Vogliamo dirle la nostra gratitudine per quanto ha fatto per tanti genitori, amici e ragazzi disabili di Fede e Luce di Roma, che hanno bussato alla porta dell’Istituto Nazareth nel corso di quasi trent’anni.

Ci eravamo così abituati alla sua affettuosa accoglienza, (sempre con le braccia aperte come se aspettasse dei figli e dei nipoti in visita); alla sua complicità nei nostri incontri (l’andare su e giù per le lunghe scale per aprirci varie porte, per portarci un pallone dimenticato, per fornirci il sale e lo zucchero mancante ai nostri pranzi in “casetta”); alla sua silenziosa e discreta presenza durante le nostre tumultuose celebrazioni in cappella, da lei preparata sempre con cura e adornata con amore; al suo accostarsi a noi timidamente per chiedere notizie di chi stava male, o per suggerirci di invitare una famiglia nuova da lei conosciuta.

Ci eravamo così abituati che ci sembrava facesse parte di Fede e Luce in un modo tutto suo particolare: sono tutta con voi, sembrava dirci sempre; non mollate, il Nazareth sarà sempre la vostra casa – E noi ne abbiamo approfittato: segreteria, convegni, incontri in casetta, laboratorio, cerimonie di ricorrenza…

Mai in lei, divenuta un grande sostegno per tutti, abbiamo visto disapprovazione, critica, stanchezza per la nostra invadenza anche a tarda serata.
Alla messa del suo “arrivederci”, c’era un suo collaboratore nei lavori di manutenzione alla grande casa ottocentesca. L’ho sentito salutare una suora così: “Le donne come questa non dovrebbero morire mai!”

Noi siamo certi che non ci ha lasciato, che ci proteggerà con affetto ancora maggiore di quello che ha manifestato ad ognuno di noi e per il quale le diciamo il nostro commosso Grazie.

Grazie, Madre Pantanella ultima modifica: 2003-12-22T12:40:36+00:00 da Redazione

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