Un fiume di Pace – Nord
“…Rendiamo grazie a Dio e conserviamo una memoria stupita di questi momenti…”. Così don Mauro Santoro, assistente spirituale di un Fiume di Pace ci invita a guardare il periodo appena passato, di intensa comunione e preghiera. Quattro i pellegrinaggi avvenuti in provincia, in Lombardia, in Galilea, in Veneto, in Piemonte con anche la comunità della Valle d’Aosta.
Sono stati dei momenti partecipati da tutte le comunità con molti genitori, ragazzi e amici che hanno risposto all’invito. Abbiamo contemplato Fede e Luce luogo di Resurrezione e ci siamo immersi nel cuore di Dio. La comunione è apparentemente impossibile e quando accade si fa fatica a credere. Parlare la stessa lingua è la capacità di aiutare ogni persona a riconoscere che nel suo piccolo mondo Dio sta compiendo cose grandi. Riconoscere che Dio è presente nella nostra vita. Dio continua ad operare nella nostra vita opere grandi. Mistero di una comunione possibile non scontata.
La preghiera è stata particolarmente rivolta a sostegno dell’Assemblea Internazionale in Libano per il prossimo luglio. E così la Provincia si è aperta a tutta Fede e Luce. Segno concreto la raccolta straordinaria per la Siria che sta muovendo in Provincia le comunità e ogni membro.
Intanto prosegue la vita ordinaria delle comunità, con elezione dei responsabili, feste, casette e preparazione dei campi. In attesa di Beirut… OL
Liliana Ghiringhelli
Kimata – Centro
2016: tutte le comunità romane sono ospiti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 2017: i più fragili tra noi ricevono il Sacramento dell’unzione degli Infermi al Santuario del Divino Amore tra e con persone al di fuori di Fede e Luce.
In entrambe le occasioni riusciamo a trasmettere gioia, risate, amicizia, legami fraterni.
2018: cosa fare per la prossima Festa della Primavera? Durante un campo estivo parlo con Luisa, la responsabile dell’equipe che organizza ogni anno la festa: perché non continuare ad aprirsi, questa volta dentro la città? In una villa, in una piazza, in una chiesa famosa… L’equipe raccoglie la sfida: faremo una maratona!
Parte la nostra “macchina da guerra” e il 20 maggio la Maratona di Fede e Luce al Parco della Caffarella è realtà. Una moltitudine di persone che corre insieme, ognuno con il suo passo e il suo ritmo, qualcuno tenendosi per mano, qualcuno veloce e qualcuno molto lento, tutti sorridenti e felici.
Alla fine la premiazione, con le medaglie consegnate da Paola Salvatori, prima Italiana alla Maratona di Roma, anche lei felicissima di condividere questa giornata. La gente ci guarda tra lo stupito e il divertito, qualcuno si avvicina, un assessore addirittura ci chiede perché non lo abbiamo informato!
Un ringraziamento speciale va all’Equipe organizzatrice: Luisa, Fabio, Antonio e a tutti quelli che “ci hanno messo l’anima”. Grazie davvero per questa bellissima giornata … chissà cosa ci riserverà la prossima Festa della Primavera!.
Fabio Bronzini
Mare e Vulcani – Sud
Eccoci in estate. È il tempo in cui normalmente i rapporti con e fra le famiglie di Fede e Luce si allentano, le telefonate e le visite si fanno più rade e si apre quella parentesi nella vita di ognuno che certo ci auguriamo gioiosa e spensierata. È anche il tempo, però, in cui, fra campi estivi e gite avvengono tanti contatti fra le comunità e anche fra singoli membri di comunità che si aggregano ad altre. È il caso di Franco che, a cominciare da tre mesi prima del campo estivo, telefona al resto della sua regione un giorno sì e l’altro pure per sapere se lui può partecipare al campo anche senza la sua comunità ed esattamente quante paia di scarpe occorrono e che tipo di asciugamani. Franco è un tipo dinamico (direi che il problema è fermarlo!) e durante l’inverno fa 40 minuti di treno all’andata e 40 al ritorno per frequentare la scuola di musica per allievi speciali, organizzata con i ragazzi di un’altra comunità diversa da quella alla quale si aggrega per il campo estivo. Ho come l’impressione che Franco voglia indicarci la strada di scambi sempre più frequenti fra comunità, di cose fatte insieme, di assenza di steccati e confini. Magari quando avvertiamo che la “routine” di comunità rischia di farci diventare asfittici e scontenti, potremmo prendere il treno anche noi come Franco.
Vito Giannulo
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.142, 2018