Quello che vorrei arrivare a fare, con i ragazzi del laboratorio “Diverse abilità”, è uno spettacolo serio, al livello professionale! ci aveva detto, nella sua intervista Alessandra Panelli. Con il “Cirano” ha raggiunto il suo scopo, non c’è dubbio. Lo pensiamo, senza sentirci di parte, mentre ci godiamo barrivo dei guitti sulla piazza del paese e i lazzi e le pantomime di Arlecchino e Pulcinella, mentre ammiriamo la parata a suon di musica e sventolio di piume dei cadetti di Guascogna, mentre assistiamo al dolore muto di Rossana per la morte di Cristiano, mentre ammiriamo i corpo a corpo della battaglia, illuminati da bagliori di luce livida.

Gli attori sono tutti ragazzi disabili (sono down, fisici in carrozzella, spastici, disturbati mentali).

Sulla scena non compaiono persone “normali” anche se la direzione, dietro le scene, deve essere ferrea e i buttafuori e i suggeritori devono lavorare a pieno ritmo.

Come si può arrivare a questo risultato?
Vorremmo si trattasse di un segreto da svelare a tutti gli amici che amano fare teatro, invece si tratta di tanta passione, di tanta specifica competenza, di lunghi mesi di lavoro, di mezzi tecnici messi a disposizione, di capacità di coinvolgere i ragazzi nel gioco del teatro.
Tentiamo, ora, comunque, di elencare i requisiti che, a nostro avviso, hanno reso possibile questo risultato.

  • La scelta del testo, innanzitutto, non certo facile ma pieno di fantasia, di azione e di cui un diverso, dal grande naso, è il protagonista.
  • L’idea di regia di adattare il testo alle possibilità degli attori, con l’espediente del gruppo di guitti che, in una piazza di paese, rappresenta le scene principali del dramma in una sorta di gioco dell’oca.
  • La preparazione degli attori che, protratta per diversi mesi, non trascura nessun aspetto della recitazione: dal linguaggio, all’espressione corporea, alla scoperta del ritmo e dell’accompagnamento musicale.
  • La scelta dei brani musicali che, vivaci, malinconici o allegri, ora appena udibili, ora incalzanti, sempre suggestivi, sottolineano e danno evidenza all’azione.
  • Ricchezza e cura della messa in scena. I magnifici costumi della famosa sartoria Tirelli, da soli trasformano volti e figure, aiutando efficacemente il ragazzo ad entrare nel personaggio. I giochi di luce rivestono di magia ogni sequenza e sono addirittura risolutori per alcune scene più drammatiche. Gli impianti scenici, semplici ma funzionali, consentono agli attori di muoversi con sicurezza.
  • Gli attori, i personaggi. Ci sembra fondamentale l’abilità della regista nel cogliere in ognuno degli attori quel tratto caratteristico, la particolarità, l’abilità che lo rende il più idoneo ad essere l’uno o l’altro dei personaggi del dramma. Naturalmente questa prima intuizione non basta. Come ci ha spiegato Alessandra, la storia e il carattere del personaggio è esaminato con gli attori che sono incoraggiati a riflettere sulle vicende, a mettersi nei panni del personaggio da rappresentare, a proporre improvvisazioni…e avviene cosi che il bel Cristiano si esprima tranquillamente in romanesco…

In questo modo lo spettacolo esce da schemi troppo rigidi, gli attori si abbandonano a tratti al loro estro, i tempi tra le battute possono dilatarsi o ridursi, mentre piccoli intermezzi danno modo all’uno o all’altro attore di esibirsi in brevi shows.
Da tutto questo nasce uno spettacolo completo, di livello professionale, appunto, che procura divertimento a chi vi assiste, ma anche gioia e gratificazione a chi ne è protagonista.
Non ci meraviglia che dopo questa esperienza e altre prove teatrali che l’hanno preceduta, il laboratorio teatrale “Diverse abilità” dell’A.L.M. allarghi le sue prospettive di lavoro. Dovrà esibirsi, come Compagnia Stabile di Teatro, in altri paesi europei, con finanziamenti, ci si augura, europei, con contatti e scambi con altri gruppi teatrali simili, francesi e spagnoli.

Cari amici di teatro, complimenti vivissimi a tutti voi, da Alessandra Panelli ad Antonio Greco, da Arlecchino a Rossana, al bravissimo Grano e a tutti, tutti gli altri! Ci avete dimostrato cosa si può ottenere sul palcoscenico e ve ne siamo grati. Considerateci, noi di Ombre e Luci, vostri ammiratissimi fans.

M. T. Mazzarotto, 1998

Ombre e Luci n.62, 1998

Sommario

Editoriale

Aspettate, arrivo! di M. Bertolini

Creatività in teatro

Cirano insegna di M.T. Mazzarotto
Teatro in piazza di M.T. Mazzarotto
Teatro in un gruppo Fede e Luce di B. Dinale
Teatro privato di B. Dinale

Creatività

Maria e i delfini di N. Schulthes
Approfittiamo delle vacanze per imparare
Sull'Himalaya di N. Schulthes
Creatività al servizio dell'handicap

Altri articoli

Per i bambini: Alice

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Giulia non è bella, Mary Rapaccioli
Fiorangela - Un inno alla vita, Gesuina Bergamaschi
Se mi vuoi bene, dimmi di no, Giuliana Ukmar

Cirano insegna ultima modifica: 1998-06-17T09:10:37+00:00 da Maria Teresa Mazzarotto

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