Anna ha quaran’tanni. Ha difficoltà motorie e intellettive e una deficienza visiva piuttosto grave. Da qualche mese lavora in un laboratorio protetto e vive in una piccola comunità dell’Arca. E la quarta di sette figli ed è stata sempre perfettamente integrata nella sua famiglia.

Maria è la mia nipotina. Ha dieci anni. I suoi genitori hanno deciso di scegliermi come madrina prima che nascesse e anch’io lo desideravo. Questo significa tanto nel cuore. Ora ospito spesso Maria a casa mia e mi trovo molto bene insieme a lei. Con lei sono andata in vacanza. Sono un po’ come una mamma vera.
Il battesimo è avvenuto durante il mese di agosto. Le ho fatto il segno della croce sulla fronte e ho tenuto il cero pasquale. Hanno messo dell’acqua sulla sua testa e Maria ha pianto. L’ho presa fra le braccia. Era la sua entrata nella famiglia di Dio. L’accoglienza. Le campane hanno suonato a stormo per portare a tutti la notizia. Abbiamo messo la firma sul registro e abbiamo fatto le fotografie di tutta la famiglia. C’è stato un pranzo in famiglia con i confetti rosa e lo champagne. La famiglia ha festeggiato e anche la madrina.
Non bisogna preoccuparsi. Essere madrina significa accompagnare il bambino, essere disponibile, aiutarlo. Questo è importante per sempre. Vorrei aiutarla di più perché ha perduto il suo padrino, ma fortunatamente al battesimo le madrine erano due, Valeria ed io. Ogni tanto penso a lei e prego.

Anna, 1992 – da O. et L. n. 97

Maria, la mia figlioccia ultima modifica: 1992-09-07T16:26:06+00:00 da Redazione

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