Leggo e rileggo. Non ci posso credere. Il 2020 ci ha lasciato come ultimo ricordo un decreto dal sapore antico e sgradito, una roba che riporta ad un tempo che pensavamo fosse stato consegnato definitivamente ai libri di storia. Invece no. Il decreto legislativo 182/2020 prevede che il consiglio di classe possa decretare l’esonero di un alunno con disabilità da alcune materie curricolari per “impedimenti oggettivi o incompatibilità”. Leggo e rileggo e non capisco.

In realtà capisco troppo bene e queste parole mi bruciano come sale su una ferita aperta, perché io so che vuol dire perché ci sono passata e so qual è il rischio che si corre quando la legge prevede di poter escludere un alunno arbitrariamente dalle attività del resto della classe.

Alle elementari nell’altro secolo, o meglio, nell’altro millennio, ero esonerata dall’attività motoria e dai giochi della classe perché avrei potuto farmi male, il risultato è stato che per anni ho passato i pomeriggi a guardare gli altri che giocavano e si divertivano. Al liceo, invece, quando già partecipavo ai Giochi Sportivi Studenteschi nelle competizioni di Atletica e Corsa campestre rappresentando la mia scuola, ho avuto l’assegnazione dell’insegnante di sostegno solo per le ore di educazione fisica perché la mia classe doveva fare tennis che era l’unico sport che io, non avendo equilibrio, non potevo fare. La mia attività alternativa consisteva nel trascorrere il tempo nella sala pesi del tennis club con l’insegnante di sostegno che mi guardava faticare sotto i manubri.

Le persone con disabilità in Italia hanno conquistato l’abolizione delle classi speciali nel 1977, prima di chiunque altro, ma l’inclusione è faticosa, perché bisogna trovare strade alternative, modi diversi di insegnare, nuovi modelli di comunicazione fuori dagli standard, mentre l’esclusione, l’esonero, è la via più semplice perché si aggira un problema togliendo l’alunno dal gruppo.

Ma la scuola che ha il compito di educare, vuole veramente insegnare alle prossime generazioni che davanti ad un problema si scappa, togliendo il problema senza affrontarlo? Spero che dalle parti di Viale Trastevere qualcuno torni indietro.

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Perché il decreto legislativo 182/2020 ci riporta alla scuola di quarant’anni fa ultima modifica: 2021-02-13T23:10:27+00:00 da Laura Coccia

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