Mi chiamo Éric, ho 10 anni, tra poco 11, sono nato con la trisomia 21, Ho due fratelli Irénée, 8 anni, Xavier 6 anni e una sorella Maïlys che ha 3 anni. Il mio papà si chiama Luc e la mia mamma Amélie.

Era da un anno e mezzo che volevo scrivere al Papa. Scrivere per me è faticoso. Durante le vacanze di Ognissanti 2017, mamma mi ha aiutato a scrivere delle cartoline per il Papa. Gli ho scritto: “Buongiorno Papa, mi chiamo Éric, ho 10 anni, voglio venire a trovarti con il mio papà Luc, voglio venire a vederti durante la messa”. Ho impiegato un’ora e mezza per scrivere questo con la mamma, ho anche fatto scivolare dentro la busta una cioccolata per lui.

All’inizio di gennaio 2018, dopo aver passato qualche giorno presso la madrina di mia madre che era in fin di vita, ho ricevuto una lettera dal segretario del Papa che mi invitava a partecipare alla messa, nella cappella di Santa Marta, martedì 27 febbraio 2018, alle 7 del mattino.

Bisognerà presentarsi alle guardie Svizzere mostrando la carta di identità, inoltre non invita soltanto me ed il mio papà, ma tutta la mia famiglia. Felicissimo di andare a Roma a vedere il Papa, bacio la lettera e la foto che mi ha inviato.

Ora lascio proseguire la mia mamma.

Alla lettura della lettera del Vaticano mi assale l’ansia. Non potremo andarci, non abbiamo le possibilità economiche e non avrò mai il tempo per organizzare questo viaggio entro un mese e mezzo. Bisognerà spostare le ferie già concordate con i miei colleghi, la mia madrina sta morendo, stiamo facendo regolarmente andata/ritorno ad Angers per farle visita nella clinica per cure palliative, per salutarla poco a poco, e in seguito dovremo celebrare il suo funerale. Non riesco più a dormire, perché mi dico: “Éric è un anno e mezzo che desidera vedere il Papa, gli scrive, il Papa gli risponde, è un’occasione unica da non perdere”.

Comincio subito ad accordarmi con i miei colleghi per modificare i miei giorni di congedo già stabiliti per il mese di febbraio, Luc fa la stessa cosa; 1° cosa da fare. Fortunatamente il 27 febbraio ci sono le vacanze scolastiche, dunque nessuna preoccupazione per i ragazzi!

2° tappa: guardo i prezzi di viaggio e soggiorno… Sono piuttosto salati per 6 persone! Una notte Luc, durante le mie ricerche su internet, mi butta lì: “scrivi a OCH, può darsi che abbiano una soluzione per noi”. Luc ha ragione, bisogna affidarsi a Dio, agli altri, affinché questo progetto si realizzi…

Invio un SMS al nostro assistente di comunità Fede e Luce di Le Mans, gli chiedo i contatti del direttore di OCH. Con fiducia fraterna, senza fare domande, mi risponde. Apprezzo questa sua discrezione.

Scrivo dunque una mail a Philippe de la Chapelle che mi invia il recapito della responsabile di Fede e Luce Internazionale, che mi invia i contatti del responsabile Fede e Luce di Roma.

Un semplice scambio di mail e ecco che, a sua volta, mi invia il recapito di Cinzia della sua comunità Fede e Luce che mi propone un alloggio per sei persone in una casa di accoglienza ACLI. Attraverso lo scambio di mail, risponde man mano alle mie domande pratiche di organizzazione del viaggio. All’arrivo di ogni sua mail, io piango di emozione, rendendomi conto di ciò che è Fede e Luce: una GRANDE FAMIGLIA. E mi ripeto: “è una grande sofferenza avere un figlio diverso, che complica la vita quotidiana della famiglia e della coppia; ma da anche la possibilità di scoprire la vera fraternità in Cristo. Questa fraternità che per noi Fede e Luce a Le Mans, ora non è più locale, ma europea.”

Un lascito alla morte della mia madrina ci ha permesso di pagare il biglietto, grazie a te per questa strizzatina d’occhio dal cielo!

Sabato 24 febbraio partiamo per Roma. Cinzia ci aspetta alla stazione di Trastevere, quanto è bello sentirsi accolti da parte di un membro della grande famiglia di Fede e Luce, che non conosciamo, ma tuttavia sentiamo tanto vicina.

