Marco è arrivato a frequentare la prima media dopo un cambio di residenza che lo allontana da tutte le amicizie della scuola elementare. I primi giorni dell’anno scolastico appariva disorientato, ma mostrava un profondo bisogno di socializzare con i nuovi compagni.In alcune situazioni per facilitare l’accettazione negli altri descrive se stesso e la sua famiglia in maniera distorta: per esempio il padre da semplice operaio veniva trasformato in un avvocato di successo, lui da semplice spettatore diventa medaglia d’oro del nuoto. Tutto questo per sentirsi più adeguato ai compagni che, una volta scoperta la verità,hanno cominciato a deridere e lentamente ad isolarlo.

Nel rendimento scolastico ci si è presto accorti che esistevano delle difficoltà riconducibili, non tanto, come sosteneva la famiglia, ad una scarsa qualità del precedente ordine di studi, ma a qualcosa che necessita una ulteriore osservazione da parte nostra.

Le maggiori perplessità riguardavano soprattutto aspetti contraddittori nel suo rendimento: a domande estremamente semplici subentra una sua totale inadeguatezza, mentre di fronte a ragionamenti e considerazioni più complesse, in cui nessun altro compagno riusciva, Marco inaspettatamente forniva la soluzione corretta. Le difficoltà apparivano sia così specifiche da non poter essere collocate all’interno di un’immagine positiva, sia così incongrue da non poter essere negative. Tale incongruenza si univa a difficoltà nella lettura, nell’uso degli strumenti tecnici, nel calcolo, nell’organizzazione spazio temporale, nella memorizzazione di una semplice sequenza di movimenti, nel mantenimento dell’attenzione e della concentrazione.

Queste osservazioni hanno portato gli insegnanti a consultare la famiglia e a suggerire un controllo specialistico.
La reazione dei genitori è stata quella di continuare ad attribuire tutte le difficoltà del figlio alla modesta preparazione ricevuta precedentemente e alla superficialità del suo impegno. Pertanto i genitori promisero di garantire una maggiore attenzione e un sostegno assiduo nello studio a casa, convinti che ciò sarebbe stato sufficiente al superamento della prima media. Gli insegnanti nell’ottica di incoraggiare Marco e di provare a rafforzare la motivazione allo studio e la sua già bassa autostima, decise di promuoverlo alla classe successiva.

Alla ripresa delle attività didattiche si sono riscontrate le stesse difficoltà dell’anno precedente. Inoltre il graduale ed inevitabile aumento delle richieste da parte dei docenti, ha incrementato nel ragazzo il senso di frustrazione che, unito ad un ulteriore calo dell’attenzione, ne ha rallentato ulteriormente l’apprendimento.

Alla luce di questo, il corpo insegnante, con maggior decisione, ha quindi invitato la famiglia ad approfondire seriamente il problema presso un centro specializzato nei disturbi dell’apprendimento.
Le visite effettuate hanno riscontrato che Marco è normodotato sul piano intellettivo, presenta disgrafia e difficoltà nel calcolo. Ciò Ha una ricaduta sugli aspetti visuo costruttivi,spaziali e grafici che generano un forte senso di inadeguatezza e ridotta motivazione.Questa diagnosi, se da un lato ha consentito agli insegnanti di dare una connotazione specifica al problema e quindi ad attivare delle strategie di intervento mirate, ha creato nei genitori un notevole disorientamento e pesanti sensi di colpa.

Quello che è stato sempre confuso per pigrizia e superficialità, causando nei genitori comportamenti di rimprovero e maggiore severità, in realtà era la manifestazione di un disturbo vero e proprio; se fosse stato individuato precocemente, avrebbe risparmiato, a Marco, tante frustrazioni, sofferenze ed incomprensioni.

Il papà, con un grande senso di angoscia, ha ricordato le numerose volte nelle quali, vedendo suo figlio eccessivamente impaurito nel saltare un ostacolo banale, oppure nello stare in equilibrio su una sedia, lo rimproverava aspramente forzandolo a superare queste sue paure. Solo in quel momento ha preso coscienza di quanto dolore, involontariamente, avesse causato al figlio.
Finalmente per Marco è giunto il momento del “riscatto”. Avendo una diagnosi si è potuto provvedere alla richiesta dell’insegnante di sostegno che dall’anno prossimo affiancherà la classe intervenendo con un programma individualizzato sul percorso scolastico di Marco.

Come insegnante tiro le dovute conclusioni riflettendo sul fatto che tutto il corpo insegnante avrebbe dovuto soffermarsi maggiormente sulle situazioni problematiche con uno sforzo ulteriore. Per ragazzi con disturbo dell’apprendimento i progressi sono lenti e a volte impercettibili, quindi è basilare che l’insegnante abbia la pazienza di capire che, più degli altri, hanno bisogno di essere rassicurati, appoggiati, incoraggiati e soprattutto amati.

Un’insegnante, 2009

Gestire le integrazioni a scuola

Luigi D’Alonzo, Editrice La Scuola
Per gli insegnanti che vogliono affrontare il proprio lavoro con competenza segnaliamo un nuovo contributo per gestire le integrazioni a scuola. Gli insegnanti. devono far fronte alle esigenze del cambiamento continuo e non possono rinunciare al bisogno di aggiornamento. La lettura di questo testo può essere un valido supporto per riflettere sul proprio comportamento in classe, migliorando gli aspetti carenti, ma soprattutto attingere nuove energie per affrontare con maggiore consapevolezza la sfida dell’integrazione degli alunni con problemi cognitivie comportamentali.Il libro è strutturato in maniera chiara presentando le teorie di riferimento, gli orientamenti pedagogici in chiave pratica. Inoltre,nell’ultimo capitolo, si può trovare una guida specifica per le singole tipologia di disabilità.
L.N.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.105

Sommario

Editoriale

Lettera aperta ad una maestra, di M. Bertolini

Scout e disabilità

Un buon modo per crescere di Benedetta
Un ambiente educativo anche per Maria di M. Fanti
Per me lo scoutismo di Alice
Un incontro tra capi di R. Dinale
Lettera ai compagni di Matteo di M. e L. Ferrini

Disturbi delllapprendimento

Una bambina “disprattica” di Luisa
Etichettato “idiota” di Arnaud Franc
Ho scoperto la sofferenza dei miei figli di S. Franc
Qual è il vero Marco, di un'insegnante
La difficile storia di Enrico di una mamma

Altri articoli

Verso sera di Pennablù
Fede e Luce: si cambia! di C. Tersigni

Libri

La vita come è per noi, M. Bérubé
Mamme che amano troppo, O. Poli

Disturbi dell’apprendimento: qual è il vero Marco ultima modifica: 2009-09-10T11:08:50+00:00 da Redazione

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.