Mi chiamo Francesca, ho quasi dieci anni; con le mie sorelle Maria e Anna e con i miei genitori vivo in una casa famiglia (Il Carro). Ci stanno 8 ragazzi disabili: Carla, Rita, Silvia, Sabina, Mimmo, Stefano, Pablo e Alberto. Tutte le mattine papà li accompagna a scuola insieme a me e ad Anna, mi vergogno un po’ perché dobbiamo scendere dal cofano del pulmino, per fortuna arriviamo molto presto. Pablo è convinto che mi porta sempre lui a scuola.

La casa dove abitano i ragazzi la chiamo casa grande, è bella, colorata di rosso è molto spaziosa, con Maria e Anna giochiamo nel corridoio a “strega di mezzanotte”.
Stefano mi sgrida quando tocco la sua Famiglia Cristiana senza chiedergli il permesso. Mi piace molto il suo sorriso. Rita vuole sempre andare a casa sua, e a volte le sue lagne mi danno fastidio e mi richiama se mi alzo da tavola. Però, alla fine, Rita per me è la più simpatica.

Con Carla, quando ero più piccola facevamo dei giochi con le mani, lei prepara sempre il caffè quando vengono degli ospiti.
Mimmo è stato il primo a venire nella casa famiglia e quindi mi sono subito affezionata, anche se con me parla pochissimo.
Silvia ha una dieta che non rispetta mai, a volte mi accorgo che di nascosto prende il pane e le cose che non dovrebbe mangiare; a me e le mie sorelle ci dà sempre le gomme da masticare.

Pablo sta in carrozzina, a lui piace tanto sentire la canzone della buonanotte che abbiamo inventato, ogni sera papà suona la chitarra e noi cantiamo e balliamo.
Sabina non vede e non parla però fa dei versi e a volte mi pizzica, dicono che sente poco, però quando noi bambine litighiamo e facciamo chiasso sembra che ci risponda.

Alberto sta in carrozzina, non parla, però anche lui come Sabina fa dei versi, guarda attentamente tutte le persone che lo circondano. Anna gioca sempre con lui.
Sto con loro, a volte il pomeriggio quando torno da scuola e faccio delle attività, per esempio quando ero più piccola aiutavo i ragazzi a mettere nei vasi le piantine, con Stefano facevo le addizioni e sottrazioni. Il mercoledì pomeriggio vengono Iole e Gregorio, con loro i ragazzi fanno un po’ di laboratorio, e quando torno da atletica e dopo aver fatto i compiti vado in casa grande, mi piace tanto fare i lavoretti e imparare nuove cose.
Pranziamo e ceniamo tutti insieme tranne il mercoledì e la domenica sera. Voglio sempre sapere chi viene a fare la notte. Sul computer ho scritto tutte le date dei compleanni dei ragazzi, degli operatori e dei volontari, ho il compito di dirlo in tempo per preparare il cartellone degli auguri e mamma può preparare il dolce. Anna, dato che è la più piccola, spegne le candeline di Sabina e Alberto. I compleanni li festeggiamo a cena, iniziano il giorno prima e finiscono il giorno dopo.
Sono felice di abitare in questa casa famiglia perché è sempre piena di gente.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.105

Sommario

Editoriale

Un fratello aiutato da un fratello è come una città fortificata di M. Bertolini

Dossier: Fratelli e Sorelle

Sono responsabile di mio fratello disabile?

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Momenti difficili di Pennablù

Libri

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Oscura luminosissima notte, Chiara M.
I ciechi sognano al buio, M. Marcantoni

Il Carro: una casa sempre piena di gente ultima modifica: 2009-03-08T17:25:35+00:00 da Redazione

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