“Amici portatori di handicap, voi siete preziosi per la Chiesa. Nella vostra prossimità con Gesù e Maria siete testimoni privilegiati dell’amore di Dio per ciascuno di noi. Che Dio vi benedica”.

Le parole di papa Francesco, all’udienza generale, hanno generato in me immensa commozione: ho rivisto in un attimo decine di volti. Non pensavo solo a quanti erano lì in piazza San Pietro, ma ai tanti ragazzi incontrati in questi (per me) 29 anni di cammino in Fede e Luce. È vero, non avevamo uno spazio tutto per noi, ci sentivamo dispersi tra le colonne del Bernini. Il papa non ha tenuto un discorso dedicato al movimento ma, con quelle poche parole, ha ricordato quello che ci ripetiamo da anni e spesso, ancora, fatichiamo a riconoscere e testimoniare.

Ho pensato che avrei potuto andare a casa felice, solo grazie a quel messaggio. Ma c’era ancora tanto da vivere. E negli occhi di alcuni amici, genitori e ragazzi che hanno avuto la fortuna di salutare Francesco da vicino ho ritrovato quella gioia immensa e quella verità: “L’amore di Dio è in voi, portatelo a chi incontrerete!”.

Quello era solo il primo grande appuntamento del pellegrinaggio. Ce n’erano molti altri da vivere. E, a dire la verità, li ho affrontati spesso pensando alle tante cose da fare. Ai tempi da rispettare. Mi è mancato lo stare in comunità e in mezzo alle altre comunità. Spazio ricavato spesso soltanto a tavola, perché c’era da correre a sistemare qualcosa. Però ci sono immagini che non posso dimenticare: il saluto iniziale davanti a Santa Maria degli Angeli, con tutti gli striscioni e gli stendardi; la basilica superiore colma di persone e quella croce, composta con i nostri sassi, i nostri pesi, affidati a Gesù che ci abbraccia dalla sua croce; la danza degli amici della Galilea, così carichi di gioia in tutte le giornate.

E poi vedere sul palco del teatro i mattoni e i colori di tutte le comunità: oltre ogni fatica del cammino comune, oltre le tante difficoltà quotidiane di ciascuno, c’è quell’energia che ho respirato a pieni polmoni. Infine, i mimi e il Cantico: ha ragione Francesco, i portatori di handicap sono preziosi per la Chiesa. A noi ricordarlo, in ogni parrocchia e in ogni città in cui viviamo.

Angela Grassi – Coordinatrice Provincia Un Fiume di Pace

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.131, 2015

SOMMARIO

Editoriale

Cinque azioni di Cristina Tersigni

Dossier - Coraggio, sono io!

Tornare ad Assisi passando da Roma di don Marco Bove
La felicità è imperfetta di Isabella Gimmi
Come nasce un pellegrinaggio... di Paolo Tantaro
Con tanta voglia di fare di Flora Atlante
Viaggiare alla pari di Davide
Non ci sono parole! di Carla Gaviraghi
Il nostro scoop di Gruppo Cesano Boscone
Accompagnata e accudita di Pierina Formiconi
In un attimo decine di volti di Angela Grassi
Pronta a riviverlo! di Arianna Giuliano
La forza della fragilità di Gruppo Cesano Boscone
I miei primi quarant’anni di Laura de Rino
Una semplicità bella e ricca di Carlo Gazzano
La relazione e la famiglia di Stefano
Un solo nome di Vanna Rossani
Nonostante alcune delusioni di Caterina Mercurio  
Un turbinio di eventi di Pietro Vetro
Ho imparato a nuotare di Rita Massi

Castel Porziano in festa di C. Tersigni, F. Castoldi, G. Buongiorno
Che bella estate! di Comunità Madonna della Provvidenza 
Bicoca’s Got Talent di Giovanni Grossi
Tempi nuovi per i campi? di Valentina Calabresi
Scampoli di paradiso di don Enrico Cattaneo

Rubriche

Viola e Mimosa di Giulia Galeotti

In un attimo decine di volti ultima modifica: 2015-06-13T12:15:04+00:00 da Angela Grassi

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