Un fiume di Pace

In Aprile, ad Oropa, in uno splendido santuario mariano, le comunità hanno pregato, ringraziato, festeggiato, celebrato ed eletto. Ci ha guidato la Parola “Quanti pani avete? Andate a vedere” .
La provocazione del Signore, davanti allo smarrimento dei discepoli a cui è affidato un incarico molto piu grande di loro (sfamare tutta quella gente),con una incredibile tenerezza dice: quanti pani avete voi? Andate a vedere. È Gesù che ce lo chiede.
Avete poco, bene, partiamo da quello per cui quando siamo invitati ad andare a vedere ciò che abbiamo, che magari è poco, ma che messo in mano sua può diventare moltissimo, questo lo dobbiamo vivere con una grande pace e una grande serenità.
La lavanda dei piedi ha preparato i cuori e lo spirito si è elevato con danze guidate dalla comunità della Galilea. La chiamata di Gesu si fa storia nella mia storia. Mi viene chiesto la disponibilità al discernimento. “Ma come io? Sono madre, sposa, cooperatrice sociale”. Mi affido. Ed eccomi nuova coordinatrice.

Kimata – Centro

Lungo tutto l’anno, le comunità romane si sono impegnate in un cammino relativo all’unzione degli Infermi.
All’inizio molti hanno avuto grosse perplessità: si temeva di “deprimere” i nostri ragazzi, non si voleva confondere disabilità con infermità, la Festa della Primavera non sembrava il momento adatto.
Non è un mistero che le nostre comunità si basino sulla fragilità, quella dei nostri ragazzi, in particolare. Loro, i loro genitori e i loro fratelli, la fragilità la conoscono bene ed è la nostra forza da sempre. Sono loro a rendere lieti i nostri incontri, sono loro che ci rendono felici.
Nel tempo però molti di noi stanno sperimentando una nuova fragilità. A tutti noi, che fragili lo stiamo diventando, Gesù dice che ci ama, che siamo importanti, tanto da prevedere un sacramento per noi, che non ci lascia soli. Cosa c’è di deprimente in tutto questo? Gesù non ci lascia soli e ce lo testimonia mettendoci accanto chi ci vuol bene, come i nostri ragazzi che, sperimentando la fragilità fin dalla nascita, sono di esempio e guida per tutti noi.
La Festa della Primavera è stata una bellissima giornata di festa, grazie a chi l’ha preparata e allo Spirito Santo. L’abbiamo celebrata nel santuario del Divino Amore, insieme a tanti pellegrini che nemmeno ci conoscevano. 60 persone di tutte le comunità, ricevendo il sacramento hanno offerto una concreta dimostrazione della gioia della fragilità.

Mare e Vulcani – Sud

Innanzitutto GRAZIE, grazie allo Spirito Santo del dono ricevuto, grazie per il dono della fiducia, per il dono della responsabilità, per il dono di nuovi amici. Grazie per il dono dei nostri ragazzi, delle nostre famiglie, per il dono dell’internazionalità, grazie per il dono di Vito…grazie, grazie, grazie!!!
Durante la nostra assemblea, appena conclusasi, abbiamo affrontato il tema della fiducia e dell’affidare e affidarsi a 360°. Credo che questi temi ci abbiano preparati ad accogliere ciò che il Signore ci ha riservato.
Durante le giornate più volte abbiamo sentito il brano “Ecco, faccio nuove tutte le cose” tema che mi ha accompagnato sin dall’inizio, ed è così…ogni giorno mi sono sentito sempre nuovo, nuovo alla vita.
Abbiamo fatto tanta strada, abbiamo seminato tanto, e come detto da don Marcello, il Signore ha coltivato per poi farci raccogliere i frutti, accogliere il dono, in questi anni, di tre nuove comunità, forse direi sei…perché tre “vecchie” comunità si sono fuse con altre tre…hanno ridato vita, se la sono donata.
Volontariamente ho scritto più volte la parola “dono”, perché il dono è gratuito, speciale, unico e prezioso per chi lo fa e per chi lo riceve, perché così considero Fede e Luce, un DONO, un dono per l’umanità. Chi si lascia avvolgere dal suo spirito, se ne innamora, si sente forte nelle sue fragilità, è il nostro segreto!

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.138

Dalle Province n.138 ultima modifica: 2017-06-28T09:10:23+00:00 da Redazione

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