Non sarà per tutti così certamente, ma i testi che abbiamo ricevuto da sorelle e fratelli di persone disabili ci hanno lasciati piacevolmente sorpresi.

Indubbiamente i tempi sono cambiati e in meglio. Vent’anni fa, i fratelli e le sorelle erano chiusi nel loro dolore silenzioso: avevano paura e vergogna di parlare di quello che si viveva a casa. Non osavano neppure chiedere ai genitori il perché di tante “cose” cui assistevano impotenti. Ora, grazie agli aiuti che ricevono i genitori, grazie all’integrazione a scuola, ai romanzi, ai film, alle trasmissioni televisive, le “cose” si sono fatte più manifeste. Se ne parla, si dà un nome alle anomalie, alle malattie, ai disturbi. Il miglioramento delle cure, la presa in carico da parte dei servizi, hanno creato un clima più disteso intorno al mondo dell’handicap.

Se non è facile e non lo sarà mai, essere fratello o sorella, maggiore o minore, di una persona disabile, certamente ora più di prima, non ci si vergogna di essere felici e sani accanto a lui, di vivere la propria vita, di uscire, di amare, di fondare una famiglia.

Così è più facili amarli in modo giusto, aiutarli, vivere accanto a loro con un po’ di umorismo. È naturale, quando è necessario, diventare difensori nei loro confronti, stimolatori dei loro progressi.

È bello leggere le testimonianze che seguono senza dimenticare che dietro tanta positività c’è ancora una grande sofferenza — è normale che ci sia — ma come è importante vedere scaturire da essa una maturità, certamente un po’ forzata, che impressiona per la serenità e la pacatezza che ad essa si accompagna.

Ed è incredibile — non per tutti purtroppo sarà così — vedere la gratitudine vera e spontanea che sgorga in quasi tutti verso quel fratello o quella sorella che erroneamente ancor oggi si crede essere solo una disgrazia per ogni famiglia.

Quanto cammino è stato fatto e come dobbiamo riconoscere anche noi con stupore che — come dice Francesca Sauro — “le diversità più le allontaniamo da noi e più ci fanno paura”.

Mariangela Bertolini, 2009

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

Tutti gli articoli di Mariangela

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.105

Sommario

Editoriale

Un fratello aiutato da un fratello è come una città fortificata di M. Bertolini

Dossier: Fratelli e Sorelle

Sono responsabile di mio fratello disabile?

Altri articoli

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Si può fare – Da vicino nessuno è normale di M.C.V.
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Momenti difficili di Pennablù

Libri

Cristo con gli alpini, Carlo Gnocchi
Oscura luminosissima notte, Chiara M.
I ciechi sognano al buio, M. Marcantoni

“Un fratello aiutato da un fratello è come una città fortificata” ultima modifica: 2009-03-08T17:36:04+00:00 da Mariangela Bertolini

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