Quando vi accorgete o venite a sapere che vostro figlio è ritardato nell’intelligenza è ben magra consolazione sapere che non siete i soli ad avere un figlio così.
Nei primi anni pensate che nessuna coppia ha incontrato una simile disgrazia e per questo vi sentite esclusi dalla cerchia dei genitori di figli normali.
Infatti, prima della nascita di questo figlio, probabilmente non avevate mai notato che la debilità mentale può apparire in ogni famiglia, che esiste in ogni paese del mondo, in seno a ogni razza, fra i ricchi e i poveri, fra potenti e fra gli umili, fra i colti e gli analfabeti.
Quando poco per volta vi rendete conto di ciò, allora vi vien di pensare che una situazione così è più facilmente accettabile da famiglie diverse dalla vostra. Se avete una posizione sociale in vista, penserete che persone più semplici possono sopportare più facilmente che loro figlio sia mentalmente deficiente perché loro non hanno le ambizioni che voi avete per lui. Se siete di quelli per i quali la sola scuola è stata la vita, penserete che le persone colte troveranno più facilmente una risposta a tutti i «perché» che vi angosciano a proposito di vostro figlio. Se vivete in campagna o in un piccolo centro, penserete che i problemi da risolvere sono più facili per chi vive in città, perché là certamente ci sono maggiori possibilità per aiutarlo. Se vivete in città, penserete che un bambino limitato è senz’altro più a suo agio in un ambiente agricolo. Se fino ad oggi avete trascorso la vita senza la Fede, penserete che è più facile per chi è «pio» accettare un simile colpo dalla sorte; se invece appartenete alla gente «religiosa», che un ateo capirà meglio una tale «punizione»…

Se riusciremo a renderlo contento, calmo, ben educato… la gente lo accoglierà più facilmente e con piacere

Il fatto è che tutti i genitori sono traumatizzati e atterriti quando vedono che il bambino nel quale hanno posto tutte le speranze e per il quale sognano grandi cose, con ogni evidenza avrà bisogno di aiuto per tutta la vita.
E’ naturale e normale che non si accetti la realtà subito così com’è e che si cerchi di persuadere se stessi e gli altri che il bambino è sano. Per ogni genitore è molto duro e difficile non vedere crescere con gioia e un po’ di fierezza il proprio figlio, non vederlo alla pari con i coetanei. Duro, terribilmente duro pensare che i sogni fatti prima della sua nascita non si realizzeranno mai…
E’ normale per i genitori sorvegliare lo sviluppo di un bambino normale e fare di lui una persona utile e, per quanto si può, serena nella comunità umana. Pare non meno necessario dare tutto l’aiuto possibile a un figlio con handicap mentale per avvicinare il più possibile anche lui, a questa meta nei limiti delle sue condizioni. Se riusciremo a renderlo contento, calmo, ben educato, pulito, docile, la gente lo accoglierà più facilmente e con piacere. Tutto sarà più facile anche a casa e la famiglia intera vivrà più tranquillamente e con maggiore serenità.
Un bambino che si comporta bene suscita più simpatia di uno maleducato. L’amicizia che riceve e della quale risente, ha un effetto molto importante sul suo carattere; gli dà il senso (così prezioso) di sentirsi amato. Parenti, conoscenti, vicini, anche loro devono abituarsi a trattare con lui. Per questo ogni mamma di un bambino visibilmente ritardato si fa cento domande su come dirlo agli altri, come avvisarli.
Fino a quando i genitori non sono tranquilli nei confronti del figlio, non possono parlarne agli altri. Fino a quando non riuscite ad accettarne i limiti, pensate che nessun altro, all’infuori di voi, può capire i vostri problemi. Se non riuscite ad essere obbiettivi, cercherete sempre di costruire attorno a voi un edificio di segreti, di abbellimenti, perfino di bugie, per il quale spendete invano molte energie. E vedete questa costruzione minacciata solo perché qualcuno vi chiede semplicemente come sta il bambino; temete un disegno segreto nascosto in questa piccola frase. Se qualcuno poi chiede, senza secondi fini, che età ha vostro figlio, vi sentite profondamente feriti. Tutto ciò vi porta ad allontanarvi dagli altri. Questo nuoce alla famiglia come al bambino perché lo private del contatto sociale di cui ogni persona ha bisogno per svilupparsi e crescere. (…) Fino a quando non volete riconoscere che al vostro bambino manca qualcosa, cercherete di abbellire il suo stato agli occhi degli altri, inutilmente perché gli altri, molto probabilmente, hanno già notato, forse prima di voi, che il bambino è diverso: si ha sempre più obbiettività con i figli degli altri che con i propri, si vedono i loro difetti meglio di quelli dei propri figli.

L’amicizia che riceve e della quale risente ha un effetto molto importante sul suo carattere; gli da il senso, così prezioso, di essere amato.

L’esperienza mostra che i ragazzi con deficit mentale, se beneducati e abituati alla gentilezza, avranno anche un buon carattere e quindi potranno essere persone molto simpatiche, e la gente conoscendole anche poco, presto abbandonerà i pregiudizi. Forse dovrete parlare con questo o quel vicino dello stato del vostro figliolo, dei suoi limiti, delle vostre pene e preoccupazioni. Questi lo farà con i propri figli perché possano capire e comportarsi con lui in modo giusto, perché lo possano aiutare e, se occorre, proteggerlo.
Questo vale anche per i parenti. Anche qui il comportamento sereno dei genitori può aiutare. Potrete evitare testimonianze superflue di compassione se voi stessi riuscirete a riconoscere che vostro figlio non è solo un peso, ma che sa, come ogni figlio, darvi anche gioie. Quando i parenti si renderanno conto del vostro atteggiamento positivo nei confronti di vostro figlio handicappato, si sentiranno meno obbligati a darvi consigli… non sollecitati. Si eviteranno inoltre incertezze, tensioni e opinioni divergenti. I consigli, di vicini e parenti, di tentare ancora un’altra strada o di consultare un altro specialista, non vi faranno più perdere l’atteggiamento conquistato a fatica di accettare l’inevitabile.

Fino a quando non riuscite ad accettare i limiti, pensate che nessun altro all’infuori di voi può capire i vostri problemi

E poi i parenti, nonni, zii, cugini, diventeranno per lui un grande aiuto: se ne prenderanno cura ogni tanto, dandovi un po’ di distensione così necessaria.
Non abbiate paura di accettare un po’ di aiuto. Non respingete il desiderio di darvi una mano e la buona volontà che vi viene dimostrata.
E’ così importante per vostro figlio vivere ogni tanto con altre persone e non solo con voi. Questi momenti di separazione sono molto utili per la sua vita futura.

Tratto da Mon enfant n’est pas comme les autres, Guide pour les parents, les amis, et les responsables d’enfants débiles mentaux di Maria Egg, ed. Delachaux Niestlé, 1963/73

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.16, 1986

Sommario

Editoriale

Prepariamolo a vivere con gli altri di Maria Egg
Tutto quello che ha fatto per noi di Brunella D'Amico
Ora che sono sola… non sono più sola di Luisa Spada
Festa in casa con lui di Rita Ozzimo
Perché ho dato una mano di O.B.
Il convento: una seconda famiglia per Giampiero di Nicole Schulthes
Vederli migliorare di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Quando arrivano i "Fatt’ Curagg" di E. Teresa Biavati
Come i cerchi nell’acqua di Carla Piccoli Dal Maso
Vivere l'ultimo istante di Christiane Jomain

Prepariamolo a vivere con gli altri ultima modifica: 1986-12-29T10:40:57+00:00 da Redazione

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