Il giorno dopo, ci uniamo ad un gruppo di ragazzi di Milano che sono venuti a Roma con la loro parrocchia per andare, la domenica mattina, a messa nella basilica di San Pietro. Éric è rimasto un po’ deluso perché pensava di assistere ad una messa solenne con molti vescovi e il Papa. A quel punto siamo rimasti fino a mezzogiorno per l’Angelus a piazza San Pietro. Éric è felice, la finestra si apre, il tappeto rosso viene srotolato fuori e alle 12 il Papa si affaccia.
Per festeggiare il nostro straordinario viaggio, i miei genitori ci hanno offerto un pranzo presso il ristorante “Trattoria degli amici” gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, in cui la metà del personale è portatore di handicap. Grazie per questo bel regalo.

Il lunedì visitiamo Roma antica sotto la neve!! Decisamente un viaggio eccezionale: andare a Roma alla messa, invitati personalmente dal Papa, e vedere la neve a Roma!
Martedì 27 febbraio è il gran giorno, far alzare i bambini alle 5 e 45, partenza alle 6 e 15 con una colazione veloce nello stomaco. Il taxi prenotato da Cinzia ci conduce attraverso le strade gelate alle porte del Vaticano. Come scritto nella lettera del segretario del Papa, entriamo in Vaticano dopo tre successivi controlli, da parte delle Guardie Svizzere e della gendarmeria, che la nostra famiglia (sei persone) fosse sulla lista degli invitati alla messa di Santa Marta. Grande festa per le Guardie Svizzere da parte dei nostri figli!

Ci invitano a toglierci i cappotti in un salotto della casa Santa Marta. Éric cerca la sua veste bianca da ministrante, veste che aveva messo in valigia dall’inizio del mese! Accidenti, l’ho dimenticata sul letto della “casa” trova solo il suo cordone, grande delusione da parte sua. Temo che mi pianti una grana come sa fare un bambino trisomico… sollievo…No! Entriamo in questa semplice moderna cappella. Un sacerdote ci accoglie parlando in francese e ci spiega che alla fine della messa dovremo restare seduti. Luc domanda si Éric, anche se non ha la sua veste, può servire la messa. Il sacerdote ha un attimo di esitazione perché ci sono già altri due ragazzi che lo faranno. Guardando Éric, deve aver percepito l’importanza che ha per lui questa cosa. Precisa che al momento giusto, ci farà segno affinché Éric si avvicini all’altare. Per la veste, dice “siamo la chiesa dei poveri”. Questa frase mi ha segnato, ha dato il tono alla messa ed a questo incontro.

Abbiamo assistito ad una “semplice messa” in italiano. I bambini sono un po’ delusi di non capire, ma sono inaspettatamente buoni, impressionati da questa messa eccezionale o semplicemente stanchi?!
Come previsto siamo rimasti seduti e Papa Francesco si è unito alla nostra assemblea di 50 persone per un momento di preghiera in silenzio.

In seguito Papa Francesco ha incontrato uno ad uno o famiglia per famiglia. Éric ci precede per questo incontro inedito. La sua emozione è veramente palpabile. Papa Francesco lo benedice e poggiando le mani lo bacia sulla testa. Se chiedete del Papa a Éric vi mostrerà la mano sulla testa; questa benedizione l’ha segnato. Poi posa la sua mano su ognuno di noi con molta dolcezza. Spiego rapidamente che la nostra presenza lì è dovuta alla richiesta fatta da Éric di volerlo incontrare. Dice poi semplicemente “pregate per me”. Questo incontro è uno scambio di sguardi colmi di fraternità e di fiducia. Quindi, lentamente, lasciamo il Vaticano.

Giriamo poi, in un freddo glaciale, le mura della città papale e passiamo il resto della giornata ai Musei Vaticani per fare una bella visita audioguidata del percorso per ragazzi. A pomeriggio inoltrato cerchiamo e troviamo una “gelateria” (fa ancora molto freddo…) per festeggiare con un gelato italiano la fine del nostro viaggio a Roma e il nostro incontro con il Papa…
Ritorniamo alla “casa” spossati, Cinzia molto amichevolmente ci ha preparato un pasto caldo… che cortese attenzione per i 6 pellegrini stanchi, infreddoliti, ma felici di questa bella giornata.

Ritornati in Francia, da allora, durante la nostra preghiera in famiglia, che noi ci sforziamo di fare quotidianamente in questo periodo di quaresima, i bambini non dimenticano mai di pregare per il “Papa Francesco”.

Per concludere questa testimonianza:

Bisogna essere Éric e trisomico per far fare tali folli cose ai propri genitori.
Grazie Éric,
Grazie Papa Francesco.
Grazie a Cinzia,
Grazie a tutti i suoi fratelli e sorelle in Cristo che sono intervenuti in questa catena di fraternità cristiana per condurci a pregare con Papa Francesco.

di Amélie Stuit e Éric, 2018

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.142, 2018

Copertina OL 142, 2018

Fede e Luce una grande famiglia ultima modifica: 2018-06-30T10:00:28+00:00 da Redazione

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