Abbiamo visitato la Comunità alloggio “La Cascina” di Villa d’Almè una mattina di fine agosto. Sebbene piovesse, la bellissima casa, risultato di una ristrutturazione di un vecchio cascinale, appariva ridente. Marco Crippa, il coordinatore responsabile della Comunità, ce ne ha parlato per l’ora intera che gentilmente ci ha messo a disposizione.

Guardando il fabbricato e ascoltando come funziona l’organizzazione, uno si sentiva pervadere da un senso di gioia e di sorpresa perché tutto sembra davvero nato e finalizzato a offrire una qualità di vita buona e ricca.

Dell’origine e dell’organizzazione pratica della Cascina ci occupiamo in una scheda specifica mentre vorremmo dire perché essa ci ha impressionato in modo così favorevole. Per esempio l’importanza data al lavoro che non è visto come un mezzo per riempire le lunghe ore della giornata, né per il suo effettivo aiuto alla socialità, né per la possibilità, decisamente positiva, di percepire un giusto compenso per la propria opera…il lavoro è considerato come una vera e propria componente della personalità come il gioco e il riposo, di un disabile psichico come di qualunque altra persona del mondo.

E inoltre, cosa intende offrire la Cascina alle persone che accoglie? Non vuole chiaramente essere per loro né una risposta riabilitativa di tipo sanitario, né educativa, né solo sociale. Vuole essere una risposta di vita. La gente che lavora e vive con gli ospiti vuole dare ciò che una mamma e un papà cercano di dare ai loro figli: una vita buona, l’attenzione ai bisogni e alle potenzialità, la ricerca del bene con affetto e con intelligenza.

E come intende dare questa risposta? Non pensando di potere da sola soddisfare le tante necessità che insorgono, ma cercando di ridestare a questo compito anche la comunità locale: la gente che vive nei dintorni, la parrocchia, il Comune naturalmente, persino i negozianti. Tutti vengono sollecitati a partecipare a questa azione di accoglienza e di cura, facendo appello al desiderio che tutti hanno di creare un ambiente di civiltà e di serenità. Ma si può dire: come é possibile, in un’ora di visita, arrivare a queste considerazioni diciamo ottimistiche? Per tanti fatto ri: il modo in cui la struttura è nata.. la complessità delle sue risorse, la moltepifcità dei sostegni, l’azione dei volontari, la filosofia che traspariva dalle parole del suo Responsabile e. perché no, anche dal modo pacato e autorevole con cui “le parole” veni vano dette.

É importante dire che tutti gli ospiti hanno fatto notevoli miglioramenti?

L. B., 2003


Scheda

Il Consorzio La Cascina” (una cooperativa sociale a.r.l.) si trova a Villa D’Almè, comune in una ridente posizione alle porte di Bergamo.

Origini

È una comunità di accoglienza, sorta otto anni fa per iniziativa delle ACLI di Bergamo, della fondazione ENAIP della Lombardia e di un consorzio di quattro cooperative sociali locali: la Cooperativa “Lavorare insieme di servizi alla perso- na, la Cooperativa “Koinè” per l’inseri mento al lavoro, le Cooperative “La Flo ra” e “La Serena” operanti nel campo della cooperazione e dello sviluppo.

Trasformazione

“La Cascina”, realtà complessa nata per un’assistenza più circoscritta, fu in seguito ampliata nella direzione della residenzialità completa, della promo zione dello sviluppo degli utenti quando ci si rese conto che più ampie erano le reali esigenze nella zona, del tutto man cante di comunità alloggio. All’inizio, non sono mancate alcune opposizioni in am bito locale all’insediamento del consorzio: difficoltà peraltro superate, ed oggi gli ospiti circolano anche senza accompa qnatori all’esterno delle aree di stretta pertinenza della Cascina.

Finanziamenti

Per il progetto sono stati messi all’inizio a disposizione delle cooperative sei miliardi di vecchie lire, mentre ulteriori contributi sono venuti dalla Chiesa locale, da un istituto bancario, dalla gente. Og gi, al soggiorno dei ragazzi ospitati contribuiscono ASL, Comuni e famiglie.

Struttura e attività

La Cascina è un’ampia e articolata costruzione su due piani che offre resi denzialità completa a un piccolo gruppo di persone che si trovano nell’impossibili tà di vivere in famiglia: esse costituiscono due comunità, ciascuna con un proprio appartamento, una ad alta protezione per disabili gravi di natura psichica (attual mente in numero di cinque) e l’altra, a media protezione, per i disabili più lievi di natura psicofisica (ora in numero di sette),

Residenzialità completa è inoltre assicurata alla famiglia di uno dei dipendenti che assicura così la sua presenza alla Cascina 24 ore su 24, con compiti anche di custodia. La Cascina – che è dotata di 90mila metri quadrati di terreno e di un vigneto ospita anche cantine per la lavorazione di un vino DOC e la cooperativa agricola.

“Oikos”, sempre finalizzata all’inserimento lavorativo dei disabili. E. ancora, sale di riunione per percorsi formativi del sin dacato e di altri enti sociali operanti nel l’area.
Sempre perseguendo l’inserimento nelle realtà locali il consorzio offre anche altri servizi al territorio: da quelli di natura formativo-assistenziale, all’auto-mutuo aiuto per le famiglie di portatori di handi cap nella provincia, alla disponibilità per i pronti interventi.

Il personale

Operano nella Cascina – oltre alla di rettrice Cinzia Finazzi e al coordinatore responsabile Mario Crippa undici di pendenti fra ausiliari socio-assistenziali, operatori socio-sanitari e operatori pro fessionali. Si aggiungono a questi alcuni volontari: tre operano nel settore del ser vizi, una decina accompagnano gli ospiti in una serie di attività quotidiane.

E in più…

Agli ospiti della Cascina i pasti vengono forniti da un ristorante “esterno”, cosi come sempre per evitare l’isolamento è stata costituita la ricordata cooperativa agricola “Oikos”.
Per quanto riguarda l’ispirazione culturale, il consorzio si situa nell’area cattoli ca. La gestione comunque si attiene al criteri della laicità.

G. B., 2003

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La cascina di Villa D’Almè ultima modifica: 2003-12-22T12:57:54+00:00 da Lucia Bertolini

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