Non li ha mai chiamati mamma e papà, non ha mai avuto per loro una semplice frase affettuosa ma Valeria e Giulio gli hanno dedicato la vita intera. Gianni è venuto al mondo diverso dagli altri bambini, con tanti gravi limiti destinati a durare e ad aggravarsi nel corso degli anni, e ha trovato un papà, una mamma e una sorellina pronti a dargli tutto l’amore possibile.
Ci furono i momenti dello sgomento: “Ogni tanto ai giardinetti guardavo tutte quelle carrozzine e pensavo: perché non posso cambiare la mia con una di queste?” (così ricorda oggi Giulio sorridendo). Ci furono i soliti andirivieni tra illustri professori. Dopo un breve ricovero al Santa Maria della Pietà, per una ricerca ed una diagnosi che fu definitiva e non lasciò alcuna speranza per il futuro, erano gli anni intorno al 1950, Gianni fu solo di papà e mamma, della sorellina, del nonno che lo adorava. Nessun centro, nessuna scuola lo ha più ospitato, nessun’ altra persona lo ha accudito anche solo per un giorno. “Non ci piacevano i centri che ,in quegli anni lontani, poteva accoglierlo e poi…poi ci pareva inutile, rischioso, temevamo per le sue crisi epilettiche. Stava bene con noi e noi eravamo contenti di stare con lui.

Ma avete dovuto rinunciare a tante cose, viaggi, divertimenti…amici..
Eh sì, sorride Valeria, eppure eravamo tipi avventurosi prima. Ci piaceva viaggiare..pensi siamo venuti a Roma dall’Istria in viaggio di nozze per la prima volta nel ’42… c’era l’oscuramento…in pensione ci davano la fettina nascosta sotto l’insalata….E anche dopo sposati andavamo a sciare, a ballare ….prima.
“E dopo, con Gianni da seguire giorno per giorno, non avete potuto fare più niente, niente di quello che vi piaceva fare”.
“Era la nostra vita, l’abbiamo accettata: ci siamo detti: Gianni è nostro figlio, è come è, noi lo amiamo e lo ameremo per sempre così come è”.
Giulio non sembra avere troppi rimpianti, in realtà. “Abbiamo comprato la macchina proprio per lui, per portarlo in gita. D’estate andavamo a Santa Marinella, avevamo preso in affitto un appartamento, un attico molto bello. Eravamo contenti. Dalla terrazza ci godevamo il mare, anche senza scendere in spiaggia e Gianni ci stava così bene….”
Gianni, naturalmente, è presente al nostro colloquio. È seduto sul divano, vicino al papà. Ci guarda con attenzione, sembra voglia studiarci per capire chi siamo e come siamo. Ogni tanto, silenziosamente, infila il suo braccio sotto quello del papà e resta così.

Era la nostra vita, l’abbiamo accettata: ci siamo detti: Gianni è nostro figlio, è come è, noi lo amiamo e lo ameremo per sempre così come è”

E i suoi genitori continuano a parlare di lui.
“È un ragazzo dolce, così affettuoso, ci ringrazia con gli occhi per quello che facciamo per lui. Non si sporca mai. Fin da quando era piccolo è così. Anche se qualche volta lasciamo passare il suo orario, sa controllarsi…È bravo…gli siamo grati per questo…”

“Allora niente rimpianti; e quali sono invece i ricordi più belli, i momenti particolari trascorsi con lui?”

“La sua prima Comunione a Loreto, con gli amici di Fede e Luce… il vescovo e poi la festa. È stato tutto molto bello. E poi c’è stata un’altra giornata molto bella: la ricordo ancora come fosse ieri, ma sono passati tanti anni… Facevamo sempre in una sola tirata il viaggio di ritorno da Fiume in Istria a Roma. Era stancante ma temevamo le pensioni e i ristoranti… gli sguardi della gente… Invece una volta ci siamo decisi. Su consiglio di un amico ci siamo fermati in un ristorante poco dopo Bologna. Cercavamo un tavolo in un angolo. Non ci crederete: ci hanno fatto accomodare al tavolo più bello, al centro della sala. Ci hanno accolto con tanta gentilezza. E poi la bella scala per salire alla nostra stanza, la corsia rossa, la ringhiera… mi ricordo ogni particolare. Siamo stati tanto bene e non ce lo aspettavamo.”

