Voglio ricordarti così, con il viso disteso e sereno che avevi quando ti sei addormentata per sempre sul divano di casa quel sabato mattina di gennaio. Bellissima. Angelo tornato tra gli angeli. Finalmente libera dalla terribile sofferenza che, nell’ultimo periodo della tua vita, aveva preso il sopravvento sul tuo corpo come un uragano inarrestabile e devastante. La stessa sofferenza che, nei rari momenti di assenza, aveva accompagnato tutta la tua breve esistenza, consumando il tuo esile corpicino, deformando i tuoi muscoli, trasformando il tuo bellissimo volto da angelo ‘in una maschera inguardabile. Lasciandoci inermi, impotenti, di fronte all’agitazione che non riuscivamo a sedare, al-catarro che ti soffocava e non riuscivamo ad eliminare, alle febbri alte, improvvise, che scuotevano le tue deboli membra fino a farti bruciare la pelle e ti lasciavano, poi, spossata e senza forze.

Voglio ricordare il tuo sorriso che, quando la malattia concedeva una tregua, spuntava sul tuo viso. Dolcissimo. Indimenticabile. Segno di gioia e felicità per un suono, una canzone, una frase, una carezza e che da solo riusciva a cancellare ogni amarezza, sacrificio e fatica quotidiana.

Voglio ricordare i nostri momenti trascorsi insieme. Unici. Meravigliosi. Quando ti tenevo sulle ginocchia e ti leggevo le fiabe, ti cantavo le canzoni e ti facevo ballare… e poi ancora quando, piccolo cucciolo, ti addormentavi appoggiandoti teneramente sul mio petto ed io rimanevo immobile, trattenendo il respiro per non svegliarti, oppure quando ti ripetevo per tutto il giorno senza stancarmi: “ti voglio bene”.

Voglio ricordarti, piccola eterna bambina, da proteggere da tutto e da tutti e da accudire in ogni passo come un bimbo appena nato, anche se “appena nata” non lo eri più e con il trascorrere del tempo crescevano in me le preoccupazioni per il tuo futuro.

Voglio ricordare la tenerezza e la dolcezza del tuo sguardo illuminato da grandi e profondi occhi scuri. Creatura fragile e delicata come un cristallo prezioso, ma nello stesso tempo anche forte e tenace nel sopportare e combattere il dolore, con tanta voglia di vivere nonostante tutto.

Voglio che di te mi resti il ricordo delle infinite e profonde emozioni che hai saputo darmi e di tutto ciò che mi hai insegnato con il tuo coraggio e la tua semplicità, lontana dai canoni imposti dalla società attuale che emargina e rifiuta i più deboli, i diversi, gli indifesi, per esaltare chi è, in apparenza, perfetto e senza difetti;

tu, piccolo uccellino che non sapevi volare e che ora voli libera nel cielo;
tu che non hai mai potuto correre, parlare, camminare;
tu che hai riempito tutti i giorni, le ore, i minuti, i secondi della mia vita e che hai dato un senso alla mia esistenza;

dammi ora la forza per andare avanti, nella speranza che tutto questo, un domani, non resti solo un ricordo.

Donatella Marazzini, 2005

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.90

Sommario

Editoriale

Nel mare di Assisi di V. Giannulo

Ricordo di Giovanni Paolo II

Non sembrava né prete né Papa di Nicolina di Pirro
Io e Karol di Immacolata
Visto da vicino di F. e S. Poleggi
Il regalo” di TAU comunità di Arcene
Giovanni Paolo II e le persone disabili

Il nostro Don Francesco

Abbiamo imparato che i nostri figli sono persone vere di Maria Varoli
Trent'anni pieni d'amore di G. Ferrari

Articoli

Elena e il mistero di F. Poleggi
Paradiso Infernale di M. Pensi
La domanda ultima di d. Antonio Torresin
Le chiavi di casa di R. M. Sanzini
Controvento di L. M. Loy

Ai nostri ragazzi piace il bello

Incontriamo Giotto di Anna Maria de Rino
Proposte di Laura Nardini

CONCORSO “RACCONTA LO SGUARDO”
Alla mia bambina di D. Marazzini

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Il mondo delle cose senza nome, D. Rossi
Fratello Sole Sorella Down, I.Manzato e F.Bellan

Alla mia bambina ultima modifica: 2005-06-17T14:18:25+00:00 da Donatella Marazzini

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