Quando ho passato il primo Natale nella famiglia di mio marito, lo zio Jurgens era là. Non era potuto venire al nostro matrimonio, ma l’ho visto ad ogni festa di famiglia e sempre d’estate al mare quando ci ritroviamo tutti insieme.
Lo zio è uno di quelli che chiamiamo spastici, non grave, ma cammina con difficoltà, i suoi gesti non sono coordinati (non può tagliare la carne ad esempio) ed ha anche un certo ritardo mentale. Ora ha 62 anni.

Molti anni fa dunque è nato in una famiglia dove c’erano già quattro figlie. Accolto con gioia immensa, come accade a un maschietto dopo quattro bambine, non solo dai suoi genitori ma anche dalle quattro sorelle già grandi, felici di partecipare alle cure materne verso il nuovo nato.
Molto presto si accorsero che questo bambino aveva dei problemi ed esigeva cure continue e speciali.
In un’epoca in cui la riabilitazione come scienza non era ancora nata, la famiglia intera con l’aiuto di diverse persone si diede da fare per aiutare i progressi del bambino e il suo sviluppo. Jurgens ha così imparato a camminare anche se tardi e mai in modo perfetto; ha acquisito una certa autonomia e può perfino leggere e battere a macchina. Le sorelle sono cresciute, sono partite per gli studi, si sono sposate. Quando Jurgens ebbe 28 anni, sua madre pensò che bisognava prevedere e quindi provvedere al suo futuro, alla sua sicurezza e che non poteva lasciare questo grave compito sulle spalle delle figliole. Cercò e trovò una specie di istituto-comunità, di ispirazione cristiana, dove Jurgens è andato a vivere. Non senza dolore. Una mia zia, sorella di Jurgens, qualche anno fa, mi raccontava che era stata lei ad accompagnare il fratello in questa nuova dimora perché sua mamma era troppo addolorata dalla separazione. Jurgens ritornava spesso a casa e non perdeva vacanza o festa di famiglia.
Gli anni sono passati. Il padre e la mamma Jurgens hanno lasciato questo mondo.

Jurgens ha un luogo dove vivere, dove si sente al sicuro, a casa sua, e utile perché ha un piccolo lavoro. Ma ha anche sempre la sua famiglia: ognuna delle quattro sorelle lo accoglie a casa ogni tanto e, come ho detto prima, ci raggiunge d’estate ed è pieno di gioia quando osserva la vita e i giochi dei suoi numerosi nipoti e nipotini.
Alla morte della mamma, una delle mie zie ha preso il suo posto ed è ora la sorella responsabile di Jurgens. Gli scrive ogni settimana, si occupa del suo guardaroba, dei suoi soldi e di ogni altro problema.

Credo che la nonna di mio marito sia stata molto ragionevole nell’organizzare la vita di suo figlio. Non penso che lo zio Jurgens si sia mai sentito abbandonato. Ha avuto un grande choc alla morte della mamma, ma proprio perché la sua vita era già organizzata, ha potuto farvi fronte molto più serenamente.
Mi sembra che ogni altra soluzione l’avrebbe prima o poi fatto soffrire molto di più.
E per concludere posso dire che lo zio Jurgens fa veramente parte della nostra famiglia.

di Nicole Schulthes, 1986

Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.16, 1986

Sommario

Editoriale

Prepariamolo a vivere con gli altri di Maria Egg
Tutto quello che ha fatto per noi di Brunella D'Amico
Ora che sono sola… non sono più sola di Luisa Spada
Festa in casa con lui di Rita Ozzimo
Perché ho dato una mano di O.B.
Il convento: una seconda famiglia per Giampiero di Nicole Schulthes
Vederli migliorare di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Quando arrivano i "Fatt’ Curagg" di E. Teresa Biavati
Come i cerchi nell’acqua di Carla Piccoli Dal Maso
Vivere l'ultimo istante di Christiane Jomain

Lo zio Jurgens ultima modifica: 1986-12-28T11:35:18+00:00 da Nicole Schulthes

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