Avere accettato la mia condizione di disabile non significa che non avverta più le sofferenze e i disagi che essa comporta. Ad esempio, per l’aspetto affettivo. Il mio corpo, le mie emozioni, sono vivi dentro di me e in certi momenti esplodono in un modo che non riesco a controllare. (…)

Devo ringraziare mia madre e mia nonna, soprattutto mia nonna, che con meno imbarazzo di quanto ne ho parlando con mia madre, mi spiegò cosa avviene tra un uomo e una donna fisicamente, quando provano attrazione reciproca, e mi spiegò che le sensazioni che provavo quando ero ancora adolescente erano più che normali e non dovevo vergognarmene. Non dovevo vergognarmi di aver voglia di baciare, di sentire dentro di me il desiderio di essere bella e desiderabile nei confronti di un uomo, nonostante la mia disabilità. Rita, mi disse un giorno seduta sulla sua poltrona in sala, dove di solito dispensava i consigli più importanti ” non c’è niente di cui ti debba vergognare: ormai, anche se sei ancora una ragazzina, nel corpo sei già una donna. È giusto che tu senta certe cose: la vicinanza di un uomo, il rossore delle guance, la voglia di abbracciarlo, di sentirti desiderabile ai suoi occhi. Sarebbe sbagliato se ciò non accadesse.

“Ma io sono sulla carrozzina. “Non c’entra mi rispose lei con un sorriso che rivelava grande saggezza. “Gli istinti sono istinti, e una donna li sente. “Vuoi dire che in principio tra uomo e dorina è solo una cosa istintiva?”

“Appena vedi una persona, sì. Quando vidi tuo nonno per la prima volta mi piacque subito per il suo aspetto fisico, e solo dopo ebbi tempo di scoprire le sue idee, i suoi valori e di apprezzarlo e stimarlo per questo. Ma se devo essere sincera, appena lo vidi si innamorarono i miei occhi, non il mio cuore. Ècco perché è fondamentale in un rapporto tra uomo e donna distinguere l’innamoramento dall’amore.”

“Qual è la differenza?” le chiesi, sempre più intrigata dalle sue spiegazioni.

“La differenza, nipotina mia, sta nel fatto che l’innamoramento passa, l’amore no. Se tu ti innamori di una persona solo perché è bella, perché ti ha abbagliato con l’aspetto fisico e niente altro, prima o poi te ne accorgi e la magia finisce. Quando invece ami, non ami solo il corpo, ami la mente, l’anima, le idee, le convinzioni e questo amore non finisce, non finisce mai:”

“E nei rapporti sessuali?” domandai.

“Più o meno è la stessa cosa. Se lo fai solo come atto fisico, può essere appagante solo per quel momento, mentre lo stai facendo, ma dopo ti ritrovi delusa, amareggiata, scoprendo che quello che hai fatto è stato soddisfacente fino ad un certo punto, ma non è stato amore. Se invece lo fai con amore, alla fine dell’atto sei ampiamente felice e appagata, ti rannicchi vicino al tuo uomo pensando a quanto sei fortunata che lui abbia scelto te. E al mattino ti senti piena di energia, come nuova.”

(…) “Nonna … penso che io non potrò mai fare esperienze di questo tipo.”

“Non ne sarei così convinta, sai? È vero, nel tuo caso è più difficile, ma se qualcuno si innamorasse veramente di te, allora amerebbe tutto, anche il tuo corpo e le tue limitazioni.”

“Nonna, tu mi spieghi queste cose, ma ad altri disabili nessuno ne parla. Secondo te perché?”

“Credo sia un fatto di imbarazzo, non è difficile immaginare che anche chi ha problemi fisici si ponga le domande che tu hai fatto a me, ma a volte può essere difficile per i familiari capirlo. Per questo tacciono, e fanno diventare l’argomento un tabù. Secondo me questo è uno sbaglio: chiunque ha il diritto a una spiegazione delle proprie emozioni, anche per saperle controllare in futuro. Non parlandone, si aumenta la curiosità e il rischio. Sono convinta che parlarne sia il sistema migliore.”

“Allora ne parleremo ancora?”

“Ogni volta che ne avrai bisogno.”

“Sai nonna, con la mamma non è così bello come con te: con lei mi sento in imbarazzo.”

“Per forza! È tua madre! Anch’io mi sentivo in imbarazzo a parlare di certe cose con lei, cosa che invece non sento con te, forse perché sono la tua nonna.”

“Allora ne parleremo io e te, sole.”

“E io ti dirò tutto quello che vuoi sapere. Comunque non spaventarti: sei una donna e, grazie a Dio, dentro di te sei anche viva come poche!”

E quando mi spiegò tutto questo, mi sentii veramente meglio, perché capivo che, nonostante tutto, il mio corpo funzionava come doveva e non c’erano cose che non andassero, anormalità, e che era normale provare queste sensazioni pur essendo sulla carrozzina.

Tratto da Un volo di farfalla,
di Rita Coruzzi, 2010 Piemme, pp.140-142)

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.110

Sommario

Editoriale

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Dossier: L’incanto della natura

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Cani, pony e leoni marini a cura di C. Tersigni

Dibattito

Desideri di tutti
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Il giardino dei desideri estratto da “Un Volo di Farfalla”

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Sessualità e disabilità: il giardino dei desideri ultima modifica: 2010-06-17T12:01:14+00:00 da Redazione

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