Se non aveste più il dono della parola come vi sentireste? Io, sinceramente, mi sentirei persa. Gli esseri umani, d’altronde, si contraddistinguono dagli animali perché riescono a relazionarsi e a sfogarsi attraverso le parole con qualsiasi altro simile. Eppure, se vi dicessi che anche senza avere il dono della parola possiamo sentirci parte di qualcosa e non totalmente persi?

La prova vivente è Fanny, mia sorella minore che è nello spettro autistico. Non ha il dono della parola, riesce a dire qualcosina come «mamma, papà, Mimi» (il mio diminutivo) e qualche altra cosa, ma non di più. Lei però non si è sentita persa pur non potendo parlare perché ha trovato il suo modo di comunicare. È la scrittura. Da tre anni, infatti, la mia sorellina ha iniziato un percorso chiamato «scrittura aumentativa» grazie al quale riesce a comunicare con noi attraverso il computer. All’inizio io e i miei genitori eravamo un po’ perplessi, credo sia normale spaventarsi di fronte a nuove esperienze, ma per fortuna alla fine abbiamo creduto in questo progetto, che ci ha svoltato la vita.

Melanie e Fanny

Pur non potendo parlare, non si è sentita persa perché ha trovato il suo modo di comunicare: la scrittura

L’estate del 2020 mi sono messa con lei a scrivere a casa, nell’ufficietto di papà. Di punto in bianco Fanny mi scrive: «Ti voglio bene». Non potete immaginare la mia gioia nel sentirmi dire per la prima volta questa frase dopo diciassette anni che conosco mia sorella: ho pianto come una fontana, al punto che ha aggiunto – sempre attraverso il computer – «smettila di piangere che non voglio vederti triste». È stato uno dei momenti più belli della mia vita.

Fanny ha espresso il suo desiderio più grande: diventare una scrittrice di racconti per bambini. Alla sua età (Fanny ha 17 anni, io 19) tutti sono confusi su cosa voler fare da grandi, lei invece è tanto determinata e forte. Ha il desiderio di vivere la sua vita e trovare la sua strada facendo quello che le piace di più fare. Lei vede un futuro per se stessa, e vuole dare il suo contributo alla nostra società.
Fanny ci «racconta» che per sentirsi compresi e realizzarti nella propria vita non serve per forza il dono della parola: occorre, piuttosto, una grande determinazione, la voglia di vivere e di rendersi utili. Come, semplicemente, fa la mia sorellina.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 157, 2021

​​Fanny, che vede un futuro per se stessa ultima modifica: 2022-06-01T07:45:36+00:00 da Melanie Castellani

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