Le Edizioni Paoline così presentano il nuovo libro di Georges Hourdin:
«…Il libro propone la vita di una coppia insolita: un vecchio padre e una figlia handicappata. Georges Hourdin, con la forza e il pudore di un padre, intraprende un duro cammino per sé, per sua figlia e per altri che si trovano nella loro stessa condizione.
Egli ci introduce nel vissuto quotidiano di sua figlia Marie- Anne che, già marcata dall’irregolarità genetica, non ignora le prove della sofferenza: il decesso della madre, una grave depressione, il sentimento di inferiorità nei riguardi di quanti non sono come lei.
Con pudore e verità, Hourdin si ferma su argomenti riservati e segreti, quali sono la sessualità, il desiderio di amare e di fondare una famiglia, nei quali si dibatte la figlia. E ciò per documentare come giovani, provati e in difficoltà quali sono appunto i trisomici, sentano in modo così profondo e normale quanto sentono e vivono tutti».
Il libro è dunque una testimonianza di quanto Hourdin ha vissuto facendo del suo meglio per aiutare Marie-Anne a trovare la sua libertà e la sua autonomia.

E’ un libro che può servire a genitori ed educatori per riflettere su come e quanto sia arduo, complesso ed impegnativo accompagnare le persone handicappate mentali nel cammino dell’affettività e della sessualità.
Prendere coscienza di questo problema è urgente perché non serve tacerlo come se non esistesse o risolverlo con faciloneria con slogan come quello che l’autore cita a conclusione del libro: «la libertà è terapeutica».
Non è nemmeno facile dare soluzioni o risposte alternative alla posizione assunta dal padre di Marie Anne. Ogni persona è diversa dall’altra e questo vale per chi è handicappato come per ogni uomo.
Quel che ci sembra certo è che non si può:
— né negare alle persone handicappate mentali il diritto ad amare e ad essere amate facendo come se il problema non esistesse considerandole incapaci o indegne; sbrigativamente si dice: «loro, sono sempre dei bambini».
— né lasciarle fare quello che vogliono e possono evitandone i rischi, credendo che il solo esercizio della sessualità le aiuti a compensare il loro desiderio d’amore.

Il problema è di estrema complessità e la risposta di Hourdin resta una soluzione soggettiva che non può essere accolta e considerata come esemplare.

Ombre e Luci, cosciente di non poter dare soluzioni facili o indicazioni precise buone per tutti, ritiene esemplare la ricerca sofferta e vissuta per molti anni con persone handicappate adulte che Jean Vanier propone nel suo nuovo libro: “Homme et femme, il les fit” (traduz. Italiana Li fece uomo e donna, Jacabook 1988)

Mariangela Bertolini, 1985

Amo la vita, malgrado tutto ultima modifica: 1985-06-27T20:26:19+00:00 da Mariangela Bertolini

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