuscissi che possa tentare con tutte le mie forze”.

Grazie, perché in questi giorni ci avete aiutato a togliere le nostre “maschere” e, prendendoci per mano, ci avete aiutato a scavalcare le barriere

Quale impegno migliore può essere da insegnamento per tutti noi e per i nostri figli?

Abbiamo capito che il “diverso” è tale solo per chi non lo conosce e che la conoscenza reciproca ci aveva immensamente arricchito.

È l’ignoranza (da “ignorare”) che crea barriere mentali, difficili da superare.

È nata così l’idea di un Progetto Ragazzi: far vivere a stretto contatto dei ragazzi normodotati di un Liceo Classico di Roma e uno di Cassano allo Ionio (CS) con dei ragazzi speciali per una settimana nel villaggio, condividendo attività sportive, tornei di calcio, pallavolo ed attività ludiche con l’intento non solo di una integrazione ma di una conoscenza e sensibilizzazione dei nostri ragazzi al problema della disabilità.

Avevo paura di sentirmi in imbarazzo e di non sapere come comportarmi. Siete come noi, ma molto più sensibili e affettuosi di noi; non avrei mai pensato di trovarmi faccia a faccia con una realtà così diversa da quella che immaginavo. Per noi siete stati davvero speciali

Grazie anche all’impegno della Dott. Anna Casolaro, dei beni Culturali del Museo di Sibari, è stata organizzata una Corsa Campestre nello splendido perimetro degli Scavi Archeologici e una Simulazione di Scavi con visite guidate al Museo Archeologico della Sibaritide, condivise insieme con entusiasmo da tutti i ragazzi.

Il risultato è stato uno straordinario coinvolgimento emotivo di tutti che ha fatto nascere amicizie e sentimenti nuovi.

La bellezza della vita consiste nel confrontarsi con gli altri senza escludere nessuno, anche solo per timore.

La differenza non deve fare paura. Confrontarsi con gli altri ci migliora e ci porta ad apprezzare al massimo quanto ad ognuno di noi è stato dato. Viringraziamo perché la vostra vicinanza in qualche maniera ci ha fatto crescere. L’espressione “diversamente abile” ci sembra priva di significato. Prima di conoscervi avevamo paura, adesso ci sentiamo migliori. Si riescono a riconoscere a fatica gli stessi ragazzi che nelle foto del primo giorno lasciavano trapelare imbarazzo, diffidenza, un qualche senso di dover stare lì, con gli stessi che nelle foto dei giorni successivi giocavano, ballavano, cantavano tutti insieme con la stessa gioia di vivere ed entusiasmo e naturalezza, come se si fossero sempre conosciuti.

Alla fine del periodo si sono scambiati indirizzi, numeri di telefono, lacrime e abbracci con la promessa di rivedersi.

I commenti dei ragazzi alla fine della settimana, raccolti in un giornalino, sono la prova che è stata un’esperienza che vale la pena ripetere con sempre più ragazzi, perché sono loro che ci fanno capire che la diversità può solo arricchire la vita, in questo mondo dove tutto è diverso da tutto.

Il nostro intento è di farne un ‘progetto pilota’ che possa essere portato a più scuole in un programma con valenza socio-culturale, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione .

Non so se ci riusciremo ma… ci proveremo.

Gabriella e Luigi Sauve, con i pensieri dei ragazzi che hanno partecipato www.specialolympics.it

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.109

Sommario

Editoriale

Essere mamma... di M. Bertolini

Dossier: Essere mamma

Sono in un furioso stato di accusa di S. Lutz
Che senso ha la vita di mio figlio Paolo? di M. Amelia

Altri articoli

Un crocifisso silenzioso di N. Ginzburg
Deboli e forti trovano il loro posto di J. Vanier
C’era una volta la città dei matti di Pennablù

Esperienze

Dove tutto è diverso da tutto di G. e L. Sauve
Tutti tranne uno saliti a cavallo di E. Attanasio

Libri

Quali mani asciugheranno le mie lacrime?. M. Kamara con S. McClelland
Con Cristo sulle strade del mondo, don T. Bello
Tre tazze di tè, G. Mortenson, D. O. Relin
Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, R. Pigliacampo
Pulce non c'è, G.Rayneri

Rubriche

Dialogo Aperto
Vita Fede e Luce: Eilaboun a casa di Sammaher di Lucia, Angela e don Marco
Lo sapevate che...?
Vita Fede e Luce n.109 – Eillaboun a casa di Sammanher

Special Olympics a Sibari, dove tutto è diverso da tutto ultima modifica: 2010-03-16T16:21:10+00:00 da Redazione

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