E gli anni sono passati, tanti. Gianni non è più il bambino sottile con gli occhi belli e seri delle prime fotografie: ora è un giovanotto, un uomo un po’ appesantito.

Solo gli occhi sono quelli di un tempo, belli e scuri, occhi innocenti. È la sua mamma, ancora dritta ed elegante ha quasi ottanta anni, il papà gli ottanta se li è lasciati alle spalle da un pezzo e M. la bella sorella tanto amata e che tanto amava Gianni non c’è più. Ci sorride, bionda ed elegante in una foto messa al posto d’onore sopra la credenza e quasi non osiamo parlare anche di questo strazio. Ma è Vally che dolcemente ricorda “Una brutta malattia… anche dopo l’operazione non si lamentava. Non voleva preoccuparci di più. Gianni si sedeva vicino al suo letto, le faceva compagnia…”

E ora? Cari amici, ora bisogna pensare a cosa fare per quando non sarete più in grado di aiutarlo… Anche adesso vi costa fatica, ma quando uno dei due se ne andrà, quando non ci sarà più nessuno dei due…
Vally e Giulio si guardano, scuotono la testa, si fanno seri…
“Questo è davvero difficile: separarsi da Gianni, adesso, mentre siamo ancora in grado di aiutarlo? Impossibile: finché possiamo ci vogliamo pensare noi… poi si vedrà.”

Ma no, insistiamo, è necessario cercare subito: meglio farlo fin che siete così in gamba. Potrete scegliere quello che vi sembra più opportuno per lui, un centro o una casa-famiglia. Oggi ci sono possibilità diverse. Potrete conoscere le persone che si prenderanno cura di lui. È importante abituare Gianni alla nuova situazione gradatamente, con il vostro aiuto.

Sì, è tutto vero acconsentono. Ora sembrano d’accordo, però…
Vally tace. Si guarda attorno: la sua bella casa luminosa, i mobili eleganti, i quadri, le fotografie, i ricordi, tutte cose che Gianni vede da sempre, che sono il suo mondo… e loro tre insieme intorno al tavolo, davanti alla televisione, da soli per tanti anni.

“Ci penseremo, ci penseremo. Fino a quando possiamo fare da soli però, è inutile.”

Giulio alza gli occhi al cielo, insieme sconsolato e sorridente. “È sempre così sospira se prendo il coraggio io è lei che ferma tutto… se è lei a farsi coraggio io freno… È difficile, troppo difficile.”

Eppure, cari amici, bisogna proprio darsi da fare, conoscere, decidere… È l’ultimo grande gesto d’amore per Gianni… e sarà lui ad esservi grato, tantissimo, anche per questo”.

Tea Cabras, 2000

Per loro, nuove possibilità

Negli ultimi anni grandi Associazioni, come l’ANFFAS, la Nostra Famiglia, la Sacra Famiglia, etc., hanno realizzato e hanno in progetto nuove forme di residenzialità per i disabili gravi adulti. Inoltre anche Istituti di lunga tradizione come il Don Guanella, il Cottolengo, il San Giovanni di Dio, hanno ripensato il modo dell’accoglienza e hanno modificato le loro strutture, rendendole più rispettose della privacy e più vicine all’atmosfera di una casa tradizionale. Per tutto questo vale la pena di informarsi subito e anche noi in un prossimo numero riporteremo notizie e dati più precisi.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.69, 2000

Sommario

Editoriale

Rosamaria di M. Bertolini

Speciale: La sua vita nelle loro mani

Gli siamo grati per questo di T. Cabras
La sete e l’acqua della speranza di don Marco Bove
“Coraggio Immacolata!” di Pennablù

Articoli

Mettersi in gioco di Silvia Tamberi
A proposito di sentimenti: la recensione a cura di T. Cabras e N. Livi
Villaggio senza barriere di M. Lenzi
Conferenza nazionale sull’handicap di C. C. Barbieri
La sofferenza di J. Vanier

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Il libro di Johann “Io vi ho amati tutti”, Johann Heuchei
Clara va al mare - Recensione, Guido Quarzo

“Gli siamo grati per questo” – La testimonianza dei genitori di Gianni ultima modifica: 2000-03-28T12:16:21+00:00 da Maria Teresa Mazzarotto

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