Quando una mamma di considerevole età si trova a dover gestire da sola, avendo perso da più di dieci anni il suo caro marito, un figlio di quasi 44 anni con problemi di disabilità psichica, certo si affida a tanti aiuti esterni. Il mio Sergio è campione di cavallo nazionale, perché svolge da vent’anni attività di ippoterapia, è un abile nuotatore e frequenta un centro diurno con piacere.

Bene, di colpo, il 10 marzo 2020, grazie all’arrivo del coronavirus, Sergio è stato bloccato in casa, proprio lui che, quando gli si chiedeva: “Che cos’è per te la felicità?”, rispondeva: “Stare con gli altri”.

Ho tremato per me e per lui di fronte a questa emergenza improvvisa. Temevo che andasse in escandescenze, come è accaduto in passato per fatti meno gravi. Mi sono rivolta al Signore e al suo papà, perché dal cielo gli tenesse una mano sul capo. E ancora non riesco a crederci. Sergio non si rende veramente conto di che cosa sia un virus, anche se ne sente parlare tanto. Ogni giorno mi chiede: “Si va a scuola oggi?”. Io gli rispondo: “Il mese prossimo”. Prima dicevo: “Ad aprile” e ora dico: “A maggio”.

“Ti faccio compagnia, così non stai sola, mamma”.

E lui sorride e risponde: “Allora le feste di Pasqua sono durate tanto! Ti faccio compagnia, così non stai sola, mamma”. Poi dice: “Ma io ho i miei amici”. E sorride, quando sul mio cellulare vede i volti degli amici di Fede e Luce che non ci abbandonano e ci fanno partecipi delle loro piccole e grandi gioie familiari, del loro vissuto quotidiano. E dice: “Mamma, non siamo soli”.

E si mette a giocare buono buono a carte con me e la zia, e mi aiuta nei piccoli servizi e saluta, sorridendo, i nipotini che giocano a pallone in cortile. E quando chiamano il suo amico Franco o Antonello vuole sentire la loro voce. Non un lamento, non un rimbrotto.

E io mi rendo conto che ho ancora tanto da imparare, da lui e dagli altri. E dalla vita, che nei suoi drammi racchiude momenti di autentica bellezza, di vero amore, di nuova solidarietà e rinnovato stupore.

Forse solo ora io sto imparando a vedere mio figlio con occhi nuovi. Non esiste solo la dimensione della logica, dell’efficienza, della regola. Sergio mi ha ricordato che si riesce a vivere sul serio e a essere felici se abbiamo colto la vera dimensione dell’amore.

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«Mamma, non siamo soli» ultima modifica: 2020-05-19T11:31:02+00:00 da Marina Vigliar

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