Con mia figlia Roberta siamo entrate a Fede e Luce all’inizio del 1975 quando il movimento era arrivato da poco in Italia e mentre si preparava il pellegrinaggio a Roma per l’Anno Santo. C’era molto fervore nell’aria e molto lavoro da fare: tu, Mariangela cara, certo non ti risparmiavi. Ma le mamme di Fede e Luce sono molto vicine l’una all’altra, spesso si capiscono con un semplice sguardo e tu c’eri sempre per tutte, anche in mezzo ad un mare di lavoro organizzativo.

Dopo il pellegrinaggio, sono venuti gli incontri nei gruppi che man mano si andavano formando, i “campi” estivi ad Alfedena, la segreteria Fede e Luce da organizzare, le “casette” che sono nate come momento di incontro fra ragazzi e amici per passare una domenica insieme all’Istituto Nazareth, dove avevi insegnato e dove eri di casa. E poi ”l’entratura” al Seminario Francese per avere qualche sacerdote che ci seguisse.

Pian piano mentre a Roma continuavano a formarsi nuovi gruppi, altri ne cominciavano a nascere a Parma, a Milano, a Cuneo, dovunque riuscivi ad arrivare coinvolgendo familiari ed amici. Che belli quei viaggi nei fine settimana per andare a trovare questi nuovi gruppi nelle loro città! Ed i ragazzi erano immediatamente nostri ragazzi e nostri amici i loro genitori ed amici.

E le sere in cui si tirava a far tardi per parlare, per scambiarsi notizie, per sentirsi amici, per condividere. Per dirla con Marie Hélène, per sentirsi “mai più soli”.

Ricordo il primo anno in cui mia figlia ed io restammo sole in casa e tu ci invitasti alla festa di Capodanno nel garage della tua casa con tutta la tua famiglia allargata (e siete tanti!) e i tuoi amici più cari. E’ un momento che non potrò mai dimenticare: mia figlia era felice al centro di un cerchio fatto di tanti amici.

Ma poi Chicca si ammalò e non bastavano più gli innumerevoli brani di musica classica che ascoltava per ore sdraiata sul suo plaid sul prato ai campi di Alfedena, con la sua musicassetta sempre vicina. Struggente il ricordo del nostro saluto a Chicca prima che volasse via: una sera tutti seduti in terra accanto a lei nella sua stanza a cantare e cantare le canzoni dei “campi” con le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra!

Fin dall’inizio hai istituito anche in Italia un nostro “giornalino” per scambiare informazioni tra i gruppi Fede e Luce per illustrare iniziative, per comunicare. All’inizio si chiamava Insieme: due o tre pagine spillate in alto, poi il foglio è diventato Ombre e Luci quello che tutti conosciamo e che leggiamo d’un fiato.

Intanto i gruppi Fede e Luce continuavano a essere sempre più numerosi a Roma e in altre città (in Emilia, a Napoli, in Sicilia, in Puglia…) e nel tempo da Fede e Luce sono nate il Chicco, il Carro e l’Arcobaleno (case famiglia, ndr)… E forse potranno ancora nascere altre belle iniziative simili.

Quanti bei ricordi abbiamo tutti di tante e tante cose fatte insieme oltre ai consueti incontri: dai katimavich (incontri di formazione) alle gite, ai fine settimana di gruppo fuori Roma. E poi le feste tutti insieme: l’apertura dell’anno, la Festa della Luce e quella della Primavera e i pellegrinaggi a Lourdes, Assisi, Loreto… E tu c’eri praticamente sempre.

Sai, Mariangela, vorrei dire che la tua vita dalla nascita di Chicca è stata costruttivamente vissuta in Fede e Luce, pensando a tutti noi. Noi che oggi ti ricordiamo con tanta gratitudine, con molto apprezzamento e con grandissimo affetto. Noi tutti: quelli accanto a te nel quotidiano e quelli che, magari meno presenti, ti erano comunque molto vicini.

Ed ora – se c’è un posto sopra le nuvole dove vanno i “giusti” e da cui ci si affaccia per vedere il mondo – sicuramente tu sei lì in prima fila per ricevere il nostro abbraccio.

Enrica Cofano, 2014

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.128

Molto lavoro da fare ultima modifica: 2014-12-15T09:41:23+00:00 da Enrica Cofano

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