Grazie, siete un vero aiuto

Desidero ringraziarvi per la vostra rivista che è veramente sensata e utile a molte famiglie che si trovano ad avere bambini con vari handicap, in particolare psichici. Vi ringrazio di cuore a nome di tutte le persone che faranno tesoro dei vostri consigli, suggerimenti, appoggio morale, esempi pratici ed esperienze reali che voi presentate attraverso genitori che hanno vissuto in prima persona periodi difficili e che poi, incontrando le persone giuste sono stati aiutati a superare certe barriere e a ritrovare un iter giornaliero tranquillo e sereno anche con un bimbo handicappato. Un grande grazie anche perché nella vostra rivista si sente la presenza cristiana. Abbiamo tanto bisogno di far sentire l’amore di Dio al prossimo come prima regola della nostra rivista di cristiani.
L’ultimo numero parla della prevenzione dei bambini sordi. Mi permetto di allegare copia di un lavoro fatto a Como nel 1977 dal C.D.T.. È stata un’iniziativa stupenda che ha dato poi un ottimo risultato. Forse vi interesserà. Approfitto per mandarvi l’indirizzo di persone che si interessano a questi problemi.
Con i più cordiali saluti e tutta la mia simpatia.
Annita Viola (Chiavari)

Grazie per averci fatto conoscere un’iniziativa davvero interessante e che potremmo far conoscere ai nostri lettori.

Scelte giuste

Vi ringrazio per le copie saggio della rivista Ombre e Luci che mi avete inviato.
Ho apprezzato la rivista nel suo complesso ma in modo particolare il n. 3 che si riferisce principalmente al problema della sordità.
Ritengo che dedicare ogni numero ad un handicap preciso con eventuali nuove prospettive, sia in campo medico che di inserimento nel mondo del lavoro, sia molto valido e comunque costituisca un arricchimento per tutti.
Ho gradito anche lo stralcio di alcuni passi del libro «Una giornata con me» che mi ha portato a riflettere su questa realtà.
Ho deciso pertanto di inviare un abbonamento alla vostra rivista non soltanto per me, ma anche per una cooperativa per handicappati che opera nella mia città (AIES).
È un modestissimo omaggio per questi ragazzi affinché trovino interesse, solidarietà ed amicizia nella vostra rivista.
Rosanna (Lanciano)

Vorrei sentire altre voci

Anna Maria è una ragazza di 29 anni; all’età di 11 anni è scoppiata la sua malattia; per i nostri genitori e per noi, fratelli e sorelle è stato un colpo, uno shock. Da allora è cominciato il nostro calvario.
Psichiatri e ospedali i nostri punti di riferimento. Diagnosi: sindrome dissociativa, psicosi.
Vorrei raccontare la mia storia senza sentirmi una vittima, vorrei urlare a tutti la mia sofferenza senza essere giudicata e ora finalmente ho incontrato qualcuno che è pronto ad ascoltarmi.
La vita dove si muove un handicappato psichico non è più vita; fai di tutto per sentirti una persona normale e non lo sei; i condizionamenti sono talmente tanti che alla fine ci rinunci; la speranza, il desiderio di lottare si frantumano ben presto e il sentimento dell’impotenza ti piomba addosso.
«Devi pensare alla tua vita, non puoi sacrificarti» sono le parole degli amici. Ma è proprio così che si deve fare? Si vive bene lo stesso facendo finta di niente? Io non ci sono riuscita. Perché? Ho anteposto gli interessi di mia sorella ai miei, ho anteposto le sue esigenze alle mie e, a volte, a quelli della persona che amavo. Ho agito bene così? Ho sentito i dettami della mia coscienza pensando di fare bene. Il mio ragazzo non ha capito, si è sentito in secondo piano, poco importante per me e mi ha accusata di menefreghismo.
Vorrei sentire altre voci su questo argomento, altre esperienze per non sentirmi sola in questo mondo egoista e indifferente.
Vincenza Cavaliere c/o Edizioni ADV –  Via Chiantigiana 30 50023 Falciani Impruneta, FI

Qualcuno dei nostri lettori o lettrici saprà rispondere a Vincenza per dirle il proprio parere sull’argomento da lei sollevato?
Ombre e Luci ha già risposto personalmente.

Questo è il modo!

In data odierna ho effettuato un modesto versamento sul vostro ccp dopo aver ricevuto la vostra rivista che ho molto apprezzato.
Non so chi vi abbia fornito il mio indirizzo, ma comunque lo ringrazio perché mi ha dato modo di conoscervi.
A mia volta vi segnalo due nominativi di persone che conosco interessate ai problemi di persone disadattate di Lanciano.
A.M.R. Lanciano

Questo è il modo con cui Ombre e Luci si propaga qua e là per l’Italia. Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti ci mandano nominativi di persone interessate a ricevere la rivista gratuitamente per un certo periodo e invitiamo i lettori a darsi da fare soprattutto quelli che non l’hanno mai fatto. Grazie all’amica di Lanciano.

Volontari della sofferenza

Carissimi,
quando ho ricevuto e, conseguentemente letto — tutto d’un fiato — la vostra rivista, m’è sorto spontaneo il desiderio di scambiarci le idee: se vi sta bene, fatemi sapere, per favore, vi spediamo il nostro giornalino «Samaritani… oggi» che parla delle attività del Centro Volontari della Sofferenza della diocesi di Novara. La nostra Associazione è stata fondata da mons. Luigi Novarese nel 1947. Non sto qui a spiegarvi tutto per non annoiarvi… comunque egli ha intuito e vissuto il «valore salvifico della sofferenza» e noi cerchiamo di portare avanti questo concetto tra gli ammalati e i sani.
Altra caratteristica di questo Aspostolato è che è l’ammalato che deve farsi apostolo e portatore lui, in prima persona con l’aiuto dei fratelli sani, la testimonianza di una vita sofferta e vissuta nell’amore; offerta perché, se offerto, il dolore costa meno e vale di più: per carità, il nostro non è un discorso masochista come suggerisce equivocamente il nostro nome o di accettazione statica e sottomessa, bensì una nuova dimensione del soffrire, vedendo il dolore sotto un altro punto di vista: con l’occhio della fede.

Ombre e Luci è per aiutare per capire per conoscere per non lasciare soli

Tutto ciò nel caso di handicappati fisici perché, purtroppo nel caso di persone ferite nella mente il discorso cade: in questi casi, e sono tanti, sempre di più, la nostra assistenza e vicinanza è assicurata e li seguiamo con tanto amore credendo fermamente che Dio li raggiunge anche se non ci pare, e attraverso di loro ci dà i più grandi segni d’amore. Però, se i genitori, familiari o chi li cura accettano questa visione delle cose, entra nel piano di salvezza redentiva.
Tanto per mettervi a conoscenza di un’altra associazione che lavora nel campo ecclesiastico: «nella vigna del Signore» sono chiamati, indistintamente, tutti… che siano poi pochi quelli che rispondono, è un’altra cosa!
Nella certezza di essere nel cuore di Cristo e che le lacrime che bagnano il nostro viso sono le stesse che bagnarono il Suo, sosteniamoci a vicenda con la preghiera affinché riusciamo ad imprimere un po’ di umanità, di solidarietà, di amore a questo sempre più povero mondo. Affettuosi saluti.
Paola Pettinaroli

Dialogo aperto n. 29 ultima modifica: 1990-03-20T10:29:59+00:00 da Redazione

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.