È una ragazzina ebete Marie, secondo il mondo; brutta, timida, impaurita e con un difetto a un occhio. A scuola le compagne le dicono che ha il malocchio e le girano alla larga; da grande le cose migliorano un po’, si fa benvolere perché è una gran lavoratrice, ma si tratta dell’affetto che si vuole a chi parrebbe senza età, senza sesso, senza spessore.

Invece la protagonista di Marie la strabica (Adelphi 2019, traduzione di Laura Frausin Guarino) – romanzo che Georges Simenon scrisse nel 1951, durante la lunga permanenza negli Stati Uniti – è una figura complessa. Marie che è arrendevole, ma quando da bambina il medico-macellaio (che già l’ha sfigurata) insiste per rioperarla di nuovo, si fa irremovibile; Marie che è capacissima di vedere il male, ma non sempre di valutarlo; che soffre per i tradimenti, ma non piange mai.

Tra le tante persone che le ruotano attorno c’è Sylvie, il suo esatto contrario: bella, provocante e molto determinata soprattutto contro quella povertà che conosce fin troppo bene, e della quale si vuole a tutti i costi liberare («Quando sarò ricca ti prenderò come cameriera, e ogni mattina mi pettinerai», prometteva all’amica da piccola). Lavoreranno insieme in una pensione e poi, quando Sylvie lascerà la provincia per conquistare Parigi, Marie non potrà fare a meno di seguirla. Nella capitale, però, “la strabica” resta relegata tra le creature «segnate dalla malasorte», e per Sylvie diventa un peso. Le fa quasi rabbia il fatto che, placidamente parrebbe, l’amica si accontenti dell’esistenza mediocre a cui sembra destinata.

Molti anni dopo, però, le due si rincontreranno – e sarà Sylvie a cercare l’ex amica. È arrogante come sempre, ma il finale – seppure amaro – non è scontato, il che certo non è una novità nei romanzi di Simenon, che Adelphi sta da qualche tempo ristampando. Ma la storia Marie colpisce il lettore di oggi anche per il modo in cui è ritratta la disabilità. Un ritratto che ci piacerebbe giudicare ormai datato (specie nelle pagine in cui compare Louis, un ragazzo alto, epilettico e con ritardo mentale), ma che probabilmente non lo è affatto. Perché ancora oggi troppo spesso guardiamo la disabilità senza vederla davvero. Senza, cioè, attribuirle alcuna la complessità.

Marie la strabica (Adelphi, 2019)

Marie la strabica

Autore: George Simenon
Editore: Adelphi
Pubblicato: Pagine: 180
Prezzo: 18€
ISBN: 9788845933929

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 153, 2021

Copertina_OeL_153_2021

SOMMARIO

Editoriale
Tutta un'altra storia di Cristina Tersigni

Focus
Per una storia della disabilità di Giulia Galeotti

Estratto
Il crimine di Eva di Eliane Brum

Dall'archivio
Un tesoro in vasi di creta di Dario Madaschi

Associazioni
Nella casa di Dario di Carlo Maria Fornari

Fede e Luce
Una piccola matita nelle sue mani di Vito Giannulo

Spettacoli
Perché di Katherine e Nerissa non ci sono più tracce? di Enrica Riera

Dialogo Aperto

Libri
Imparare a cadere di Mikael Ross
Dove crescono i cocomeri di Cindy Baldwin
L'eredità dei vivi di Federica Sgaggio
Marie la strabica di Georges Simenon

Diari
Bella ma inutile. Cronache da Trigoria di Benedetta Mattei
È bello avere un posto dove lavorare di Giovanni Grossi

La newsletter

Ogni mese inviamo una newsletter
Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.
Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Marie la strabica di Georges Simenon – Recensione ultima modifica: 2021-04-30T10:27:32+00:00 da Giulia Galeotti

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.