Superato l’impatto iniziale (trauma spastico con difficoltà respiratorie) quasi quasi avrei voluto che i medici togliessero tutti quei tubicini e la lasciassero andare…
Ho capito che l’impegno per la sua crescita sarebbe stato tutto nostro ( di mia moglie e mio). Da quel momento cerchiamo di renderla sempre più autonoma, individuando le cose che può fare da sola e quelle per le quali è indispensabile il nostro intervento, il nostro aiuto. Vi arriviamo con molta pazienza, tenacia e , perché no… qualche volta con durezza!

Per il mio lavoro sono legato ai turni ma sto volentieri con Arianna quando sono a casa, aiutandola a fare i compiti (detta le risposte ai quesiti perché non può scrivere e sta imparando ad usare il computer) o accompagnandola a nuoto, alla terapia…

Per fortuna non siamo soli, Arianna è amica di tutti i suoi compagni di scuola e mantiene buone relazioni con gli altri; è molto legata alla sorella maggiore Valentina di 23 anni, e poi ci sono gli amici di Fede e Luce.

Ciò non toglie che abbiamo i nostri momenti difficili con lei! Chi non li ha con i propri figli! Talvolta non riesco, non riusciamo a capire quello che vuole, ma dopo un po’, grazie a mia moglie, a Valentina e alla riconquistata pazienza riesco a superare questi momenti!

Nel nostro continuo impegno per la sua educazione, l’amore è la componente essenziale, ma non la sola. Dagli esperti però (AIAS, psicologi della scuola…) abbiamo ricevuto aiuti di breve durata, troppo poco! Tutto finisce per ricadere su noi genitori. lo personalmente mi considero un autodidatta!

a cura di Sergio de Rino, 2005

Come educare all’autonomia: pazienza, tenacia, anche durezza ultima modifica: 2005-12-23T14:47:07+00:00 da Sergio De Rino

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