Parte centrale delle due giornate sono state le riflessioni di Jean Vanier che, con la sua maniera spontanea e informale di rivolgersi al pubblico, ha cominciato il week end con un’esortazione a mantenere il silenzio per tutta la prima giornata per favorire un esame del nostro modo di ascoltarci. Poi ci ha chiesto In che modo noi ci poniamo in ascolto degli altri? Ci sono persone che comunicano solo con il proprio corpo, con gli occhi, con l’anima e senza un vero ascolto si rischia di non capirle ed imporre le nostre idee su di loro.

L’ascolto vero implica una relazione, quindi un coinvolgimento totale e un’apertura del cuore che però ci rende vulnerabili di fronte all’altro. Questo genera la paura della relazione e quindi siamo portati a chiuderci. La conseguenza è che non siamo abituati ad ascoltare il nostro io più profondo e per questo non ci conosciamo.

A questo punto Jean Vanier porta l’esempio della Genesi. Adamo ed Eva scelgono di provare che cosa possono fare senza Dio, scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Dio si ritira, li lascia fare. Poi Dio dice ad Adamo Dove sei? ed Adamo risponde Ho avuto paura perché ero nudo e mi sono nascosto.

Quando Adamo risponde ho avuto paura perché ero nudo e mi sono nascosto, dice una cosa che è comune a tutti. Ci si chiude e ci si nasconde per paura. Come uscire dal luogo in cui ci nascondiamo? Come accettare la fragilità?

In ciascuno di noi dimora una sorgente. Un pozzo di tenerezza, una sorgente capace di dare vita e di donare l’Amore stesso di Dio. Misteriosamente, la tenerezza è presenza di Dio.
Alla sorgente delle lacrime

Gesù ci chiede Cosa vuoi TU? e non cosa vogliono gli altri. Vuole che incontriamo il nostro desiderio e per questo ha rispetto profondo per ciascuno di noi. Se non conosciamo noi stessi non conosciamo neanche Dio che dimora dentro di noi. Cosa cerchi TU? Dio dimora dentro di noi e non lo sappiamo. Cosa dici a te stesso? Cosa dice lo Spirito Santo che vive in te stesso?

Dio è venuto per liberarci. Liberi di non essere condotti dalle nostre paure.

Questo non vuol dire che non avremo più paura, ma Gesù è venuto per liberarci e farci ascoltare il nostro desiderio più profondo.
Qual è il gesto più tenero se non il rispetto del diritto di essere se stessi, con la propria storia? Spesso l’amore è possesso mentre il suo è amore che libera! È questa la Tenerezza di Dio.

Laura Nardini, 2006

Diritto alla tenerezza

Consigliamo ai nostri lettori, che vogliono approfondire questo tema, il testo Il Diritto alla Tenerezza di Luis Carlos Restrepo edito da Cittadella Editrice (Psicoguide). In questo volume l’autore svolge questo tema in modo originale con imprevedibili sviluppi sociali e politici oltre che educativi. La tenerezza viene collocata infatti agli antipodi della logica del “conquistatore”, fatta di individualismi, di razionalità e di contrapposizioni sociali.

Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.93

Sommario

Editoriale

La forza della tenerezza di M. Bertolini

La forza della tenerezza

L’incanto si è rotto di M. Bertolini
Le mollette di Roberto di Roberto e Valeria M.

La ragazzina nuova di T. Cabras
Dalle un bacio di V. S.
In carcere di J. Vanier
Pizza, supplì e bibita a 7 euro di M. B.
La tenerezza di Dio di L. Nardini

Altri articoli

Questo bambino lo amo! di I. de Mézerac
Counseling in rima di A. Bianchi
La malattia e la fede di F. Bertolini
Scheda: Il Parkinson di V. Levi della Vida
Gli amici che non ti aspetti di Monica
Cartelli letti alle porte delle chiese

Libri

Né giusto né sbagliato, P. Collins
Credere e curare, I. R. Marino
La disabilità non è un limite, AA. VV.
Il Vangelo per tutti i disabili mentali
Dopo di noi, insieme a noi, F. Belletti
Gli oggetti raccontano storie straordinarie di oggetti comuni, S. Tamberi

La tenerezza di Dio ultima modifica: 2006-03-30T10:37:49+00:00 da Laura Nardini

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