Ci piacerebbe trovare le parole adatte per raccontare bene la profonda bellezza del legame che può unire due sorelle. Quell’innato volersi bene e sentirsi unite che porta a completarsi a vicenda, a proteggersi, ad aiutarsi e a tirare fuori il meglio l’una dall’altra. Quel crescere insieme, quel condividere le cose belle e brutte che porta a vedere il mondo anche con gli occhi dell’altra e che aiuta a maturare e ad affrontare la propria storia. Quell’essere solidali e complici.

Vittoria, una ragazzina di tredici anni, una massa di capelli neri, lo sguardo dolce e sorridente, al momento di decidere il tema della sua tesina, per l’esame di terza media, è stata ispirata dalla sua esperienza personale di “sorella”.

“Il Plusabile” è il titolo del suo lavoro incentrato sull’apparente paradosso che porta persone con disabilità a trasformarle in plus-abilità.
Senza parlarne direttamente, con il suo bel lavoro ha tratteggiato un messaggio di riconoscenza e amore verso la sua sorella maggiore: Maria Futura, una ragazza di sedici anni con una disabilità complessa.

Con semplicità, efficacia e chiarezza, Vittoria nell’introduzione della tesina scrive e spiega la ragione di un termine così strano: “PlusAbili e non DisAbili, perché già il prefisso dis nel linguaggio medico, esprime significato di difettoso, anomalia, alterazione… come ad indicare stato di inferiorità che non condivido” e continua “È vero che chi ha una disabilità richiede più tempo, più attenzioni, più cure, più sforzo fisico… ma è altrettanto vero che chi ha una disabilità, dà maggiori soddisfazioni quando raggiunge un obiettivo e un traguardo”.

Quanto sono vere e belle queste parole. Crediamo proprio che molti dei lettori di Ombre e Luci si possono riconoscere così bene in questo semplice punto di partenza.
E da lì Vittoria elenca tutti i personaggi storici, artisti, sportivi e cantanti, che nella vita hanno fatto cose straordinarie (il “plus”) pur avendo delle disabilità e anomalie: Leopardi, Roosevelt, Frida Khalo, Van Gogh, Ray Charles, Re Luigi XIV, Bebe Vio. E qui potremmo dire tante cose sul percorso che la tesina di Vittoria ci porta a fare, tra le tante plus-disabilità della storia. Disabilità, scrive Vittoria “…non come handicap/difficoltà nel fare qualcosa ma come risorsa, specialità”, che hanno reso le loro imprese ancora più incredibili.

Ma è sulla dedica iniziale e finale che cade la nostra attenzione “A mia sorella Maria Futura… Per la sua dolcezza, forza e simpatia”, quasi un augurio, forse una constatazione, che possa essere annoverata tra queste personalità che hanno trasformato il “dis” in “plus”, così grande è la riconoscenza che Vittoria ha per lei.
Le abbiamo rivolto alcune domande.

Che rapporto hai con Maria Futura?
“Mi diverto, mi fa divertire perché è spiritosa ed estroversa”
Vittoria e Maria Futura hanno frequentato la stessa scuola Primaria e anche la stessa scuola secondaria qui a Roma.
Insieme hanno affrontato l’esame di terza media e insieme ora hanno iniziato la nuova Scuola Superiore, ognuna con le proprie ansie e difficoltà.

È vero che chi ha una disabilità richiede più tempo, più attenzioni… ma è altrettanto vero che dà maggiori soddisfazioni quando raggiunge un obiettivo

Come è stata la convivenza nella stessa scuola?
“Non sono stata mai chiamata per aiutarla, abbiamo fatto delle cose insieme, di Arte, di Musica, ma in generale ognuna ha avuto la sua vita a scuola, anche i professori hanno preferito lasciarci separate. Spesso ci incontravamo, ma Maria Futura si intimidiva. Lei si scocciava se io stavo con lei. Alcune compagne delle terze classi sono state chiamate con Maria Futura ed altri ragazzi con disabilità in un progetto di Teatro Integrato con spettacolo alla fine dell’anno; ma i professori hanno preferito non coinvolgermi. È stato giusto così, perché lei ha bisogno dei suoi spazi e della sua autonomia.”
Parole sagge che esprimono un pensiero maturo, e una consapevolezza serena dei limiti e delle risorse e delle capacità di una sorella speciale.

Quali sono le cose che ti piacciono di Maria Futura?
“Lei è coccolona e sempre allegra. Però a volte fa i dispetti e capita che litighiamo quando non mi fa fare delle cose o perché metto in disordine. Lei è troppo ordinata!”.
Come spesso capita con le sorelle più grandi anche Maria Futura ha spesso aperto la strada a Vittoria per conoscenze e amicizie nuove .

“Maria Futura è molto estroversa, lei riesce a fare subito amicizia. Fin da piccola mi aiutava in questo e io la mandavo avanti a fare conoscenza con nuovi amici”.
Racconti di vita, di cose e dinamiche tra sorelle, fatti e eventi costellati da stranezze, forse anche da sofferenze. Esperienze e fatti che, se condotti e accompagnati da una famiglia che li sa accogliere e riesce a dargli il giusto peso e la giusta spiegazione, possono essere arricchenti per tutti.

Vittoria, cosa farai dopo il liceo?
“Vorrei fare il medico”. Forse l’esperienza di Maria Futura avrà influenzato la sua scelta. In ogni caso l’esperienza a fianco ad una sorella “plus-abile” potrebbe aiutare a fare di lei un medico sensibile e attento.

Grazie Vittoria. In questa che per te è la tesina che ti ha presentato agli esami di terza media, noi genitori ritroviamo la dimostrazione che la convivenza con una sorella o un fratello “plus-abile”, è una risorsa in più (“plus” appunto), che può portare grandi frutti nella vita e renderla emotivamente più ricca. Le tue parole dànno coraggio e speranza.

Tommaso e Monica Bertolini

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.139


Il plusabile: due sorelle speciali ultima modifica: 2017-09-06T10:50:44+00:00 da Tommaso Bertolini

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