Avviso: inchieste promosse dall’Arca internazionale hanno accertato gravi responsabilità di padre Thomas Philippe (la prima nel 2015) e di Jean Vanier (2020) nei confronti di diverse donne. Qui il comunicato più recente che condanna senza riserve queste azioni «in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva» e con «i principi fondamentali delle nostre comunità».

La persona fragile via verso l’unità

Jean Vanier racconta la storia di Fede e Luce e indica la strada sulle orme di Gesù
Ombre e Luci n.31, 1990
Fede e Luce è nata in terra cattolica, a Lourdes, vicino a Maria. Il movimento si è esteso in certi paesi dove la maggior parte delle persone proviene da altre chiese cristiane.
In Svizzera, in Inghilterra, nei paesi scandinavi, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in India, in Sudafrica, sono sorte comunità anglicane, protestanti. Altre sono interconfessionali.
Recentemente sono sorte comunità ortodosse.
Dopo secoli di divisione e di contrasti, cristiani di confessioni differenti cominciano ad incontrarsi. Sono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Appartengono a Gesù e vogliono seguirlo. Ciò che li unisce è molto più forte di ciò che li divide!
Nei primi anni di Fede e Luce, quando c’erano solo comunità fondate sulla fede cattolica, qualche famiglia protestante ci ha raggiunto. Erano felici di far parte di una vera comunità doye i loro figli potevano essere accolti e trovare il loro posto. Ma l’Eucarestia — il Corpo di Gesù — fonte d’unità e d’amore, poteva a volte diventare fonte di divisione. Per alcuni non comunicarsi era insopportabile. E le persone con handicap capivano con difficoltà le divisioni e Resistenza di confessioni diverse!

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Alcune comunità allora hanno potuto tendere all’inter comunione. Ma questa è solo una soluzione apparente poiché la nostra fede nell’Eucarestia non è sempre la stessa. Ci sono purtroppo ancora divisioni su punti essenziali. È importante che i membri di una
stessa confessione siano fedeli alle direttive del loro vescovo o responsabile.
Per le comunità i cui membri vengono da diverse confessioni, è necessario saper vivere insieme tutto ciò che può essere vissuto insieme: momenti di preghiera nutriti dalla parola di Dio, mimi, la celebrazione del battesimo comune, e quell’amore di Gesù vissuto nel quotidiano con i poveri e con i membri delle nostre comunità. Questi momenti di unità non devono impedire ai membri delle diverse confessioni di radicarsi nelle loro rispettive parrocchie. Una comunità interconfessionale non deve divenire come una nuova Chiesa; vuole essere segno dell’amore e dell’unità che Gesù desidera ardentemente. Ma allo stesso tempo vuole anche che i suoi membri vivano la ricchezza e l’amore delle loro rispettive tradizioni cristiane.

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Altre comunità Fede e Luce si radicano nelle proprie parrocchie. Che siano cattoliche, anglicane o protestanti, le comunità si nutriranno allora della tradizione della loro Chiesa e vi riceveranno il dono di Dio. Nella misura in cui dei contatti e un’amicizia sempre più profonda si stabiliranno fra queste comunità appartenenti a Chiese diverse, cammineremo verso quell’unità alla quale aspiriamo tutti e i « piccoli » delle nostre comunità più degh altri.
È evidente che questa strada sarà intessuta di sofferenze, di malintesi, di sbagli. Ma poco importa se avanziamo nel desiderio di Gesù: « Che siano uno ».

– Jean Vanier, 1990

La persona fragile via verso l’unità ultima modifica: 1990-09-26T08:37:12+00:00 da Jean Vanier

Jean Vanier
Dottore in filosofia, scrittore, leader morale e spirituale e fondatore di due importanti organizzazioni internazionali basate sulla comunità, "L'Arca" e "Fede e Luce", dedicate alle persone con disabilità, soprattutto mentale. Inchieste promosse dall’Arca internazionale hanno accertato gravi responsabilità di padre Thomas Philippe (la prima nel 2015) e di Jean Vanier (2020) nei confronti di diverse donne. Qui il comunicato più recente che condanna senza riserve queste azioni «in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva» e con «i principi fondamentali delle nostre comunità».

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