Protagonisti di questo numero di Ombre e Luci sono sei giovani: Daniela, Luisa, Nicola, Sergio, Franco, Roberto. Siamo fieri di presentare, se pur brevemente, le loro storie di lavoratori a pieno titolo: fieri per il loro successo, – ottenuto grazie a impegno, tenacia, pazienza, – per i loro genitori e per le persone che li hanno aiutati a raggiungere un posto di lavoro integrato, fra i «normali», come si usa dire.
Li abbiamo scelti fra altri che hanno raggiunto la stessa mèta, perché il loro inserimento nel lavoro è positivo: il loro rendimento è buono, paga e oneri sociali sono assicurati, e tutti e sei sono contenti, molto contenti del loro lavoro.
Non è un successo da poco, se pensiamo che anni addietro, per persone, anche solo lievemente disabili, certe mète sembravano impensabili e perché sappiamo come e quanto per molti, ancora oggi, questa integrazione continui ad essere difficile, faticosa, a volte irraggiungibile.
A che cosa è dovuta la loro buona riuscita nell’inserimento lavorativo del quale tanto si discute e sul quale si dividono i pareri, quelli dei sostenitori del lavoro integrato ad ogni costo e di chi afferma che non potranno mai lavorare come gli altri?

Abbiamo scelto di raccontarvi le loro storie perché sono positive, il che non esclude che l’integrazione lavorativa per altri possa essere difficile. I nostri lettori sanno da tempo che preferiamo incoraggiare con le «luci» piuttosto che scoraggiare con le «ombre»; e vogliamo sottolineare e mettere in evidenza le condizioni che hanno reso possibile questa integrazione in modo soddisfacente. Condizioni che saranno ancor più evidenti se si saprà andar oltre a quanto è solo brevemente accennato. Ed è facile immaginare, dietro queste brevi storie, quante lotte, quanti sforzi e anche quante sconfitte ci sono.
Tutti sappiamo che il senso del lavoro è sentirsi utili realizzando qualcosa a beneficio proprio e degli altri. Il sentirsi utili è un bisogno innato in ogni donna e in ogni uomo; è un bisogno che sentono fortemente i ragazzi disabili, forse proprio per le difficoltà e gli insuccessi incontrati in campo scolastico. E’ gratificante sapere che si può «fare bene qualcosa» anche se non si sa il latino o la matematica.

Per saper svolgere un vero lavoro bene,è necessario

  • che il lavoro sia rispondente ai gusti della persona e adatto veramente alle sue capacità,
  • che la persona si senta «protetta» e «rassicurata» da un clima di accoglienza affettuosa da parte dei compagni di lavoro,
  • che da parte dei datori di lavoro non vi sia pressione per un rendimento superiore alle forze disponibili: l’agitazione e la fretta non fanno mai lavorare bene nessuno. Nel caso di chi ha qualche difficoltà, il clima distensivo, pacato, sereno, è il solo che permette la concentrazione e il giusto rendimento.

Inoltre non possiamo dimenticare o sottovalutare il fatto che i nostri sei lavoratori sono stati certamente aiutati da un’indole accomodante, serena e guidata, fin dall’infanzia, dall’educazione ricevuta in famiglia e a scuola.
C’è però il risvolto della medaglia. Se i nostri amici hanno raggiunto lina mèta importante che li ha resi contenti, è anche vero che quasi tutti, vivendo in mezzo agli altri, avvertono di più alcune limitazioni: non guidare la macchina, non possedere il motorino, non avere il ragazzo o la ragazza…queste differenze le sentono più di quelli che lavorano in ambienti più protetti.

Il lavoro è quindi fonte di gioia e di soddisfazione, ma conosce anche qualche goccia di sudore in più.

Di questa sofferenza, celata e non espressa, dovremo tutti tener conto stando loro accanto per aiutarli ad esternarla e ad assumerla pacatamente, con tutta l’amicizia, e il rispetto e l’affettuosa solidarietà di cui saremo capaci.

Mariangela Bertolini, 1991

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

Tutti gli articoli di Mariangela

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.34, 1991

Sommario
Lavorare con gli altri di Mariangela Bertolini
In fabbrica è una bella fatica di Lucia Cesarini
Meglio stanco che annoiato di Francesco Bertolini
Il più popolare al velodromo di Rino Perozzi
Sergio è un buon giardiniere di Nicole Schulthes
Oggi è dei nostri da O. et L. n.93
È sempre disponibile di Nicole Schulthes
Centro di Formazione Professionale Primavalle: un territorio, molti progetti di Natalia Livi

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce - Che settimana! di S. Sciascia

Libri

Educare al servizio di Carlo Maria Martini
Storia di un filo d'erba di M. Bettassa

Lavorare con gli altri ultima modifica: 1991-06-21T11:05:55+00:00 da Mariangela Bertolini

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