Un racconto autobiografico, appassionato, scritto con l’occhio di chi sta “dall’altra parte” e guarda con ironia e severità l’imbarazzo e le paure che i “normodotati” provano nel confrontarsi con le persone con disabilità, molto probabilmente perché costretti a mettere a nudo quelle che sono le proprie difficoltà. Si ripercorre la sua vita dai suoi primi anni in una scuola speciale e poi al coraggioso inserimento in una scuola “normale”.

Per arrivare alle esperienze lavorative come docente di giovani futuri pedagogisti. E quale docente di pedagogia migliore di lei, “laboratorio” vivente di tante emozioni: “come un laboratorio di un falegname… così nel mio laboratorio… pensieri e sensazioni si rielaboravano nel confronto con me fino alla costruzione di una relazione tra pari”.

È la storia della gioia di vivere e di vivere in un mondo pieno di imperfezioni e contraddizioni, che fa ancora fatica a convivere con la disabilità; tra strani e bizzarri incontri, anche surreali, che faranno ridere di gusto ma lasceranno a volte l’amaro in bocca. Zia, lo sai che sei un po’ strana?! Nel titolo, una domanda. Ma io credo che per Patrizia sia una risposta. Una risposta alle sue, alle nostre domande. Chi leggerà il libro scoprirà perché.

Monica Leggeri, 2016

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.133

Zia, lo sai che sei un po’ strana? – Recensione ultima modifica: 2016-03-25T09:00:53+00:00 da Monica Leggeri

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