«Fede e Luce è la nostra storia, la nostra vita, la nostra casa, alla quale abbiamo cercato di aggiungere, tramite il Carro, un tetto reale per la vita di ogni giorno. Ci auguriamo che questo inaspettato riconoscimento possa rappresentare per tutta Fede e Luce un incoraggiamento per l’impegno di fedeltà e responsabilità che ognuno di noi si sforza di vivere tra mille difficoltà nel proprio quotidiano». È davvero un grande incoraggiamento quello del presidente Mattarella che ha insignito della carica di Ufficiali al merito della Repubblica Matteo Mazzarotto e Ivana Perri «per la loro dedizione all’inclusione e al sostegno per il dopo di noi delle persone con gravi disabilità cognitive-sensoriali» nella casa famiglia Il Carro. Un incoraggiamento che ci rammenta che i frutti della fedeltà, della responsabilità e soprattutto dell’amicizia vissuti a Fede e Luce rappresentano una storia da custodire e raccontare.
Una storia «così fragile e così bella», come disse una volta il cardinale Martini, nata a quel primo grande pellegrinaggio del 1971 a Lourdes, al termine del quale i partecipanti proprio non ne vollero sapere di finirla lì, di tornare a chiudersi nelle loro case… Troppo bello era stato sentire di appartenere a una comunità di amici con la propria disabilità intellettiva o quella di un figlio, come parti e cuore della Chiesa. Eppure, ha sottolineato papa Francesco nel suo messaggio per l’anniversario del movimento, «ancora oggi nella Chiesa e nel mondo sono tanti coloro che nella piccolezza e nella fragilità sono dimenticati ed esclusi».
Il disegno in copertina con la mano che sorregge la candela nel buio, ispirato al motto del movimento Meglio accendere una luce che maledire l’oscurità e contenuto nel Libro d’Oro donato a Bergoglio, ci ricorda che il buio è presente, le difficoltà non mancano. Ma, qualsiasi sia la nostra condizione esistenziale o il nostro ruolo nel movimento, ognuno può rendere disponibile il cuore, la propria mano, all’opera dello Spirito come Giuseppe che, suggerisce monsignor Intini (il vescovo referente di Fede e Luce presso la Cei) anche se non da protagonista, ha certamente fatto la differenza quando ha saputo accogliere quel Bambino nel quale Dio si è fatto Uomo per incontrarci.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021
SOMMARIO
Editoriale
Stupiti e grati di Cristina Tersigni
Focus: Alle radici di cinquant'anni di storia
Come non perdere quanto abbiamo vissuto? di Marie-Hélène Mathieu
Jerome Lejeune di Cristina Tersigni
Loïc che oggi continua a benedirci di Angela Grassi
Le caramelle e la forza di suor Ida Maria Ferri di Cristina Tersigni
Ci siamo svegliati di Enzo Ferrazzoli
È nato qualcosa che nessuno aveva previsto di Vito Giannulo
Intervista
Poco a sud dell'Equatore di Cristina Tersigni
Testimonianza
Le donne e gli uomini della seconda fila di Giovanni Intini
Associazioni
Dai tram notturni alle luci del palco di Silvia Camisasca
Spettacoli
Quel che non si guarda ma non si vede di Enrica Riera
Libri
Noi due siamo uno di Matteo Spicuglia
Speranza di Gianni Rodari
Basaglia, il dottore dei matti di Andrea Laprovitera e Armando Miron Polacco
Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd
Diari
Stavolta ho tifato per la Primavera dell'Empoli di Benedetta Mattei
L'oro che sta per terra di Giovanni Grossi
La newsletter
Ogni mese inviamo una newsletter
Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.
Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.