L’introduzione della musicoterapia nel contesto scuola non vuole aggiungere nuove strategie didattiche per fronteggiare l’emergenza, ma sottolineare la dimensione dialogica, nucleo del fenomeno educativo: è cercare l’incontro tra docente e discente, tra studente e studente, tra studente e classe. È l’inclusione del gruppo in un unico processo narrativo attivato dallo stesso evento-suono.

Le sonorità e le dinamiche del suono, infatti, mobilitano risorse che presiedono all’apprendere. Gli insegnanti e gli alunni maturano attraverso la consapevolezza del rapporto uomo-sonorità una naturale tensione verso la ricerca di senso. Le scelte degli alunni sono reali e si basano su motivi specifici e individuali.

L’uso che l’insegnante fa della musica, in questo tipo di rapporto educativo, ha l’effetto di stupire gli alunni: si smontano le loro abitudini di passivi fruitori di musica e si scopre che l’essere alunno non comporta la posizione di ascolto passivo.

L’approccio coinvolge ciascun docente nel compito di sostenere l’altro e rafforza le basi di una professionalità già esistente. L’alunno avverte e comprende che c’è una possibilità per essere protagonista e che c’è spazio per venire fuori con la propria soggettività.

In questa dimensione l’insegnante rigoroso e creativo coglie, attraverso un’osservazione costante, i differenti momenti di attenzione e le energie creative degli alunni, sapendo orientare l’agire concreto, la valutazione del contesto e la formulazione di successive ipotesi di lavoro.

Scrittura e metodo spontaneo

Il metodo
L’esercitazione vera e propria relativa al meccanismo scrittorio e al movimento spontaneo si articola attraverso tre differenti momenti di apprendimento del pensare attraverso l’ascolto della stessa musica.

Per ogni momento è prevista una diversa consegna:

  1. ascoltare la musica e produrre su un foglio linee, assecondando l’impulso del proprio movimento spontaneo.
  2. nel secondo ascolto inserire nel reticolo delle linee prodotte precedentemente, parole così come si presentano liberamente alla mente.
  3. nel terzo ascolto, raggruppare secondo un personale criterio le parole appuntate tra le linee.

L’esercizio di indulgere per tre volte sullo stesso brano sonoro, aiuta ogni studente a “ordinare il caos” creato nella propria coscienza “dalla moltitudine di sensazioni che il mondo gli ha dato”. Maria Montessori spiega che “crediamo erroneamente che il bambino più ricco di giocattoli possa essere meglio sviluppato”, mentre “invece la moltitudine disordinata di oggetti è essa che aggrava l’animo di un nuovo caos” come accade oggi con il bombardamento di stimoli sonori dal quale gli alunni sono assediati ed entro il quale diventa difficile orientarsi.

A questi tre momenti di lavoro individuale fa seguito la fase del momento di gruppo che inizia con la lettura e la socializzazione delle proprie scritture.

Sul campo

Durante la fase “sperimentare sul campo”, prevista dal percorso di formazione l’attività, viene proposta in due contesti classe molto diversi da due insegnanti che già l’avevano sperimentata su stesse.

Elisa e la sua classe – (I media)
Elisa è un’alunna ipovedente con gravissime difficoltà nell’articolare le braccia e siede su una carrozzina. Si esprime attraverso suoni. È attratta dai colori vivaci e mostra piacere se si canta o si suona. La sua classe è accogliente e con un buon livello di scolarizzazione.

Daniele e la classe “caotica” – (III media)
Daniele, alunno disabile della classe, ha una frequenza saltuaria, è iperattivo, è in grado di leggere e scrivere. È inserito in una classe chiassosa e caotica, con problematiche relazionali, poco scolarizzata. Ci sono alunni che devono essere contenuti con un rapporto frontale.

Nuovi stati di energia

Elisa è protagonista della sua comunicazione. È lei che guida il rapporto e indica le operazioni da fare, l’insegnante segue le sue richieste.
Il tutto avviene nel contesto di una classe in cui tutti sono alle prese con lo stesso compito. La ripetizione delle tre sequenze sonore è l’occasione per rielaborare i propri stati di energia e per assumere una funzione organizzatrice per l’intera classe.
Elisa, attraverso le personali emozioni generate dall’ascolto della musica, attiva una vasta gamma di proposte motorie che generano un’alleanza comunicativa.
L’insegnante non trasmette comandi ma si adatta alla situazione che l’alunna comunica: è evidente che ha la capacità di sintonizzarsi con Elisa senza però identificarsi con lei.

Man mano che il movimento spontaneo prende corpo, Elisa sa animare un’espressione motoria che le appartiene; assume un atteggiamento esplorativo che ricompare nei tre ascolti con modalità sempre più evidenti. La presenza dell’insegnante crea “una cornice”, una base sicura in cui muoversi con curiosità. Si può ipotizzare la nascita di un codice tra la ragazza, l’insegnante e la classe.

L’alunna, attraverso l’esperienza, coglie l’occasione, di “cambiare il suo stato di energia”.
È questa energia, già esistente in lei in modo latente, che le permette di potenziare il suo linguaggio non verbale. Ella si esprime e fa cambiare agli insegnanti e alla classe il loro schema di rappresentazione nei suoi confronti.
Gli alunni della classe caotica gradualmente arrivano a non sentirsi al guinzaglio dell’adulto al punto di chiedere all’insegnante di ripetere l’esercitazione.

Iniziano a percepire che si possono creare relazioni migliori, che l’insegnante è realmente interessato a loro e che li ascolta. Qualcosa, a livello logico ed emotivo, rende possibile che emergano pensieri ed emozioni reali, preoccupazioni e recenti dispiaceri. Vengono fuori ragazzi diversi di cui la stessa insegnante si meraviglia. Lo spazio per una narrazione di sé a partire dai tre ascolti musicali genera una dimensione emancipativa attraverso la quale gli alunni risalgono “alle ragioni del proprio agire, (per) interpretarle e correggerle” Si scopre che ognuno ha il proprio progetto di vita ma deve tenere conto che esistono gli altri. Gli alunni caotici hanno ora la possibilità di fare una riflessione su se stessi: fanno un bilancio di competenze, correggono loro atteggiamenti, fanno verifiche relative ai propri vissuti.

(L’intera esperienza, con il titolo “Musicoterapia nel contesto scolastico per un dialogo inclusivo.-Il meccanismo Scrittorio e la didattica metacognitiva”, è stata descritta e pubblicata dal conduttore e da due insegnanti protagoniste nella rivista L’Integrazione Scolastica e Sociale n.15/2 EricKson Trento maggio 2016) OL

Bruno Galante, 2017

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.139


Scoprirsi unici e crescere insieme ultima modifica: 2017-09-06T10:45:44+00:00 da Redazione

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